Ricordate quando poco tempo fa abbiamo parlato con la Dott.ssa Mondini dell’importanza del bonus psicologo sottolineando quanto sia importante un supporto psicologico da parte del settore pubblico per far sì che il benessere psicologico non sia più considerato elitario?
Ecco, vediamo com’è cambiato lo scenario facendo un passo indietro.
Cos’è il bonus psicologo e come ottenerlo?
Lo stesso sito INPS dà una definizione del bonus psicologo come «Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia (c.d. Bonus psicologo): una misura volta a sostenere le persone in condizione di ansia, stress, depressione e fragilità psicologica, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico».
Un’iniziativa rivolta a tutti i cittadini italiani e con una soglia ISEE non superiore a 50mila euro.
Come richiederla? Bastava presentare domanda dal 25 luglio al 24 ottobre nell’apposita sezione del sito INPS dedicata al “Contributo sessioni psicoterapia“.
Bene, tutto molto bello in teoria, finalmente una mano tesa dal settore pubblico a tutti coloro che necessitano di un percorso terapeutico ma che non possono sostenerne le spese.
Ma cosa è realmente successo a distanza di 5 mesi? Vediamolo assieme.
Error404: le risorse non sono bastate
E già, come al solito la teoria raramente si concretizza nei fatti in questo Paese. Sono i dati a parlare.
Dopo 5 mesi dall’uscita del bando, lo scorso 7 dicembre sono state pubblicate le graduatorie sul portale dell’INPS.
E nonostante le risorse stanziate fossero state elevate a ben 25 milioni di euro, non sono state sufficienti: solo il 10% delle richieste sono state accolte, 1 domanda su 10.
340.000 le richieste pervenute, di cui la maggior parte proveniente da giovani under 35.
Perché tanti giovani? La stessa dottoressa aveva chiarito questo dato: «l’attenzione si focalizza però sulla fascia di popolazione più giovane in quanto è proprio a questa che è stato richiesto lo sforzo maggiore proponendo regole sociali non conformi a quanto le fasi evolutive richiedevano: esplorazione, autonomia, strutturazione di relazioni significative, esplorazione di progetti futuri e lavorativi. Elementi fondamentali che però sono stati sospesi per garantire il contenimento della pandemia».
Visto quanto accaduto, tantissime persone saranno costrette ad attendere un potenziale scorrimento delle graduatorie e, nel peggiore dei casi, non potranno beneficiare del supporto psicologico.
Ed ora che si fa? Lasceremo che tutti i richiedenti che hanno trovato il coraggio di ammettere un disagio psicologico e chiedere aiuto, restino soli nel buio?