Non sta di certo risultando povera di sorprese la 73° edizione del Festival di Sanremo. La celeberrima kermesse ligure, anche quest’anno all’insegna della direzione artistica di Amadeus, si sta confermando quest’anno un grande successo fra il pubblico sfiorando gli 11 milioni di ascolti nella prima serata. È invece lo share a salire con un importante 62.4% a dispetto del 54.7% dell’anno scorso: è il dato più alto dal 1995 quando a presentare sul palco dell’Ariston c’era Pippo Baudo in compagnia di Anna Falchi e Claudia Koll.
Sanremo e la performance di Blanco
Dopo essersi esibito martedì a inizio serata con Mahmood con il brano “Brividi”, l’artista 19enne è stato invitato nuovamente sul palco per cantare il nuovo singolo “L’isola delle Rose”. L’esibizione non va però secondo i programmi ed il cantante fa più volte notare di riscontrare dei problemi in cuffia. La musica però prosegue e Blanco, riscontrando ancora problemi, abbandona il microfono e si lascia andare al ritmo sfrenato della canzone. Proprio come nel videoclip de “L’isola delle Rose“, l’artista inizia a distruggere la scenografia composta interamente da fiori e di fatto sposta velocemente l’attenzione, non più ora sulla sua voce ma sulla sua “performance”.
Alla fine il verdetto risulta però una condanna: l’intero pubblico dell’Ariston fischia ed insulta il giovane cantante di Brescia che cerca di giustificarsi. «Mi dispiace purtroppo non sentivo la mia voce in cuffia» e, agli incalzanti fischi dal pubblico risponde: «tanto li dovevo spaccare comunque riferendosi» ai fiori della scenografia. «La musica è la musica ed alla fine mi sono divertito comunque» chiude allora Blanco. In effetti, stando anche alle parole post-gara di Amadeus, era in programma che l’artista, durante l’esibizione, interagisse con calci o simili con i vasi di fiori posti sul palco; di certo nessuno si sarebbe aspettato che il giovane cantante distruggesse totalmente la scenografia.
Rabbia o esibizionismo?
Nel gesto dell’artista non c’era di certo rabbia protesta ma semplicemente la voglia di rendere del tutto sua una performance per colpa di alcuni problemi tecnici stava risultando di bassa qualità. Blanco, complice anche la foga e l’inesperienza dell’artista nemmeno 20enne, ha voluto imprimere un marchio personale e spontaneo ad una esibizione che stava via via spegnendosi riuscendo a donarle una nuova ed inaspettata vita. La critica non ha di certo preso bene il gesto di Blanco che si è prontamente, la mattina dopo, scusato attraverso ogni mezzo possibile.
Ciò che passerà alla storia della prima serata sarà quindi la figuraccia di Blanco e della sua “sciabbarabba”, come l’ha prontamente definita Amadeus. Ciò che non fa più scalpore è però l’incapacità del pubblico di uscire fuori dalla propria “confort zone” per poi indignarsi ogni volta che qualcosa non va secondo i soliti piani. Riccardo Fabbriconi, vero di nome di Blanco, di fronte ad problema ha così agito d’istinto, senza seguire alcun canone precostituito.
È però certo che il gesto dell’artista, che è subito stato battezzato come “Blancogate” dal pubblico giovanile, resterà negli annali del Festival andandosi a piazzare tra altri curiosi “fuorigromma” della storia della kermesse sanremese
Andiamo a vedere quindi una top 5 dei più incredibili momenti della storia del Festival della Canzone Italiana.
I Placebo nel 2001
Restando un po’ sulla falsariga di quanto successo recentemente a Blanco non si può di certo non pensare a quanto successo con il gruppo “Placebo” nel 2001. La band britannica, abituata di certo ad una più calda e travolgente atmosfera rispetto al composto salotto sanremese, decise di “protestare” a modo loro. Al temine del singolo “Special K”, Brian Molko (cantante e frontman) stufo di esibirsi di fronte ad un pubblico totalmente asettico, decide di scagliare la propria Stratocaster contro un amplificatore scatenando la furia degli spettatori. Molko, quasi indispettito affronta il pubblico in modo provocatorio e fino ad esser accompagnato all’uscita sotto il coro “scemo, scemo” proveniente dal pubblico.
Lancio degli spartiti nel 2010
Restiamo ancora in tempi più o meno recenti e facciamo un salto all’edizione numero 60 del Festival. In questa occasione c’è stata una obiezione popolare proveniente da orchestra, pubblico e sala stampa per l’annuncio degli eliminati dalla competizione. Durante questa edizione infatti non è stato di certo presa bene l’esclusione di Malika Ayane, Noemi e Simone Cristicchi. Arrivarono invece alla fase finale Marco Mengoni, Valerio Scanu e l’improbabile ( e forse improponibile) trio composto da Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Di fronte a questa ingiustizia protestò come mai fatto prima l’orchestra che decise spontaneamente di lanciare i propri spartiti sul palco all’urlo comune di “Vergogna!”. La serata finale del Festival del 2010, condotto da Antonella Clerici, vide la vittoria di Valerio Scanu.
L’irreprensibile Beppe Grillo nel 1989
L’edizione di Sanremo del 1989 fu di certo molto turbolenta e probabilmente l’apice di quell’anno fu toccato dell’esibizione di Beppe Grillo. Nella prima edizione del Festival condotta da Aragozzini, il comico genovese è ospite sul palco dell’Ariston dopo essere stato allontanato per 3 anni dalla RAI a causa di una non innocua battuta sui socialisti. Durante la propria esibizione Grillo non si dimostra particolarmente redento o intimorito dal bavaglio imposto da mamma RAI e inizia, attraverso il proprio monologo, a sparare su chiunque.
Dopo aver rivelato il cachet incassato con la propria esibizione, svela la condizione imposta dalla RAI di non parlare nuovamente di socialismo commentando però a modo suo questa clausola. «Capirete che se non faccio la battuta sui socialisti poi pensano che ce l’abbia con loro». Il suo monologo arriva poi a toccare l’allora presidente della Repubblica Cossiga fino ad attaccare duramente la Barilla, principale sponsor di quell’edizione del Festival. Al termine dell’esibizione, di fronte alla standing ovation del pubblico commenta: «Adesso è ora di finirla che io vi faccio ridere e poi mi fanno un culo così a me».
Il tentato suicidio del 1995
Tra i grandi imprevisti di Sanremo non possiamo di certo non nominare il tentato suicidio di Pino Pagano nel 1995. Nel corso dell’edizione, Pippo Baudo deve improvvisamente interrompere lo spettacolo per cercare di salvare la vita di un lavoratore disperato. Anni dopo lo stesso Pino Pagano ha rivelato che fosse tutta una messa in scena organizzata ad hoc da alcune persone vicine al conduttore. «Se avessi voluto realmente suicidarmi sarei andato al primo ponte, non di certo a Sanremo».
Bugo e Morgan nel 2020
È probabilmente la più memorabile storia sanremenese di sempre: nel corso della quarta serata del Festival, Bugo abbandona il palco durante l’esibizione di “Sincero”. Il brano, portato dall’artista milanese in collaborazione con Morgan, viene così squalificato nella confusione dell’ex componente dei Bluevertigo che incredulo si chiede: «Che succede? Dov’è Bugo?». Il motivo della fuga di Bugo è dovuta alla provocazione di Morgan che durante l’esibizione cambiò le prime strofe del brano “Sincero”.
Lo scontro tra i due risale però alla sera prima, nella serata cover, dopo l’esibizione di “Canzone per te” di Sergio Endrigo. Secondo Morgan, la performance di Bugo non sarebbe stata all’altezza: «Ero incazzato perché lui ha violentato Sergio Endrigo. Ieri ho deciso di cambiare la prima strofa di ‘Sincero’ perché mi sono sentito offeso. Chi la fa l’aspetti».