Nella provincia canadese di British Columbia per favorire un esperimento sociale, via alla depenalizzazione di tutte le droghe. Ognuno potrà avere con sé fino a 2.5 grammi di qualsiasi sostanza, e l’Italia che posizione occupa oggi riguardo questo tema?
L’esperimento canadese sulle droghe
A British Columbia l’obiettivo è chiaro: depenalizzare tutte le droghe per scongiurarne il consumo. È ormai un dato di fatto sotto gli occhi di tutti che il proibizionismo nel mondo abbia miseramente fallito, così l’idea è stata quasi immediata. L’esperimento canadese vuole portare ai minimi storici il consumo di droghe, rendendole disponibili e non punibili, ma informando su percorsi di disintossicazione dalle dipendenze chi verrà fermato in possesso di droga.
Modello efficace o fallimento annunciato?
Questo esperimento si pone in prospettiva ad uno simile portato avanti negli USA, in Oregon, dove dal 2020 si è fatto lo stesso: depenalizzare tutte le droghe. Questo però non ha portato ai risultati sperati: solo l’1% ha seguito percorsi di disintossicazione ma sono calati drasticamente processi e arresti per detenzione di sostanze. Quindi sarà un modello efficace o un fallimento annunciato? Non possiamo saperlo. I dati infatti si riferiscono a momenti diversi (piena crisi covid) e territori diversi. Ciò che possiamo sapere è che questo provvedimento è stato preso in Canada per contrastare gli oltre 10.000 morti per overdose dal 2016, ciò che possiamo sperare è che sia efficace.
Italia: ostaggio delle mafie
Purtroppo la situazione in Italia resta ancora ferma, immobile allo stadio in cui è sempre stata: ostaggio delle mafie. Tutta la filiera delle sostanze stupefacenti infatti passa per le mani delle mafie che grazie a questo indotto crescono e proliferano. Un ottimo esempio di ciò che sarebbe una dolce follia ce lo da Roberto Saviano nel suo ultimo intervento al podcast Muschio Selvaggio.
Saviano ci spiega come le mafie hanno costruito il loro impero sul contrabbando di stupefacenti e ci mette davanti un parallelo col contrabbando delle sigarette, morto subito dopo concessioni più blande alle stesse. Oggi l’Italia non riesce a compiere nemmeno un piccolo passo verso la legalizzazione delle droghe leggere, anzi, si demonizza e cerca di penalizzare anche l’uso del CBD o della cosiddetta “erba legale”.
Tutto ciò lascia il mercato nelle mani delle mafie ed in un sottobosco di criminalità e stigma che non fa altro che appesantire, oltre che le coscienze collettive, anche il nostro sistema giudiziario. È così difficile immaginare un indotto economico basato sulla marijuana come in America o Olanda? Evitando di intasare il sistema giudiziario e le carceri con processi per detenzione di pochi grammi? È così difficile immaginare di depotenziare le economie delle mafie? È così difficile immaginare di evolversi?