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Gli ideali di bellezza femminile nella storia: come sono cambiati nel tempo?

Updated 2021/11/29 at 2:38 PM
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Il corpo femminile ha sempre rappresentato per l’essere umano un modello di bellezza, infatti le prime raffigurazioni di popoli antichi che sono giunte fino a noi rappresentano proprio donne, viste come il modello ideale di bellezza e le cui forme perfette riuscivano ad appagare i sensi. Nel corso della storia ci sono pervenute molte opere, figurative e letterarie, che mostrano un modello estetico femminile diverso a seconda dell’epoca di appartenenza. Per cui ciò che per noi rappresenta l’ideale di perfezione oggi, potrebbe non esserlo stato un secolo fa, o un millennio fa.

Nell’antica Grecia il concetto di bellezza femminile era particolarmente importante, infatti il primo a stabilire un canone di bellezza effettivo fu uno scultore greco, Policleto di Argo. Per i Greci un corpo risultava bello quando ogni sua parte aveva una dimensione proporzionata alla figura intera, si trattava di un insieme di grazia, misura, proporzione, equilibrio, simmetria e armonia. Più nello specifico, nelle donne erano apprezzate la morbidezza e la sinuosità delle forme e venivano raffigurate con fianchi larghi e seni e glutei non troppo pronunciati, ma rotondi e tonici.

Del tutto differente è il canone di bellezza femminile prediletto dall’antica Roma. La bellezza femminile nella Roma Imperiale era rappresentata dalla matrona, una donna dal corpo formoso e giunonico, cioè abbondante. La matrona dell’impero non aveva solo un corpo molto morbido, ma era anche carica di trucco e gioielli, vestita in modo ricco e sfarzoso ed era particolarmente dedita alla cura della propria persona tramite la cosmetica. Per i nobili romani, una moglie dal corpo prosperoso e vistosamente appariscente doveva rappresentare la ricchezza e la generosità del marito.

Durante il Medioevo, la bellezza femminile assume un significato molto particolare. A quei tempi, infatti, la donna era considera bella in base a due elementi: la sua figura doveva essere esile e la sua pelle estremamente candida, quasi pallida e per renderla tale la donna medievale la idratava con acqua di rose. Il candore rappresentava una caratteristica della bellezza angelica e quindi perfetta, capace di risollevare l’animo umano.

Il Rinascimento fu invece un’epoca di radicale cambiamento della visione della donna ideale. Si riprese il canone della bellezza classica, ricordando le dee greche. La donna rinascimentale non era più caratterizzata dalla figura esile e dall’aspetto acqua e sapone ma le linee del suo corpo divennero più morbide. La bellezza rinascimentale prediligeva, dunque, una donna dai fianchi larghi e dal seno abbondante.

Durante i primi anni del secolo scorso, si assiste ad un deciso cambio di tendenza. L’ideale di donna diventa meno spiccatamente femminile rispetto alle epoche precedenti. Divengono di moda i corpi snelli, con poche forme e curve, persino i tagli di capelli cambiano diventando molto corti e innovativi. Questo canone di bellezza è stato totalmente sostituito dal modello di bellezza dei giorni nostri, caratterizzato da una magrezza sana e da forme e curve pronunciate, i volti sono luminosi e intensi con labbra carnose e occhi profondi.

È evidente, dunque, come la considerazione di ciò che è bello in un corpo femminile sia cambiata fortemente nel corso dei secoli. Tutte queste trasformazioni del modello di donna ideale sono state, senza dubbio, il frutto dei paralleli mutamenti in ambito culturale, sociale e politico che hanno influenzato, quindi, i canoni della bellezza femminile.

a cura di Claudia Maria Campana

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