IL giusto tempo per le giuste cose

Redazione Informare 22/02/2017
Updated 2017/02/22 at 4:28 PM
4 Minuti per la lettura

Le donne lavorano e collaborano nelle aziende vitivinicole da secoli, al fianco di padri, mariti e fratelli. Oggi è aumentata la consapevolezza delle capacità imprenditoriali sviluppate, dopo essersi trovate a gestire imprese vitivinicole ereditate.

Con questa volontà è nata nel 1988 l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino per il volere e per una grande intuizione della produttrice toscana Elisabetta Tognana.

Oggi annovera 650 iscritte, che rappresentano tutti i vari passaggi della produzione vitivinicola, dal vigneto alla cantina, dalla tavola alla comunicazione. E’una delle organizzazioni più attive e vivaci del grande scenario enogastronomico e raffigura al massimo l’imprenditoria femminile, in modo tale da essere un fenomeno unico al mondo.

L’Associazione ha ricevuto negli anni da Istituzioni ed Enti numerosi riconoscimenti per la grande attività svolta e per il contributo dato per la diffusione del vino italiano di qualità.

Le strade di questa Associazione e di Loredana Matrone si incontrano qualche anno fa.

Ma chi è Loredana Matrone?

Ex insegnante di Fisica, 55 anni, donna normalissima e comune. Ha viaggiato per anni a fianco del marito tra Medio Oriente e Stati Uniti, fino al 2002, anno in cui, dopo la morte del padre è tornata nella sua terra di origine per privilegiare le sue passioni, lasciando il mondo della scuola per dedicarsi alla sua natura artistica, alla pittura. Curiosa e passionale nel suo carattere con una grande propensione alla natura e alla botanica. Con questo bagaglio di cultura e di passione inizia la storia dell’Azienda Agricola Cerrella.

Il vino rappresenta il risultato finale del lavoro e della pazienza, dono di una terra più che generosa. In una bevuta si racconta la sensibilità che l’uomo ha saputo raccogliere in secoli e secoli di intenso e travagliato rapporto con le sua radici.

L’Azienda Agricola Cerrella è ubicata in località Filetta, agro del Comune di San Cipriano Picentino, fonda le sua radici su un impianto secolare di “Tintore di Amalfi” di cui ancora oggi ne vengono conservati tre ceppi originali e i suoi vigneti rappresentano l’Aglianico in purezza che la Sig. ra Matrone definisce il Barolo del Sud, il tutto contornato da tanto verde ed i profumi delle colline circostanti e del mare di Salerno.

Tre le vigne presenti in azienda. La prima è la Vigna delle Rose dove sui filari le Rose sono le guardiane della vite. La Vigna dei Bracchi perché battuta ogni mattina dai cani che accompagnano Loredana alla consueta passeggiata tra i filari per curare le vigne a grappolo. La Vigna dei Pampini per ricordare il luogo dove sono venuti alla luce reperti archeo-botanici. Produzione attuale di 4.000-5.000 bottiglie annue con Indicazione Geografica Tipica.

La composizione dei terreni dei tre vigneti è mediamente franco argillo sabbiosa alternata a strati ricchi di scheletro. La tessitura mediamente sciolta ma con adeguato potere di ritenzione idrica, permette una ottimale precocizzazione della maturazione zuccherina degli acini, mentre la bilanciata composizione chimica in micro elementi influenza positivamente la sintesi dei principali acidi organici e la maturazione fenolica.

Alla domanda “Sogni nel cassetto?”, la Sig.ra Matrone risponde: “ Il mio sogno molto personale e realizzabile è quello che questa Azienda diventi un punto di incontro culturale, artistico e enologico.

 

di Antonino Calopresti

calopresti.antonino@libero.it

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