Flussi

Flussi migratori: il commento di Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans

Tonia Scarano 09/04/2023
Updated 2023/04/08 at 4:07 PM
6 Minuti per la lettura

Il governo Meloni chiede azioni concrete all’UE per la gestione dei flussi migratori e, nel frattempo, predilige il controllo e la repressione al salvataggio e l’accoglienza.

Dal naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio si contano ancora decessi in aggiunta alle oltre 40.000 vittime di naufragi nel mar Mediterraneo. Pochi giorni dopo Cutro e, ancora in questo momento, le necessità di aiuto non calano, i naufragi non si invertono, i flussi migratori non scompaiono. Le persone, invece, continuano a morire nel silenzio di una tentata sopravvivenza.

L’ultimo Consiglio dei Ministri sui flussi

Durante l’ultimo Consiglio dei Ministri a Crotone, la premier ha confermato la linea politica che si attuerà in materia di migrazioni: «Siamo determinati a sconfiggere la tratta di esseri umani responsabile di questa tragedia. La nostra risposta a ciò che è accaduto è una politica di maggiore fermezza sul tema», facendo riferimento alla colpevolezza di chi conduce le imbarcazioni gremite di migranti e continua «Mi stupisce l’atteggiamento di quanti in questi giorni hanno lasciato strali contro il governo, quando il ministro Piantedosi ha ampiamente dimostrato come il governo non potesse fare nulla di più e nulla di diverso da quello che ha fatto per salvare le vite di queste persone, cosa che non ha mancato di fare in tutte le occasioni in cui è stato reso edotto del fatto che ci fosse un problema».

Luca Casarini di Mediterranea Saving Human

Può commentare, in qualche modo, le recenti tragiche vicende e le attuali politiche italiane ed europee a gestione dei flussi migratori?

«Per quanto riguarda la vicenda di Cutro, si è rivelato in maniera tragica un processo in atto da molto tempo sia per l’Italia, che per l’Unione Europea. Tutte le politiche, compresa quella del soccorso in mare, sono improntate a logiche di polizia, che hanno negli anni visto arretrare il livello del soccorso, perché ritenuto un pull factor. È il motivo politico principale per cui hanno sospeso l’unica missione militare di soccorso istituzionale. Tutto questo è finalizzato a respingere, a chiudere i confini rispetto a una immigrazione che è innanzitutto derivante da una crisi umanitaria.

Ci sono persone che cercano di vivere, che non hanno più nulla da perdere, che sono obbligate a scappare da dove sono. Sono presenti delle navi del soccorso della flotta civile, ma tutte quelle disponibili dovrebbero essere messe in campo, sia civili che militari. Bisognerebbe dare molta più centralità e risorse alla guardia costiera italiana, istituire una missione di soccorso europea nel Mediterraneo centrale perché lì è avvenuto, a pochi giorni da quello di Cutro, un altro naufragio che ha visto la morte di 30 esseri umani dopo 27 ore dal primo allarme, proprio perché quella zona è appaltata alle milizie libiche e lì dobbiamo andare noi, perché non possiamo pensare che sia una soluzione il fatto che le persone che tentano di fuggire attraverso il mare vengano catturate in mare e deportate di nuovo in Libia grazie ai nostri mezzi.

“Aiutateci”

Dovrebbero dispiegare tutti i mezzi e chiedere alla società civile “aiutateci”, invece a noi fanno i decreti per mandarci nei porti più lontani, per bloccare le navi da soccorso e anche il sistema che adottano, a volte, fa sì che nonostante ci siano guardia costiera, tutte le guardie di finanza, succedono cose come a Cutro. Se si considera il soccorso come una specie di optional è chiaro che le tragedie accadono, Sono convinto che il governo italiano stia chiedendo le cose sbagliate, dovrebbe chiedere una missione di soccorso europea, invece non lo fa per motivi politici. Finché abbiamo questa impostazione, purtroppo, le tragedie si ripeteranno molto di più».

Quando sentite la Presidente del Consiglio dire “Noi stiamo difendendo i confini” …da chi li stiamo difendendo?

Da donne, uomini e bambini che chiedono aiuto. Bisogna sempre ricordarlo, non stiamo difendendo altro che questo: il nostro privilegio, che causa la morte di altre persone innocenti. Ecco, questa fortezza verrà demolita dalla storia, ovviamente, perché è la storia del nostro continente, quella dell’attraversamento, del continuo scambio con altre culture ed altri popoli, ma sarà anche una demolizione molto violenta se non cambiamo approccio e avverrà purtroppo dopo un’ecatombe di morte. Già siamo in presenza di un olocausto, nel Mediterraneo, dobbiamo regolare questa situazione, intervenire subito per l’evacuazione umanitaria dai luoghi impossibili delle coste del Mediterraneo, dobbiamo costruire vie d’accesso legali e rendere il mare più sicuro. Dobbiamo impedire che le persone muoiano in mare».  

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