E’ la notte di Halloween, siamo nel distretto di Itaewon, a Seul, distretto noto per essere il centro nevralgico della movida coreana e dove ieri, circa 100.000 persone, si erano riunite per festeggiare una delle ”festività” più amate dagli adolescenti di tutto il mondo.
Cosa è successo nella notte di sabato 30 ottobre
Dopo i difficili anni della pandemia, finalmente un attimo di respiro, finalmente di nuovo tutti riuniti nelle strade e nei locali della moderna città della Corea del Sud. Eppure, cosa sia realmente accaduto, cosa abbia portato una normale serata di festa a sfociare nel sangue, resta ancora poco chiaro.
Un diffuso panico, la calca, gente che grida, corre, si dimena. La Yonhap ha dichiarato in riferimento alla folla: «cadevano come pezzi di domino».
Ad oggi si stimano almeno 153 morti e più di 80 feriti, centinaia le segnalazioni di persone scomparse. Tra le vittime, ci sono circa 22 stranieri provenienti provenienti da Iran, Uzbekistan, Cina e Norvegia.
Chi è deceduto per attacco cardiaco, chi addirittura perchè calpestato dalla folla, sono ancora decine i corpi da identificare. Secondo le autorità tra le vittime, molti erano adolescenti e giovani intorno ai 20 anni.
Le parole del presidente Yoon Suk-yeol
Accompagnato da funzionari e soccorritori ancora al lavoro, il Presidente Yoon Suk-yeol ha visitato il luogo della strage per poi recarsi nei suoi uffici per il discorso alla nazione.
Dichiarato lutto nazionale per 7 giorni, bandiere a mezz’asta in tutto il Paese e cancellati tutti i prossimi eventi in calendario.
Di fronte a tutti quei morti, con la voce spezzata il presiedente ha affermato: «È davvero orribile, la tragedia e il disastro di sabato non si sarebbero mai dovuti verificare. Come presidente, che è responsabile della vita e della sicurezza delle persone, il mio cuore è in pena e faccio fatica a sopportarne il dolore».