biglietto 1538

Il rinvenimento di un biglietto del 1538: la piacevole scoperta a Brescia

Patience Montefusco 04/09/2023
Updated 2023/09/04 at 10:15 AM
2 Minuti per la lettura

La memoria del passato e della storia è sempre viva in mezzo a noi. Lo dimostra il rinvenimento di un biglietto risalente al 1538, in una delle colonne lignee dell’organo che si trova nel Duomo Vecchio di Brescia.

Il ritrovamento non è stato casuale, ma si è verificato durante dei lavori di restauro dell’organo
in questione, costruito da Gian Giacomo Antegnati, originario di una nota famiglia di organari bresciani.
La particolarità di questa straordinaria scoperta sta nel fatto che il biglietto, risalente al XVI secolo,
sia perfettamente integro, tanto da riuscire a leggerne e tradurne il contenuto. Il biglietto ritrovato appartiene ad un artigiano e, da quanto affermato dal direttore dei lavori Giuseppe Spataro, è stato “ripiegato in ben 32 parti”.

Il contenuto del biglietto del 1538: la firma dell’artigiano e la data di realizzazione

È interessante leggere la traduzione del contenuto del biglietto ad opera di Barbara Maria Savy, professoressa di Storia dell’arte dell’Università di Padova; la frase riportata è la seguente: “Mi Pasì
da Pasira si fat questi coloni de l’orgen del dom/El dì 12 de aprilil mili 538”.
Grazie a questa scritta sappiamo che “Pasì” è il nome dell’artigiano costruttore delle colonne dell’organo ed il 1538 è la data di realizzazione delle stesse.
Questa ricostruzione dei fatti sembra abbastanza plausibile poiché, come sostiene Giuseppe Spataro, “negli archivi si trovano testimonianze secondo le quali all’epoca a Passirano erano attivi artigiani, falegnami e carpentieri di nome appunto Pasino”.

Questa è una straordinaria scoperta per Brescia, Capitale della Cultura 2023.

È sorprendente il fatto che nonostante passino secoli, ci sono scoperte che continuano a sbalordirci.
I reperti del passato che vengono alla luce sono importanti per valorizzare la storia, conoscere le nostre radici, ciò che siamo stati e ciò che saremo.
L’intento comune deve essere quello di tramandare sempre la memoria di ciò che il tempo si è portato via.

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