«La fotografia è diventata una lingua che comunica notizie e basta. Il vero fotografo professionista, l’artista, crea simboli e icone, inventa mondi paralleli, fa poesia». È questo quello che afferma Giovanni Gastel, icona della fotorafia mondiale, ritrattista e poeta. Il grande fotografo ci ha lasciati nel pomeriggio del 13 marzo 2021 dopo aver contratto il covid-19, aveva 65 anni. Tutto il mondo dell’arte e della moda è in lacrime per questa dolorosa perdita.
Chi era Giovanni Gastel?
Nato a Milano il 27 dicembre 1955 , figlio di un’unione un po’ bizzarra; il padre, Giuseppe Gastel, era un uomo d’affari che aveva sposato Ida Visconti, donna dell’altissima aristocrazia e sorella di Luchino Visconti, uno dei più grandi registi e sceneggiatori italiani. La congruenza di due educazioni così diverse lo ha stimolato profondamente permettendo all’arte di essere una componente fondamentale per la sua vita. La sua carriera di fotografo ha avuto inizio in un seminterrato a Milano verso la fine degli anni ’70 dove, giovanissimo, trascorse i suoi lunghi anni di apprendistato (da autodidatta puro) scattando foto ed imparando le tecniche base di un mestiere che l’avrebbe poi portato al successo.
Dopo la pubblicazione della sua prima natura morta sulla rivista italiana Annabella, nel 1982, iniziò a collaborare con Vogue Italia poi con Mondo Uomo e Donna. Il suo avanzamento professionale esplose parallelamente al boom del Made in Italy; in quegli anni, Gastel sviluppò campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane tra cui Versace, Missoni, Trussardi, Ferragamo e molte altre.
Con i suoi scatti ha saputo ritrarre e cogliere l’intimità dei grandi personaggi della moda e della cultura internazionale; una selezione di 200 ritratti è andata in mostra al Museo Maxxi di Roma nel 2020, protagonisti personaggi del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo e della politica che lo stesso Gastel ha incontrato durante i suoi 40 anni di carriera. Da Barack Obama a Maradona, Pino Daniele, Johnny Depp…
Un’artista che lavorava con la luce e lo sguardo per dare corpo all’eleganza dell’immagine, specchio del suo gusto e del suo modo di raccontare la realtà; egli scrive ad un certo punto, nel cuore della sua autobiografia: “Ho capito, come in una folgorazione, che l’eleganza non è una conquista culturale ma una virtù animale”.
Solo la fotografia nella sua vita?
Al di fuori delle foto c’era anche la scrittura: un’altra sua grande passione era scrivere poesie, a 14 anni ha pubblicato la sua prima raccolta, poi a 16 anni ha incontrato la fotografia grazie a una donna. Fu la sua prima ragazza, Alessandra, a insistere perché seguisse questa strada. Da quel momento in poi capì che era proprio fotografare l’attività in grado di farlo stare bene.
Durante un’intervista in cui gli viene chiesto di dire qualcosa ai giovani fotografi, egli risponde: “ Dico di stare tranquilli perché chi ha qualcosa d’innovativo da proporre avrà sempre lavoro. Il problema è che molti di loro, conquistato il dominio della parte tecnica, pensano di essere “arrivati”, invece il lavoro comincia proprio da qui, quando si deve cercare la propria personalità. Ognuno di noi nasce già con una sua unicità, ma che va fatta diventare aggettivo ed estetica nelle proprie immagini. Chi riesce a proporre una novità che rivoluzioni un minimo, allora può inserirsi con successo nel mercato.”
Gastel è sempre riuscito ad imprigionare nelle sue immagini, con leggerezza ed eleganza, l’anima e l’essenza di ognuno. Un mix tra profonda empatia, capacità di leggere nelle persone e andare subito a soddisfare i loro desideri. Ricordiamo le sue opere come una galleria di magici frammenti di umanità.
Di Marika Fazzari