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Gianluca Castaldi: «Un piano di investimenti per il Mezzogiorno»

Antonio Di Lauro 03/10/2019
Updated 2019/10/03 at 4:46 PM
13 Minuti per la lettura

Intervista al Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi

 

Senatore Castaldi mi permetta di farle anzitutto i complimenti per la sua recente nomina. Lei da cittadino abruzzese, quindi del Sud, è incaricato di gestire i Rapporti con il Parlamento, un ruolo molto importante e cruciale di “relazioni”. Certo che saprà svolgere il suo incarico con determinazione e molto impegno le chiedo cosa può aspettarsi il sud del Paese da questo nuovo Governo Conte?

«Grazie, in primis, per i complimenti!  L’esigenza di un processo riformatore   che riduca la forbice di un Paese a due velocità, che riduca il divario tra Nord e Sud è ben presente nel programma del “Conte2.”  Il sud, il Mezzogiorno, è una realtà vitale, ma anche una realtà, in controtendenza con alcune dinamiche.

Dopo una iniziale ripresa del Sud nel triennio 2015-2017, le Regioni meridionali hanno mostrato una crescita del Pil di appena lo 0,6% nel 2018 rispetto all’1% dell’anno precedente, mentre l’Italia ha conosciuto un incremento dello 0,9% sempre nel 2018, molto inferiore al 2% della media europea. In questo modo, si è avviata una “doppia divergenza”, che ha riaperto la forbice tra il Nord e il Sud e ha ampliato ancora di più le distanze tra il nostro Paese e il resto dell’Europa. Come ha detto specificamente, nel suo discorso di insediamento, il Presidente del Consiglio “l’azione di rilancio degli investimenti passa necessariamente dall’abbattimento del divario tra nord e sud del paese”

In questa direzione il primo compito sarà rilanciare un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti le imprese e dia impulso all’accumulazione di capitale fisico, umano, sociale e naturale del Sud.  E per le aree più disagiate verrà promosso il coordinamento degli strumenti normativi esistenti, e saranno definiti interventi affinché i fondi europei siano utilizzati al meglio per valorizzare i territori.

Voglio affermare, infine ,una cosa : il Sud non solo ha i suoi dolori, le sue piaghe ma è anche, allo stesso tempo, capace di mostrare valori inediti di progresso, eccellenze industriali e di ricerca, talenti e competenze di una nuova generazione con proiezione internazionale, reti e filiere produttive avanzate, come quelle delle 4A (Automotive, Aerospazio, Agroalimentare e Abbigliamento), in grado di competere e, se necessario, di integrarsi con le imprese del Nord, di espandersi all’estero e di superare le dimensioni ristrette e frammentate della struttura economica meridionale».

Nel sistema parlamentare italiano il ruolo del ministro per i rapporti con il Parlamento ha assunto sempre più una importanza cruciale, essendo essenziale, per l’efficienza e l’efficacia dell’azione del Governo. Come pensa che questa nuova maggioranza parlamentare possa coordinarsi con i componenti dell’esecutivo per tenere fede al programma che si è dato?

«Guardi, devo fare il didascalico. Io sono chiamato, al pari del Ministro e l’altro Sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, ad operare nell’area funzionale dei rapporti del Governo con il Parlamento. Ci occupiamo e curiamo: l’informazione sull’andamento dei lavori parlamentari; l’azione di coordinamento circa la presenza in Parlamento dei rappresentanti del Governo; la partecipazione del Governo alla programmazione dei lavori parlamentari; la presentazione alle Camere dei disegni di legge; la presentazione di emendamenti governativi, l’espressione unitaria del parere del Governo sugli emendamenti parlamentari, nonché sull’assegnazione di progetti di legge alla sede legislativa ;i  rapporti con i gruppi parlamentari e gli altri organi delle Camere; degli atti di sindacato ispettivo parlamentare. Curiamo l’istruttoria circa gli atti di sindacato ispettivi rivolti al presidente o al Governo nel suo complesso, la verifica degli impegni assunti dal Governo in Parlamento; la trasmissione alle Camere di relazioni, dati, schemi di atti normativi e proposte di nomine governative ai fini del parere parlamentare.

Per fare ci vogliono attenzione, cura, organizzazione, disponibilità, volontà. Io svolgerò il mio compito con tutte le caratteristiche indicate. E soprattutto con la volontà. Se tutti agiamo con queste caratteristiche, daremo efficacia ed efficienza alla azione di Governo».

Il 25 settembre la capigruppo di Montecitorio dovrebbe approntare il calendario dei lavori dell’Aula della Camera fino a dicembre. Crede che ci saranno le condizioni per il raggiungimento di un’intesa sul taglio dei parlamentari come chiedete da tempo Voi del Movimento 5 Stelle oppure ci sarà prima da discutere sulla modifica della legge elettorale e dei regolamenti, operazioni necessarie in vista della riduzione del numero di deputati e senatori?

«Ci saranno le condizioni? Dovranno esserci, o create, le condizioni: sono obiettivi concordati, e, per noi del M5S irrinunciabili (ma anche il PD ha convenuto sulle esigenze alla base del taglio dei Parlamentari. E poi guardi che di intese apparentemente impossibili, non c’è solo il cosiddetto governo “giallorosso” ve ne sono tante. Giolitti e Turati definirono un’alleanza che servi a Giolitti per provare a placare il mondo dei lavoratori, in rivolta e in sciopero per le vie delle principali città italiane. Nei primi anni del 1900 forma il governo con l’appoggio esterno del partito di Turati. (socialista) Fu un successo. Al punto che Giolitti replicò in qualche modo lo schema delle larghe intese anche nel 1913 con il patto Gentiloni

Come vede, alla fine le condizioni si creano in rapporto agli obbiettivi ed al contesto: e per due forze che governano insieme, ci mancherebbe il contrario».

Il premier Giuseppe Conte nelle sue ultime dichiarazioni insiste molto su misure per il Mezzogiorno che potrebbero favorire anche il nord del Paese anche se ribadisce di “non avere la bacchetta magica” e sul cuneo fiscale ha dichiarato che le risorse sono poche. Quale percorso si profila per questa Legge di Bilancio, cosa possiamo e dobbiamo aspettarci dalla promessa di un “piano industriale per l’Italia” e dell’abbassamento delle tasse e soprattutto per l’IVA?

«Non sono in condizione di dire quello si farà o non si farà. Posso solo confermare che il programma del nuovo governo prevede di non far aumentare la pressione fiscale. E nel triennio che “vogliamo costruire un significativo intervento di riduzione del cuneo fiscale e anche interventi relativi all’imposizione sulle imprese che stiamo studiando e valutando”. Molti “capitoli “saranno scritti in questi giorni. Il capitolo “costo del lavoro”, probabilmente, entrerà nel vivo nei prossimi giorni, quando si conoscerà la dote per finanziare l’intervento (già sulla legge di Bilancio gravano 23 miliardi per sterilizzare gli aumenti dell’Iva, e altri 2-3 miliardi per le spese indifferibili).

Il taglio del cuneo fiscale è uno dei primi punti del programma di PD e M5S, all’interno del quale è chiaramente indicata la necessità di “ridurre le tasse sul lavoro, a vantaggio dei lavoratori”, accanto all’individuazione di una giusta retribuzione, il salario minimo, e a diverse misure di tutela del lavoro, dalla rappresentanza sindacale ad una legge per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.

Fatto sta che l’esigenza di un serio intervento al costo del lavoro non è più rinviabile. Lo dicono i numeri. In Italia il tax wages (il livello e la dinamica del carico fiscale sul lavoro dipendente nei Paesi Membri dell’Ocse), è tra i più elevati al mondo. E l’impatto sulle imprese di questa “zavorra” è davvero notevole. Nei mesi scorsi è stato ben evidenziato: per riconoscere, ad esempio, una retribuzione netta di mille euro, l’imprenditore sostiene un costo reale di 1.828 euro. E la “zavorra” sale al crescere dello stipendio. L’OCSE ha calcolato che in Italia l’incidenza del cuneo fiscale è del 47,9%. Di questo, più della metà è a carico delle aziende. Tradotto in numeri e semplificando al massimo, significa che il costo di un lavoratore che percepisce uno stipendio di 1.000 euro è pari a quasi 2.000 euro.

Proprio per questo non basta intervenire sul cuneo fiscale sui redditi dei lavoratori dipendenti, ma pensiamo anche qualche misura rivolta alle imprese. Il costo del lavoro è infatti uno dei fattori che inibisce le assunzioni e che quindi è tra le cause dirette del fenomeno della disoccupazione. Vedremo i dettagli nella Nota al DEF, primo impegno del nuovo Governo che sarà chiamato ad approvarla entro la fine di settembre.( oggi ,giorno della intervista, è il 25 ..)Qualcosa si muove anche su altri fronti. Ricordo questa dichiarazione di Di Maio: «Quest’anno l’Imu si paga il 60 % in meno. L’anno prossimo l’aboliremo del tutto: dire che questo capannone è un bene di godimento su cui pagarci una tassa è una follia perché senza questo l’impresa non esiste». O come ha detto il sottosegretario Misiani è “ragionevole anticipare da subito la piena deducibilità dell’ Imu sugli immobili strumentali, come capannoni e laboratori”.(  è rispunta l’unificazione di Imu e Tasi ) .

Faremo tutte cose di assoluto buonsenso, insomma…»

Il nuovo governo M5s-Pd sembra aver dato respiro anche ai mercati finanziari e all’Europa per il fatto che Matteo Salvini e il suo sovranismo filoputiniano non siano più al governo del Paese. Roma adesso può tornare a ricoprire a pieno il ruolo di stato fondatore dell’Europa? Sarà così anche per il tema dell’ambiente e di un nuovo Green New Deal visto che anche la Germania ha annunciato una svolta sotto il profilo ambientale?

«Ormai il Green New Deal è entrato preponderante nell’agenda di governo. Il nostro presidente Conte dice:” “L’Italia vuole il primato, la leadership”. (anche se siamo partiti con qualche pasticcio, diciamo).Noi italiani, possiamo impegnarci per assumere una leadership morale e concreta lungo questo cammino. Fresca di voto, la nuova leader della Commissione di Bruxelles Ursula von der Leyen sfoderò il piano di produrre un Green Deal nei primi 100 giorni della sua presidenza. Dobbiamo varare un pacchetto di misure volte e disegnare una visione ambiziosa e realistica dell’Italia e dell’Unione Europea nel contrasto alla crisi climatica e ambientale, un piano che poggia in primis sulla valorizzazione della funzione pubblica degli Stati e su un nuovo utilizzo della finanza pubblica, come strumento potentissimo per garantire una giusta e solida transizione ecologica.

Crisi climatica e crisi socio-economica vanno di pari passo. Gli effetti negativi delle disuguaglianze sono riconoscibili e dirompenti tanto quanto le devastazioni del surriscaldamento del pianeta. Le disuguaglianze sono pericolose perché prosciugano ogni distribuzione delle ricchezze

Siamo già al lavoro per individuare tutte le misure per tradurre in pratica il Green New Deal, la nostra rivoluzione verde. Sarà una strada lunga che il ministero percorrerà insieme alle aziende, raccogliendo le loro idee. Se l’estate infuocata senza precedenti sarà servita almeno a convincerci dell’urgenza di questa svolta, potremo dire come i latini: e malo, bonum, dal male è venuto un bene».

di Antonio Di Lauro

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE N°198
OTTOBRE 2019

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