Scarichi delle fogne nel fiume Volturno. Due sindaci sotto processo
Aver contribuito a portare le bellezze naturali del fiume Volturno allo stato degenerato di acqua fognaria: è questa l’accusa mossa all’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli e all’altro ex primo cittadino, Eduardo Centore. Con loro anche Francesco Greco, dirigente ai lavori pubblici e Eleonora Castri, titolare di Agave, ovvero affidataria della manutenzione degli impianti di sollevamento a servizio della rete fognaria che dovevano garantire il corretto collettamento delle acque reflue urbane che sarebbero finite nel Volturno.
Accuse mosse dalle analisi preliminari effettuate dall’Arpac (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Campania) che aveva effettuato prelievi in prossimità dei due maggiori impianti di sollevamento asserviti alla rete fognaria di Capua (borgo Santella e via Giardini). Da queste erano emerse elevate concentrazioni del batterio escherichia coli e dei tensioattivi totali di azoto amoniacale e ossigeno, chiaramente legati alla presenza nelle acque di sostanze organiche provenienti dalle fogne cittadine, senza alcun trattamento di depurazione.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura sammaritana, la manutenzione degli impianti sarebbe stata carente o, addirittura, inesistente provocando in questo modo fuoriuscita dalle acque reflue dalle sezioni fognarie, con l’acqua di fogna che sarebbe finita, in questo modo, direttamente nel fiume Volturno.
Gli indagati sono accusati non solo di aver causato un disastro ambientale ma anche di aver provocato un deturpamento di bellezze naturali.
Per Antropoli ci sarà un processo in abbreviato e sarà giudicato a metà ottobre. Per i restanti tre che procederanno con rito ordinario il processo si aprirà ad inizio aprile dinanzi al collegio presieduto dal giudice Rosetta Stravino.
Questa la decisione del gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere all’esito dell’udienza preliminare sul disastro ambientale del fiume Volturno.