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Eurostat, in Italia un giovane su quattro è a rischio povertà

Cristina Siciliano 15/04/2023
Updated 2023/04/15 at 10:49 AM
4 Minuti per la lettura

Il divario generazionale non è mai stato così ampio: in base agli ultimi dati diffusi dall’Eurostat su statistiche UE aggiornate al 2021, un giovane italiano su 4 tra i 15 e i 29 anni è a rischio povertà.
In Ue la percentuale scende al 20% circa. Per quel che riguarda la percentuale Ue per l’intera popolazione è del 17% mentre l’Italia è al 20%. L’Italia è quindi al quinto posto della classifica (partendo dal basso) dei paesi dove la vita dei giovani è più ’dura’.

In linea generale, in Europa il rischio povertà è in media presente per il 16,8% degli abitanti. L’Italia è al di sopra di questa media, con il 20% dei residenti che rischiano. Il dato europeo è comunque significativo, e non riguarda solo la situazione italiana: nel 2021, il rischio di povertà in generale è stato più alto per i giovani nella fascia 15-29 anni rispetto al resto della popolazione. La media europea infatti era, come detto, al 16,8%, mentre la media continentale per i giovani saliva al 20,1%.

Grave tasso di deprivazione materiale e sociale

Sempre nell’Ue nel 2021 il tasso di grave deprivazione materiale e sociale tra i giovani (età compresa tra i 15 e i 29 anni) è stato del 6,1%, mentre il tasso di deprivazione materiale e sociale tra la popolazione totale (tutte le persone che vivono in famiglia) è minimamente più elevato, pari al 6,3%.

Cosa si intende per deprivazione

Il contesto è lo stesso. Ragazzi che non si possono permettere un’autonomia economica sufficiente per vivere. Infatti, per “deprivazione” si intende non avere la capacità di far fronte a spese impreviste o di permettersi di pagare una settimana di ferie fuori casa. Ma non solo. Anche la capacità di far fronte agli arretrati (esempio mutuo o affitto, bollette).

Eurostat, in questo caso, valuta anche la capacità di permettersi un pasto a base di carne, pollo, pesce o vegetariano equivalente a giorni alterni o di mantenere la casa in modo adeguato. Avere a disposizione un’auto per uso personale.

In questo contesto, cosa ci dicono questi dati? Semplice: i dati sono la dimostrazione pratica che il Paese ha bisogno di ripensare le politiche di welfare (cioè di sviluppo) per la famiglia e per i ragazzi. Solo se abbiamo chiara la priorità, sarà possibile svolgere un’azione comune altrimenti continueremo a leggere i numeri e a limitarci a commentare con un sospiro: “Poveri Giovani!”.

Giovani costretti a restare dai genitori

Secondo i dati Istat, sono 1,2 milioni i giovani (18-34) in povertà assoluta oggi in Italia, l’11,6% contro una media nazionale del 5,6%, con la garanzia pubblica fino all’80% del mutuo e la cancellazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali. Insomma, a essere penalizzati, ancora una volta, sono loro, i giovani, schiacciati da due crisi economiche e dalla povertà generazionale.

In questo è evidente come anche il lavoro povero abbia rappresentato per i giovani un’ulteriore zavorra che li ha portati a star peggio degli adulti o anziani, ormai in pensione. E quindi anche il meccanismo semplicistico con cui tendiamo a credere che per un anziano che va in pensione c’è un giovane che entra nel mondo del lavoro è diventato anacronistico e non supportato dai dati, che ci dicono esattamente l’opposto. Ci ritroviamo in un limbo in cui, ancora una volta, i giovani sono i protagonisti.

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