Everything Everywhere All at Once: il riconoscimento di un capolavoro

Sara Marseglia 14/03/2023
Updated 2023/03/14 at 3:12 PM
4 Minuti per la lettura

Domenica 12 marzo si sono tenute le cerimonie della 94esima edizione degli Oscar, al Dolby Theatre di Los Angeles. Il film di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, sotto lo pseudonimo di The Daniels, ha vinto 7 statuette dorate su 11 nomination, entrando definitivamente nella storia degli Oscar. Everything Everywhere All at Once è stato riconosciuto come un capolavoro.

Le nomination e i premi

Tra i premi ottenuti ci sono miglior film, miglior attrice (Michelle Yeoh), migliori registi e migliore sceneggiatura originale (Daniel Kwan e Daniel Schenert), miglior montaggio, miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis) e miglior attore non protagonista (l’ex baby star Ke Huy Quan). Questa lista fa risaltare una novità degli Oscar di quest’anno. Non era mai successo che due attori asiatici vincessero in due categorie lo stesso anno. Vincendo queste categorie Everything Everywhere All at Once si è posizionato nella storia degli Oscar entrando nel club dei Big Five. Si tratta di quei film che hanno ottenuto i 5 Oscar più importanti in una sola serata: film, regia, sceneggiatura e attori. L’unico premio assente risulta essere Miglior attore protagonista, andato a Brendan Fraser per The Whale. Tuttavia va sottolineato che non si tratta di una mancanza, ma della vera e propria struttura del film.

La trama di Everything Everywhere All at Once

La trama iniziale di EEAAO è estremamente semplice. Una donna di origini cinesi possiede insieme al marito una lavanderia a gettoni, attività piuttosto in crisi. Il loro rapporto non è dei più rosei: molti anni di matrimoni stanno spingendo l’uomo a valutare il divorzio. Nel frattempo, il loro rapporto è complicato dall’omosessualità della figlia e dal fatto che la madre non riesca ad accettarne la fidanzata. Come se non bastasse, poi, sta per arrivare il padre della donna, che non ha mai approvato la sua fuga d’amore negli Stati Uniti. Il realismo abbandona la trama nel momento in cui la donna, suo marito e suo padre entrano nel momento in cui i tre entrano nell’Agenzia delle Entrate. La protagonista viene informata dell’esistenza di diversi multiversi, tutti in pericoli a causa di un alter ego malvagio della figlia. Solo la versione di questo universo può salvare tutti gli altri.

Tra il fantascientifico e il grottesco

La presenza di metaversi implica una serie di realtà alternative improbabili tra cui la protagonista e sua figlia si muovono in una lotta che sembra sempre pericolosamente alla pari. In una realtà le persone hanno dita fatte di wurstel, in un’altra un procione aiuta un uomo a cucinare come in Ratatouille. Ma ci sono anche realtà alternative dolorose che fanno riflettere: una in cui la protagonista ha scelto di seguire i suoi sogni di cantante invece che sposarsi oppure un’altra, tanto bella quanto surreale, in cui madre e figlia, sotto forma di pietre, hanno una profonda conversazione. Questa peculiarità permette al film di essere goduto sia in un modo profondamente estetico, sia dal punto di vista puramente esistenziale.

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