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INTERVISTA. MANN, Giulierini: “Liberare le potenzialità femminili per creare una superpotenza”

Cristina Siciliano 07/02/2023
Updated 2023/02/07 at 12:57 PM
5 Minuti per la lettura

La cultura è donna? Sicuramente, molto negli staff dei musei, meno nella dirigenza dell’editoria; molto nel talento creativo artistico, più episodica nei ruoli manageriali; molto nella ricerca, ancora in evoluzione nei mestieri del cinema. La cultura al femminile vive traguardi e limbi, ma sono quei traguardi a determinarne un cambiamento ed il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oggi ne offre una fotografia. Infatti, molte posizioni apicali al MANN appaiono guidate da donne. L’idea del museo come uno spazio patrimoniale che deve includere la presenza delle donne ci pone dinnanzi alla necessità di intraprendere un processo di evoluzione.  

In questo scenario, il MANN ha cercato anche di attuare campagne di acquisizione dedicate ad artiste donne, per correggere la narrazione fornita dalle loro collezioni permanenti. Per provare a far luce abbiamo intervistato il direttore del museo archeologico di Napoli, Paolo Giulierini

Lei ha definito personalmente il MANN con “una metafora quasi tutta al femminile”. Qual è il significato vero, recondito di questa sua scelta? E qual è il suo obiettivo? 

«Il MANN è un museo dove sono esposte tante eroine al femminile che ci mostrano una cosa fondamentale: le donne nel mondo antico hanno avuto grandi ruoli, ma il più delle volte erano dietro le quinte, a causa di una società fortemente maschilista. Moltissime donne, hanno dovuto combattere contro i pregiudizi. Prendiamo come esempio Saffo, donna di cultura, che venne fortemente criticata a causa della sua omosessualità. Ciononostante, nel museo abbiamo esposto un affresco di Saffo da Pompei. Oppure, un altro esempio riguarda il personaggio che viene dalla Colchide, la maga Medea, che per amore di Giasone, spinta dall’esasperazione fino ad uccidere i suoi due figli, compiendo l’atto più innaturale per una donna. Ma, non si punta l’attenzione sul motivo per il quale lei fu portata all’esasperazione. Al museo, non mancano immagini di Aspasia, compagna di Pericle, della quale sappiamo che fu l’artefice della politica di Atene insieme a Pericle nel V sec., eppure da tutti i cittadini atenesi lei era considerata in modo negativo, perché non era cittadina atenese ma veniva dalla zona dell’attuale Turchia. Oggi nel museo sono esposte le storie di grandi donne che hanno avuto grandissime difficoltà ad imporsi per un tipo di società che in qualche modo, le metteva sempre all’angolo. Abbiamo reinterpretato la parola “museo”, come luogo delle “muse”. Pertanto, ho cercato di dimostrare che nella contemporaneità noi dobbiamo fare l’opposto, perché se si liberano le potenzialità femminili, si riuscirà a creare una superpotenza». 

Ormai lo sappiamo, purtroppo, l’Italia è il fanalino di coda in Europa risultando tra i Paesi con il più basso tasso di occupazione femminile. Cosa si potrebbe fare a riguardo? 

«Quando l’apicale, (ad esempio, il responsabile di un’azienda), si trova dinnanzi ad una scelta di persone, è fondamentale basarsi esclusivamente sulle capacità, sulla duttilità e sull’elasticità di una persona. Quindi, è necessario che ci si dimentichi del fatto che, auspicabilmente, una donna possa avere dei figli. Bisogna creare una scelta che esuli da tutte quelle straordinarie opportunità che ha la donna di poter generare dei bambini. Anzi, se ci si accorge che c’è una persona competente, è giusto non solo esaltarla nella professionalità, ma tutelarla al massimo nel momento della sua assenza. Anche perché, non dimentichiamoci che, è la stessa Costituzione a proteggere il lavoro. Se arriva una ragazza competente e con i giusti titoli, bisogna necessariamente posizionarla nei posti apicali. Le posso confermare, che nei posti apicali del MANN, vi sono: il direttore amministrativo, donna e laureata in giurisprudenza; il direttore dell’ufficio tecnico, donna e laureata in architettura e restauro. Inoltre, nei posti apicali degli archeologi vi sono cinque archeologhe ed uno storico dell’arte. Dopodiché, abbiamo anche una serie di consulenze esterne, dove vi è un vero e proprio criterio paritario». 

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