Finisce 2-2 contro il Genoa di Gilardino, il Napoli di Garcia mostra tutti i suoi limiti
Qualcuno ci spieghi dov’è finita la squadra dell’anno scorso, il Napoli visto contro il Genoa non assomiglia a quello che ha vinto lo scudetto. Possiamo parlare di partenze, ma in realtà la sola partenza di Kim non può giustificare questa inversione di rotta.
Il Genoa è partito aggressivo dal primo minuto, e l’ammonizione di Elmas dopo appena 13 secondi fornisce subito una chiara idea di quanto si soffra la pressione. Sofferenza che si è trascinata per tutto il match per un Napoli che alla fine della prima frazione di gioco aveva totalizzato ben zero tiri in porta.
Una squadra in sofferenza
Soffre la difesa che ha trascorso più di novanta minuti ad arginare le linee avversarie, nessuna colpa sui gol subiti sugli sviluppi di calci d’angolo. Di solito, quando non si riesce a segnare, ci si lamenta di un avversario compatto in difesa. Così non è stato contro il Genoa di Gilardino che ha schiacciato più di una volta in Napoli in difesa.
Soffre l’attacco: Osimhen non riceve palloni giocabili in area e la pressione delle linee laterali non è stata adeguata. La verità è che lo scorso anno abbiamo stupito tutti, persino noi stessi, con la facilità con cui si arrivava in area avversaria. Le magie di Kvara non le conosceva ancora nessuno e Osimhen era un giocatore in evoluzione capace di guizzi improvvisi. Ma esistono gli avversari, quelli che ti studiano e imparano a contrastarti e, nel caso, a renderti inefficace. L’avevamo già capito durante la fine del Campionato scorso dove la vera salvezza era stato il tesoretto di punti di vantaggio accumulati sulle inseguitrici.
I messaggi di Garcia attraverso i cambi
La rimonta del Napoli è partita dai subentrati. Politano dalla ripresa per Elmas ha subito impensierito la difesa genoana, il suo tandem con Capitan Di Lorenzo ha permesso di verticalizzare il gioco. La prima zampata arriva da Raspadori: col suo ingresso in campo si è passati al 4-2-3-1 e la pressione del centrocampo è diventata efficace.
Ma quando il Mister dice: “I messaggi sono per chi entra, non per chi esce. Era importante dare spazio a chi si allena bene, anche se ci sono grandi giocatori come Khvicha” è normale avere qualche perplessità. Minutaggio e premi si concedono quando la partita è ormai al sicuro, alcuni ingressi (come quello di Zerbin per il georgiano) sono sembrati arditi e lasciano pensare ad un po’ di confusione anche nell’allenatore. E quale messaggio avrà ricevuto Elmas sostituito già nell’ingresso in campo della ripresa. L’ammonizione pesava, ma con onestà bisognerebbe constatare che il giocatore visto in campo non è lo stesso osannato nella sua Nazionale.
Si avvicina la Champions League
Inaccettabile sicuramente la giustificazione che si sta pensando ai prossimi incontri di Champions League. Non siamo gli unici a doverli affrontare. Occorre trovare in fretta nuove soluzioni o ritrovare vecchie dinamiche, perchè in questo modo il nostro impegno europeo non avrà una lunga storia.
Il cambio dell’allenatore è stato un grande scossone per tutti. Sembra impossibile che però si sia dimenticato quanto di buono fatto.