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“Il vino e suo figlio”. Va in scena a Napoli il monologo di Enrico Bonavera

Giovanni Cosenza 27/04/2022
Updated 2022/04/27 at 3:43 PM
5 Minuti per la lettura

Sabato 30 aprile sarà l’unica occasione per vedere a Napoli il maestro della commedia dell’arte Enrico Bonavera esibirsi in “Il vino e suo figlio”. È un monologo liberamente tratto da “Il navigatore del diluvio” di Mario Brelich, è andrà in scena alle 21,00 al Nuovo Teatro Sanità, nell’omonimo quartiere. Il protagonista assoluto è il vino, il suo valore mitico e sacro, la sua paradossale congiunzione tra basso corporeo e filosofia del palato e della vita. L’autore dello spettacolo, sul suo sito, definisce il monologo “adatto a cantine, agriturismo, enoteche di qualità e teatri attrezzati.

Bernardino Luini, L’arca di Noè, Milano, Chiesa di San Maurizio

“Il Navigatore del diluvio”, la trama

All’età di cinquecento anni, Noè, che sino allora non aveva avuto figli, genera a breve distanza Sem, Cam e Iafet. Poco dopo Dio lo chiamerà per rivelargli un segreto e proporgli un “patto”: l’umanità è condannata a perire nel diluvio, salvo lui e i suoi figli. Brelich comincia ad indagare i sentimenti di Noè, i suoi dubbi, il suo sconforto. Il patriarca in età anziana si ritrova con una  prole numerosa dalla quale discenderà l’unica stirpe che sopravvivrà al diluvio. Noè è l’unico a sapere della tragedia che sta per consumarsi e dispone la costruzione dell’arca. Una decisione folle, per la famiglia che lo sta aiutando, costruire una nave in un terreno pianeggiante, dove non c’è il mare.

Ma Noè, accusato di follia, decide risolutamente di servire Dio procedendo con la costruzione dell’imbarcazione. Travolto dal diluvio, si ritrova insieme alla sua famiglia e a tutti gli animali della Terra sull’arca. Qui, secondo il racconto di Mario Brelich, produce il vino e si ubriaca. È l’immagine di un patriarca profondamente umano che si abbandona alle dolcezze del nettare di Bacco. È una lettura ironica della Bibbia attraverso la quale l’autore scopre, al di là dell’aura di sacralità del Libro, la realtà dei racconti tra un Dio esigente ed alcuni personaggi che, pur non comprendendo le sue richieste, non le rifiutano mai. Un Dio che scende dai cieli per relazionarsi con l’uomo in modo del tutto inedito.

“Il vino e suo figlio”

“Nella nostra società – afferma Bonavera – sono ormai assenti i riti di trasformazione dall’adolescenza all’età adulta, quelli che venivano chiamati “riti di iniziazione”. Ma il primo bicchiere di vino è ancora oggi testimonianza di una prova di passaggio: il fanciullo passa progressivamente dal latte materno, all’acqua, alla bevanda dei grandi. Attraverso lo sguardo del figlio, seguiamo la progressiva e comica evoluzione del vecchio Patriarca dall’entusiasmo del primo sorso, a una gioiosa ebbrezza, per infine trovarlo trasformato dalle numerose libagioni in una esaltata e danzante preghiera di ringraziamento verso l’Altissimo, per lo scampato pericolo del Diluvio.

Enrico Bonavera

Enrico Bonavera, l’Arlecchino ufficiale del Piccolo Teatro di Milano.

Allievo di Ferruccio Soleri, con alle spalle una formazione nell’ambito del teatro di ricerca ha collaborato con l’Odin Teatret di Eugenio Barba e svolge da tre decenni la sua attività di attore di prosa e insegnante di teatro. Ha interpretato i ruoli di Brighella ed Arlecchino nel mitico Arlecchino servitore di due padroni, e con il quale ha girato tutto il mondo. Ha lavorato con Teatri Stabili, Compagnie private e Cooperative, tra cui il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro di Genova, il Teatro Carcano di Milano, il Teatro della Tosse e il Teatro dell’Archivolto di Genova, il TAG Teatro di Venezia e La Piccionaia – I Carrara di Vicenza. Come attore di prosa, è stato diretto da Strehler, Lassalle, Scaparro, Sciaccaluga, Amelio, Battistoni, Soleri, Bosetti, Conte, Gallione, Crivelli, Kerbrat, Calder, Emiliani, Friedel, Hertnagl, Maifredi, Boso, Damasco, Zecca, Bongiovanni.

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