Alimentazione

Il nostro genere influenza l’alimentazione?

Martina Amante 30/04/2023
Updated 2023/04/29 at 8:50 PM
5 Minuti per la lettura

Nuovi studi hanno indagato la correlazione tra l’alimentazione e stereotipi di genere. In che modo le scelte alimentari partecipano ai processi di identificazione di genere? Che legami esistono, oggi giorno, tra i modi di essere e dirsi uomini e le pratiche alimentari adottate da loro?

Masculinity stress

E’ emerso da ricerche recenti un particolare stato di ansia e preoccupazione che pervade gli uomini, senza distinzione di età. Ansia di non essere conformi alle norme di genere tradizionale ed egemoniche. Questa situazione è stata definita: mascolinity stress.

Quando l’uomo percepisce di essere “insufficientemente maschile”. Oggi giorno è chiaro come le scelte alimentari incidano sulla connotazione performativa del genere. Confermando che l’atto di mangiare sia strettamente correlato al concetto di sé.

Cibo, mascolinità, stili di vita

Un professore di sociologia all’Université de Lorraine, Volca Fidolini, da anni si dedica ai temi dell’alimentazione in rapporto al sesso. Nel suo saggio “Uomini e diete, cibo, mascolinità, stili di vita” l’autore interroga i processi contemporanei di costruzione delle maschilità, in età adulta, tramite lo studio dei regimi alimentari, tra cui le diete vegetariane, senza tralasciare le asimmetrie che caratterizzano il ruolo degli uomini e delle donne in cucina.

Quando un gusto o una preferenza alimentare è assegnata ad un genere o ad un altro, che questo sia uomo o donna, lo si sta inserendo in posizioni diverse e alternative all’interno di una vera e propria gerarchia dei consumi.

Essere vegetariani

Andando più nello specifico il saggio ha analizzato un tema in particolare, prendendo in considerazione la scelta degli uomini di seguire un alimentazione vegetariana. Rendendo così possibile approfondire il nesso tra percezione della sessualità maschile e forme di virilità associate al consumo di carne rossa.

È emerso che spesso gli uomini che rifiutano tale alimentazione possono trovarsi di fronte alla necessità di giustificarsi e di giustificare una mascolinità meno vigorosa. La scelta vegetariana rimetterebbe in discussione il potere della carne nel forgiare un corpo virile, che sia in linea con i canoni estetici dell’uomo muscoloso e definito.

Troppo spesso gli uomini compiono le proprie scelte alimentari, e non solo, rispetto a ciò che vogliono mostrare agli altri. L’uomo non vuole rappresentare una mascolinità minoritaria. Per questo motivo stesso finisce per respingere l’idea di rinunciare alla carne poiché questo si potrebbe tradurre addirittura in una rinuncia dei privilegi accumulati nel tempo dal dominio patriarcale.

Una rivista per soli uomini

Tra i media popolari che ricalcano gli stereotipi di genere interessanti sono le riviste culinarie tra cui “Beef! Per uomini con gusto”.

Nella copertina almeno due sono gli elementi degni di nota: l’accostamento dalla rivista ad un pubblico solamente maschile e l’idea che possa esistere un modo diverso di cucinare tra uomo e donna, “cucina come un uomo”.

Senza tralasciare l’immagine di un pezzo di carne rossa al centro della pagina. Legato a questo tema si riporta un interessante esperimento sociale:

Durante un focus group è stato chiesto a uomini e donne «Quanto sei disposto a pagare per una confezione di carne contenente 8 bistecche di primo taglio, 24 salsicce e 3 kg di carne macinata magra?» e una possibilità di risposta su una scala da 0 a 300 dollari. Il risultato della ricerca ha mostrato che gli uomini, rispetto alle donne, sarebbero disposti a pagare una cifra più ingente.

Scardinare queste configurazioni

C’è necessità, dunque, di prendere in considerazione gli stili alimentari di consumatori che siano uomini o donne, per mettere in discussione le dinamiche di identificazione di genere. Nel momento in cui queste barriere di genere vengono scardinate, c’è una possibilità di pensare che gli uomini non solo potrebbero essere propensi ad aderire a pratiche alimentari che loro stessi o i loro pari possono considerare come “femminili“, ma ne ripensino altresì i tratti e le configurazioni in una specifica chiave maschile e in modo variabile in base ai contesti di interazione e agli interlocutori o interlocutrici.

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