Giulia Penna è una giovane e talentuosa artista romana, versatile, genuina, che cura ogni aspetto musicale e visivo dei suoi progetti. Adora cantare; è in continua evoluzione, ama sperimentare. Brano dopo brano racconta la sua maturazione artistica, personale. Nel corso dei precedenti mesi, l’abbiamo ascoltata con “Prisma”, “Un bacio a distanza”, “Lacrime dolci”.
La musica per la giovane creator rappresenta un modo magico per evadere dalla realtà. Partecipa a concorsi musicali; successivamente, sui social, dove è seguita, inizia il suo percorso artistico, molto apprezzato dai teenager. Sono proprio le piattaforme ad essere il primo palcoscenico per la giovane artista. Nel corso dell’intervista, che ha rilasciato al nostro magazine, Giulia ha raccontato i suoi singoli, il periodo segnato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, il rapporto con i suoi sostenitori ed i prossimi progetti.
Da cantante a creator ed attrice, Giulia sei una artista poliedrica. Ad oggi qual è la dimensione che più ti rappresenta?
« A me piace definirmi poliedrica perché, secondo me, definirsi proprio è un po’ limitante. Mi piace mostrare tutte queste sfaccettature di me».
Sei nativa di Roma ma da tempo ti sei spostata a Milano. Cos’è che manca a Roma, a livello artistico? Qual è l’esigenza che ti ha spinto ad abbandonare la tua terra natale così giovane?
«Io non ho abbandonato Roma; è il mio cuore. Milano è la mia casa. Quando ho iniziato a fare i primi video sul web, sono stata contattata dalla mia agenzia che si trova a Milano. Per esigenze lavorative mi sono spostata. È stata la mia romanità a rendere i miei video interessanti e virali. La mia terra mi ha aiutata ad essere quella che sono; mi definisco una ragazza molto spontanea e genuina. Ciò deriva dal fatto che sia una romanaccia verace. A Roma c’è più cinema, a Milano ci sono più agenzie di comunicazione. Non riesco a farne a meno, giro molti video a Roma proprio perché mi rappresenta. Roma sono io».
Nel 2020 esce il tuo singolo “Bacio a distanza”. Quanto ed in cosa, a livello personale ed artistico, ha influito l’emergenza sanitaria da Covid-19?
«Durante il Covid ho affrontato un periodo un po’ buio della mia vita, come tante persone. È stata veramente difficile. Nel mio piccolo, ho avuto molto tempo per riflettere. La distanza dalle persone care, dagli affetti, dagli amici mi ha buttata giù. Durante questo periodo ho scritto “Bacio a distanza”, che è stata quella ripartenza da me stessa, uno slancio.
Questa canzone parla della voglia di tornare dalle persone più care, tornare a rivivere, ad essere splendenti, energici, avvicinarci alle persone che amiamo. Tengo a quella canzone; è stato bellissimo girare il videoclip, che è particolare; sono contribuiti di amici: ognuno ha rappresentato la propria estate, da casa propria. C’era chi cantava dentro la vasca, chi sul balcone. È stato bello: in quel video si vede la voglia di tutti di tornare più forti di prima».
Sei molto attiva sui social: quanto ti è stata vicina in quel periodo la tua nutrita fan base? A tal proposito, tu che sei molto giovane cosa ne pensi dello spostamento della musica sul mondo social, dovuto anche e soprattutto all’emergenza sanitaria da Covid-19?
«É stata fondamentale. Faccio fatica a chiamare le persone che mi seguono follower. Io li chiamo amici. Siamo amici; c’è un rapporto di amicizia, ci raccontiamo cose. Quando vengono a sentirmi ai live, li incontro, li saluto, li abbraccio. Con tanti di loro ho stretto un lavoro stretto di amicizia. Io tenevo compagnia con le dirette; ho parlato tantissimo tramite le stories. Tanti loro messaggi mi hanno fatto molto bene».
Nel mese di maggio esce un altro tuo singolo dal titolo “Lacrime dolci”, che inizia con “piovono parole come una tempesta”. A proposito di parole, quanto è importante oggi saper comunicare in rete, visto che sei anche una creator molto affermata?
«E’ importantissimo. Hai una responsabilità sicuramente. Devi essere cosciente di ciò che dici. La spontaneità fa parte di me; è una bellissima chiave, che va, però, misurata con la responsabilità che si ha nel parlare a tantissime persone. Il pezzo parla anche del fatto che ci esponiamo molto, veniamo giudicati. Non solo si ha la responsabilità nei confronti delle persone che ti seguono, ma anche chi scrive deve pensare a cosa scrivere. Io sono molto umana».
Per quanto riguarda, invece, il titolo “Lacrime dolci”, si nota quasi un contrasto di significato. Qual è la tua personale interpretazione?
« Lacrime dolci” parla di un periodo che ho attraversato, molto delicato. Le lacrime sono dolci perché, a volte, i momenti brutti che viviamo ci servono in realtà a far capire alla persona qual è la sua serenità, cosa realmente fa stare male e cosa realmente, invece, fa stare bene. L’ho scritta in un periodo in cui mi sentivo persa; non ascoltavo me stessa ma tanto il giudizio degli altri. Attraverso un percorso che ho affrontato sono riuscita a conoscere meglio me stessa ed a centrarmi di più».
Da qualche mese è, invece, uscito “Prisma”. Cosa ti ha spinto a scrivere “Prisma”, cosa vuoi comunicare con questo nuovo singolo ai tuoi ascoltatori?
«La mia musica è come un diario. È incredibile come queste canzoni siano legate al periodo che vivo. Prisma l’ho scritta prima dell’estate; ma ho sentito l’esigenza di modificare delle strofe a settembre. Volevo renderla attuale. Parla di luce, del fatto che bisogna circondarsi di persone che hanno una bella luce, che possano tirare fuori il meglio. Prima parla di sfaccettature che abbiamo, che dobbiamo accettare e fare uscire fuori. Esce in un periodo di grandi cambiamenti della mia vita. Ho trovato il coraggio di fare dei grandi passi, dei grandi cambiamenti. Il videoclip è curioso perché c’è il bianco, la somma dei colori; il colore mi rappresenta, la purezza. C’è un gatto bianco, che rappresenta un po’ anche la fortuna che auguro a chi ascolta il pezzo».
Sei giovanissima ed alle spalle hai già esperienze significative. Che bilancio, oggi, ti senti di tracciare del tuo percorso artistico? Consideri i traguardi appena raggiunti un punto di arrivo o un punto di partenza?
«Non mi sento mai arrivata. Sono fatta così: sarà che sono molto ambiziosa. Questo è anche un po’ un difetto perché si rischia di non apprezzate il vissuto. Sono una che dice “si può fare sempre di meglio”. Sono tutte esperienze bellissime, ma so di poter dare tanto altro».
Se ne avessi la possibilità, quale sarebbe un progetto, anche curato interamente da te, che vorresti realizzare coinvolgendo i più giovani?
«A me piacerebbe molto creare e sostenere delle scuole artistiche nella periferia di Roma. Io parto dal mio vissuto. Sono nata e cresciuta in periferia. Per studiare musica, dovevo fare un tour de force. Uscivo dal liceo, prendevo un trenino, la metro. Era difficile. Mi piacerebbe dare la possibilità ai ragazzi di vivere in periferia di poter sviluppare il proprio talento.
Sarebbe bello creare queste scuole di formazione artistica non tutte al centro di Roma, ma anche in periferia, che va valorizzata. Sarebbe bello anche per i ragazzi che non possono permetterselo economicamente aiutati magari da volontari che organizzano, ad esempio, un corso cui possono partecipare. In zona mia stanno spuntando delle scuole di musica e sono contenta. È un progetto molto interessante questo che ho proposto di realizzare».
Prossimi progetti?
«Sono una testarda che si dà da fare. Spero in un pieno di musica, che vi farà ballare e non solo. Anzi se mi seguite sui social, capirete e scoprirete».