Nella notte tra giovedì e venerdì la sede del Centro Territoriale a Scampia Mammut è stata derubata.
Uno degli ingressi è stato scassinato con un flex con conseguente furto di materiale utilizzato dai bambini e le bambine che frequentano la sede del centro Mammut. «Dal bilancio fatto finora pare abbiano sottratto per lo più materiale per i laboratori: pennelli, pennarelli, pastelli, scotch, colle, fogli e cartoncini. Sembra siano stati messi in fuga dall’arrivo di qualcuno che è passato in quel momento e sì è insospettito. Stando alle prime ricostruzioni non sarebbero andati oltre la prima stanza, quella da cui sono entrati scardinando la porta sul retro. Nelle altre stanze non sono riusciti ad arrivare. Tra le altre cose che hanno preso i bidoni per la differenziata», spiega Giovanni Zoppoli, fondatore del Centro Mammut a Giuliana Covella in un’intervista pubblicata su Il Mattino.
I precedenti al Mammut
Non si tratta del primo episodio di furto che colpisce la realtà napoletana, anzi. È il terzo furto subito, l’ultimo risalente a 6 anni fa. La natura che traspare dietro un gesto del genere infonde sconforto e perplessità, si danneggia un centro territoriale che da anni affianca bambini e bambine e diffonde cultura e aggregazione.
«Ci ferisce l’ amarezza di un gesto tanto odioso», scrive sui social Chiara Ciccarelli, educatrice del centro, per denunciare l’accaduto. «Oltre che per il furto in sé, non può che colpirci l’assurdità che anche un posto come il Mammut possa essere oggetto di furto. Perché? La domanda sicuramente è stupida: sarebbe più sensato chiedersi come mai gesti del genere non avvengano più spesso, in un contesto in cui l’ingiustizia sociale è sempre più unico e vero ladro (mai arrestato né punito), con povertà crescente e crescente demonizzazione delle associazioni “umanitarie”, ridotte esse stesse all’accattonaggio».
Le forze dell’ordine locali hanno avviato le indagini per fare maggior chiarezza sulle dinamiche e la natura del furto e il Centro Mammut ha avviato una raccolta fondi.
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