foto selfie social

Fotografare sé stessi: il fenomeno del selfie

Palmina Falco 08/05/2022
Updated 2022/05/08 at 6:00 PM
3 Minuti per la lettura

Il termine “selfie” – derivato dall’inglese self, “sé” – indica uno scatto fotografico rivolto a sé stessi, eseguito generalmente con uno smartphone, un tablet o una webcam collegata a un computer.

L’immagine così realizzata spesso viene condivisa sui social network o sulle piattaforme di messaggistica istantanea, in modo che possa essere vista e commentata dagli altri utenti. Alla base della condivisione dei selfie c’è un meccanismo noto agli studiosi di psicologia sociale, ossia la definizione di sé in relazione alla percezione degli altri.

Chi si scatta una foto e la posta in Rete tende solitamente a fissare in quell’immagine un momento della propria vita ritenuto significativo: può essere un semplice dato esteriore (ad esempio un nuovo look), un evento che rompe la routine (ad esempio una gita), una svolta importante nella propria vita (in campo affettivo, scolastico, professionale) o anche una situazione di assoluta quotidianità (è il caso, ad esempio, dei selfie con gli amici). In tutte queste circostanze è come se la persona idealmente trasmettesse agli altri una rappresentazione della propria identità.

Ma l’immagine postata in Rete può avere anche un altro significato. Essa si presta, infatti, a ricevere uno o più “like” o comunque dei commenti: il soggetto accetta quindi potenzialmente di essere sottoposto al giudizio altrui. Di fronte a commenti positivi, coloro che hanno pubblicato la propria immagine ricevono una possibile conferma delle valutazioni che hanno maturato su di sé; all’opposto, una foto che non suscita interesse o che ispira reazioni inaspettate (ad esempio un selfie scattato con il proprio cane allo scopo di esprimere amore per gli animali che riceve commenti inerenti ad altri elementi della foto, come l’arredamento della stanza) può generare interrogativi sul modo in cui gli altri ci percepiscono.

La pratica dei selfie rivela anche un altro fenomeno di interesse psico-sociale, ossia la cosiddetta spettacolarizzazione dell’esistenza. Il filosofo sociale francese Guy Debord (1931-1994) sosteneva che nella società contemporanea tutto è «spettacolo», poiché si afferma l’implicita convinzione che qualcosa esista nella misura in cui “si dà a vedere”. Il selfie può essere interpretato come la ricerca di una prova inequivocabile dell’essere’, il soggetto è presente in una specifica situazione, ed e l’immagine stessa a dimostrarlo e a rendere l’esperienza tangibile.

TAGGED: , ,
Condividi questo Articolo
Lascia un Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *