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“Wonder”: il film che ci racconta come scegliere la gentilezza

Grazia Sposito 13/11/2022
Updated 2022/11/13 at 9:07 AM
5 Minuti per la lettura

Il 13 novembre si celebra la “Giornata mondiale della Gentilezza”. Questa ricorrenza nasce in Giappone sul finire degli anni ’80 per volontà dello Japan Small Kindness Movement, un gruppo fondato nel 1963 a partire dagli ideali di Seiji Kaya, rettore dell’Università di Tokyo che in un discorso rivolto ai neolaureati li invitava ad essere coraggiosi abbastanza da creare tanti piccoli atti di gentilezza che avrebbero, un giorno, travolto l’intera società.

Gentilezza come sinonimo di pazienza, sensibilità, empatia. Vuol dire offrire attenzione a chi abbiamo intorno, anche attraverso piccoli gesti. Significa guardare oltre noi stessi, oltre i confini dei diversi paesi, oltre le nostre culture, etnie e religioni. Allenarsi ad essere gentili non vuol dire sforzarsi, ma semplicemente fare pratica.

Il Movimento mondiale per la gentilezza

La storia della Giornata Mondiale della Gentilezza inizia a Tokyo nel 1997, quando alcune associazioni di diversi Paesi – tra cui Australia, Thailandia, Stati Uniti e Regno Unito – si riuniscono per sostenere la gentilezza nella società. Tutto è avvenuto nella giornata del 13 novembre e, da allora, questa data è stata scelta per ricordare l’avvenimento. I Paesi partecipanti decidono quindi di dare vita ad un movimento internazionale e firmano una dichiarazione che sancisce il loro “impegno a unirsi per un mondo più gentile e più compassionevole”.

Da allora il Movimento mondiale per la gentilezza si è speso anche per un pieno riconoscimento di questa giornata da parte delle Nazioni Unite: “Per evidenziare le buone azioni compiute nella comunità – dice un documento redatto dallo stesso Movimento – concentrandosi sul loro potere positivo grazie al filo conduttore della gentilezza”. Un modo per dare a questo evento la stessa valenza di altre celebrazioni internazionali, come la Giornata della Pace e quella della Salute.

La gentilezza nel film “Wonder”: la trama

In questa giornata dedicata alla gentilezza, non posso fare al meno di rispolverare la prima volta in cui andai al cinema a vedere il film di Stephen Chbosky, Wonder. Passai la mezz’ora finale in lacrime. Lacrime di tenerezza, di orgoglio, di amore. In verità la prima lacrima scese sul mio viso, quando morì il loro cane, ma questo è solo un piccolo dettaglio. Wonder racconta la coinvolgente storia di Auggie un bambino di 10 anni nato con una deformazione cranio-facciale che lo rende “diverso” dagli altri bambini. La madre, per paura delle eventuali reazioni dei suoi coetanei alla vista del bambino, decide di non iscrivere il figlio a scuola seguendolo personalmente.

Auggie però cresce, e l’ingresso alla prima media è alle porte. I genitori decidono così di iscriverlo, dopo varie ricerche in una scuola, spronandolo anche a togliere il casco da astronauta che da sempre indossa per non farsi vedere da chi lo circonda. L’esperimento riesce ed il bambino inizia a frequentare il gruppo dei pari. Con il tempo, però, le cose sembrano non andare per il verso giusto: in poco tempo Auggie inizia ad essere vittima di bullismo dai suoi compagni. Nonostante ciò, grazie alla sua grande forza e tenacia, riesce a farsi vedere per il bambino speciale che è, conquistando i cuori di tutti, in particolare di Jack, che in poco tempo diventerà suo grande amico.

“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile.”

Una delle parole più importanti è la parola “gentilezza”; quando durante una lezione, l’illuminato professore di lettere mostra alla classe una frase per stimolare indirettamente una riflessione sulla situazione del ragazzino, dicendo: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile.” L’essere giusti implica per forze di cose la giustizia che, in un modo o nell’altro, porta chiunque a risolvere le situazioni secondo la giustizia, legale o personale. L’essere gentili, invece, è una parola rassicurante, di conforto: implica un’apertura.

È quello che Wonder ci insegna, facendoci capare che bisogna ogni volta rialzarsi e affrontare a testa alta ogni episodio di bullismo.
Wonder ci permette di farci guardare con i nostri occhi, facendoci comprendere che è il modo in cui vediamo le cose che fa la differenza, e che non c’è altro modo, se non la gentilezza, di renderci migliori con se stessi e con gli altri.

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