«Risulta che nel mondo ogni anno vada sprecato circa un terzo della produzione alimentare totale. E questo mentre tanti muoiono di fame! Le risorse del creato non si possono usare così; i beni vanno custoditi e condivisi, in modo che a nessuno manchi il necessario».
Un invito deciso alla riflessione quello che Papa Francesco ha fatto durante l’Angelus in Piazza San Pietro. La fame nel mondo: un tema vecchio come l’uomo su cui sono stati versati fiumi di parole, per tentare di trovare una soluzione o per becera propaganda che occulta volontariamente le reali azioni da compiere per provare a fronteggiare il problema. Se oltre 820 milioni di persone nel mondo (più di un decimo della popolazione mondiale) soffrono di fame e malnutrizione, evidentemente, il problema non è stato risolto. Una persona su dieci soffre di assenza di cibo: è sconcertante!
Fame nel Mondo: eppure si spreca…
Eppure, secondo il portale Earth.org, circa un terzo del cibo prodotto ogni anno destinato al consumo umano viene sprecato o perso. Circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che potrebbero sfamare 3 miliardi di persone, buttati via. Le risorse, evidentemente, non mancano.
Nell’era delle battaglie per i diritti e delle lotte affinché tutti possano essere rispettati e possano avere le stesse possibilità, è assurdo pensare che la fame non scandalizzi quasi più. Come spesso accade nell’essere umano (soprattutto in quello che non vive in prima persona il problema) assistiamo quasi ad una assuefazione al problema, ad una rassegnazione più o meno inconsapevole. Intanto, la distribuzione di risorse e ricchezze amplia il divario tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è.
Altro che custodire e condividere
«…i beni vanno custoditi e condivisi» ha detto Papa Francesco. Ma che significa “custodire”, che significa – soprattutto – “condividere”, per un’umanità che lascia morire di fame le persone? Secondo Save the children ogni quattro secondi una persona muore di fame. Un fenomeno che sentiamo lontano, ma che in realtà non è altro che l’altra faccia del cibo che buttiamo, sprechiamo o che lasciamo deteriorare per sovrabbondanza.
Numeri e dati che fanno rabbrividire e che, quantomeno, dovrebbero farci riflettere su quanto siamo capitati nella parte più fortunata del “gioco”. Numeri e dati che devono scandalizzare non solo a sprazzi. Dovrebbero intervenire sul nostro stile di vita, sulle nostre azioni, per partire da se stessi e intervenire sull’ingiustizia del sistema-mondo, «in modo che a nessuno manchi il necessario».
Solo questo sano e attivo scandalizzarsi potrà portare frutto nell’abbassamento del personale livello di spreco, ma anche nella testimonianza silenziosa ed efficace verso gli altri. Il sogno è che il mio e il tuo indignarci, il mio e il tuo impegnarci siano scintille ed indignazione per l’opinione pubblica, per la gente del mio quartiere, per la mia famiglia, per chi mi circonda, perché l’umano possa rispondere alla disponibilità delle risorse con una equa redistribuzione delle ricchezze e delle opportunità.