L’inglese è la lingua del presente: dal secondo dopoguerra abbiamo usato l’inglese a livello internazionale, come strumento di comunicazione tra nazioni prive di connessioni culturali. Ad oggi, l’inglese è la lingua più studiata a livello globale, soprattutto in Europa, dove quasi tutti i paesi la insegnano sin dalla scuola primaria.
La situazione in Italia
In Italia il suo insegnamento è diventato obbligatorio, a partire dal primo anno di scuola elementare, dal 2003 come avviene anche in Francia e Spagna. Anche nei contesti informali, il nostro vocabolario è sempre più ricco di anglicismi, che manifestano la grande influenza della cultura anglofona nel nostro paese. Complice la diffusione dei social media e la globalizzazione dei mercati, l’inglese è anche la lingua più parlata in ambito economico.
Sebbene sia onnipresente nel nostro linguaggio quotidiano, nel nostro Paese sono ancora pochi i giovani che lo parlano fluentemente. Secondo Truenumbers, l’Italia è al 26° posto su 35 Paesi europei per conoscenza dell’inglese, indietro rispetto anche alla Bulgaria, Romania e Slovenia. L’indice Eurostat assegna all’Italia un punteggio pari a 535 su 700, mentre Paesi Bassi, Austria e Danimarca superano i 600 punti.
Con riferimento al 2021, il 43% dei diplomati italiani ha un livello linguistico pari al B2, mentre solo il 19,7% parla inglese fluentemente, corrispondente al C1. La spiegazione può essere sicuramente ricercata nella scarsità di insegnanti madrelingua, la poca pratica e l’abitudine degli italiani di preferire i film doppiati in italiano.
Oggi, l’inglese è un requisito fondamentale per accedere ad opportunità a livello internazionale, come quelle offerte dal programma Erasmus+ per i giovani europei. Anche a livello professionale è uno dei requisiti più richiesti dai datori di lavoro. Grazie ad una pratica quotidiana della lingua -usando app e guardando serie tv e film in lingua originale- è possibile per i giovani italiani migliorare il proprio livello di inglese.