Il successo dilagante della narrazione green rappresenta un prezioso indicatore delle significative trasformazioni sociali che stanno oggi interessando il mondo Occidentale. Sempre di più nell’immaginario contemporaneo attribuiamo un senso positivo a qualsiasi cosa si riferisca alla sfera del naturale.
Con l’intervento del professor Antonio Camorrino del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II cerchiamo di scoprire – in questo articolo e nel successivo – gli aspetti più interessanti di questa trasformazione che oggi è in atto.
Spiritualità meritatamente green
Nell’ambito degli studi sulla sociologia della religione, Camorrino ha notato, contestualmente alla persistenza nelle società contemporanee del religioso, la diffusione di nuove forme della spiritualità. Tra queste nuove forme ce n’è una in particolare che viene definita ecospiritualità.
L’ecospiritualità è fondata su forme di sacralizzazione della natura. Numerosi gruppi umani cementano il loro legame sociale in rapporto alla credenza che la natura ha un valore sacro.
«La natura attorno a cui si stringono queste nuove forme di spiritualità (o più in generale quella che viene definita deep ecology), sono legate ad un immaginario della natura “disneyficato”. Per “disneyficato” (una definizione che riprendo da David Lyon) si intende un immaginario della natura che è “privo di profondità” e fortemente “edulcorato”, dove viene cioè imbellettata l’idea di natura. Si vede nella natura una nuova entità sacra, che però ha fattezze trasfigurate.
È “priva di profondità”, giacché è l’esito di una radicale mediatizzazione della realtà. La natura lasciata a sé stessa, non farebbe altro che produrre luoghi altamente inospitali per la sopravvivenza umana. Invece, lunghi processi di addomesticamento, di dominio, hanno fatto si che la natura assurgesse a entità sacra. Non si tratta più di una natura minacciosa, ma di una sua versione addolcita che sempre più viene vissuta come una madre accogliente.»
Il termine “disneyficazione” è un concetto che appartiene a pieno al post-moderno. David Lyon collega il concetto di post-moderno all’accelerazione del consumismo e alla sempre più grande diffusione dei mass media. In questo frangente è possibile che si avviino anche processi di “disneyficazione”.
Sociologia delle religioni
Parlando, appunto, di sociologia delle religioni potremmo pensare che il protestantesimo con la sua retorica del lavoro, seguita dalle forme di produzione capitalistiche (secondo la nota teoria di Max Weber), può aver successivamente fatto nascere, come conseguenza di una radicalizzazione del processo, e di forme estreme di consumismo, nuove religioni che adesso predicherebbero una sorta di ritorno al passato.
Mentre con il capitalismo si parla di un “disincanto” del mondo, oggi assistiamo ad un riemergere della sfera sacra, a un nuovo “reincanto del mondo” (di cui parla a esempio Michel Maffesoli) dove la Natura assume un ruolo di assoluto rilievo. Diventa un rifugio di senso: ci fidiamo di essa perché non vi è l’uomo al suo interno.
«Possiamo dire che l’ethos protestante ha prodotto quello che Weber ha definito il “disincanto del mondo”. Adesso l’ecospiritualità indicherebbe una fase di reazione al “disincanto”. La Natura viene vista come un rifugio di senso “reincantato” e in questo “reincanto” la Natura (intesa come entità sacra) non deve più essere oggetto di dominazione, ma bensì soggetto di custodia e sacralizzazione.»