Eni e lo sfruttamento di Evans Shoal: “scacco matto” alla sostenibilità?

Giacomo Marotta 14/05/2023
Updated 2023/05/14 at 7:26 PM
7 Minuti per la lettura

L’azienda energetica italiana Eni sta pianificando al largo delle coste dell’Australia settentrionale lo sfruttamento di Evans Shoal. Il sito è considerato uno dei giacimenti di gas a più alta intensità di anidride carbonica al mondo. Lo rivela un nuovo rapporto dell’IEEFA, che evidenzia il contrasto del progetto con le ambizioni nazionali australiane e del colosso italiano di sostenibilità e riduzione delle emissioni di gas serra.

Presente in Australia dal 2000 tramite la propria controllata Eni Australia Ltd. Il 21 Dicembre 2017 Eni, con comunicato stampa, comunicava di aver acquisito da Shell l’intero interesse del 32,5% del sito diventando operatore della licenza NT/RL7. La nuova joint venture creatasi era così composta: Eni Australia 65% (operatore), Petronas Carigali (Australia) 25%, e Osaka Gas Australia 10%.

Il giacimento, ora ribattezzato Verus come “vero e autentico”, si trova a circa 300 km a nord ovest di Darwin. Si stima che il giacimento contenga circa 226 miliardi di metri cubi di gas.

La posisizione delle due parti

Secondo gli autori del report IEEFA “Eni’s Verus Not So True on Net Zero”, si stima che il giacimento vanti livelli di CO2 tra il 16 e il 27%. Il dato ne fa uno dei giacimenti di gas a più alta intensità di anidride carbonica al mondo. Sfruttare il giacimento contrasterebbe sia con il target australiano di riduzione delle emissioni nazionali di gas serra (meno 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005), che con l’ambizioso obiettivo di Eni di riduzione della CO2 a zero entro il 2035 per tutte le emissioni generate dai processi di estrazione e produzione di petrolio e gas.

Ambizioni, quelle di Eni, che 300 mila investitori italiani retail hanno sottoscritto. Lo scorso gennaio 2 miliardi di euro nella prima emissione obbligazionaria, legata alla sostenibilità dell’azienda (Sustainability- linked bond).

Da parte sua Eni specifica che l’emissione di gennaio dei sustainability-linked bond non risulta legata al finanziamento di progetti specifici al gas naturale ribandendo che i proventi hanno l’obiettivo di mantenere equilibrata la struttura finanziaria diversificando le fonti.

Inoltre, per lo sviluppo del progetto, sono previsti la cattura e lo stoccaggio di CO2. Permettendo di fornire energia decarbonizzata in linea con gli obiettivi di raggiungimento della neutralità climatica.

Evans Shoal e sostenibilità: cosa sono i “Sustainability-Linked Bond”?

Facendo un passo indietro, il 27 ottobre 2022, il CdA di Eni approvava l’emissione di prestiti obbligazionari a tasso fisso, da offrire al pubblico italiano. I titoli da ammettere a quotazione presso uno o più mercati regolamentati, incluso il Mot (Mercato Telematico delle Obbligazioni) per un importo massimo complessivo non superiore a 2 miliardi di euro.

Il 9 gennaio 2023 Borsa Italiana comunicava la data di inizio delle negoziazioni, l’offerta avrebbe avuto inizio il 16 gennaio 2023 e termine il 3 febbraio 2023, salvo chiusura anticipata.

I Sustainability-Linked Bond o “Obbligazioni sostenibili” rientrano nella macrocategoria dei Green, Social, Sustainability and Sustainability-Linked Bond (GSSS). Si tratta di titoli emessi per garantire supporto finanziario a progetti e attività che hanno un impatto positivo sull’ambiente e/o sulla società.

Sono titoli di debito emessi da enti pubblici o privati allo scopo di finanziare progetti sostenibili e ambientali attirando investitori intressati. Hanno una struttura simile a quella dei bond convenzionali, ma il loro utilizzo dei fondi è limitato a specifici progetti ecologici. Le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la conservazione della biodiversità per citarne alcuni.
Funzionano esattamente come qualsiasi altro tipo di obbligazioni. Un’entità emette i bond e li vende agli investitori, ottenendo così dei fondi da destinare al finanziamento di progetti sostenibili e ambientali. In cambio, gli investitori ricevono un tasso di interesse e l’impegno dell’entità a rimborsare il capitale prestato in una data determinata.

Possono essere emessi da qualsiasi entità in grado di emettere debito, compresi governi, aziende, società, organizzazioni no-profite sottolineando che la lore emissione è regolamentata e soggetta a determinate norme e standard, come quelli previsti dall’Istituto della Finanza Internazionale (IIF) e da altri organismi analoghi.
Tuttavia, i green bond presentano delle caratteristiche specifiche che le differenziano dai bond tradizionali:

  • Sono vincolati a progetti specifici che hanno un impatto ambientale e sociale positivo.
  • Sono in genere maggiormente soggetti alla trasparenza e alla rendicontazione, al fine di garantire che i fondi sianno utilizzati adeguatamente.

Evans Shoal: possibile occasione oltre la sostenibilità?

Discostandoci per un attimo dal tema della sostenibilità e allargando la visione su fattori geopolitici potrebbe ritornare utile un’ultima considerazione.

La guerra russo-ucraina ha messo in discussione tutto il settore dell’energia e ci vorranno anni per una struttura globale di nuovo stabile. Riprendendo i dati dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) riguardo i maggiori produttori di gas naturale degli ultimi anni notiamo che le prime quattro posizioni sono occupate rispettivamente da: Stati Uniti, Russia, Iran e Cina.

Le prime quattro posizioni rappresentano una fotografia istantanea dei rapporti di forza globali rispetto ad una risorsa energetica cruciale: il gas. Non è un caso che tra i primi quattro produttori di gas al mondo ci siano le due massime superpotenze globali (Stati Uniti e Cina), l’erede politico della seconda superpotenza del Novecento (Russia) e una delle principali potenze del Medio Oriente (Iran).

Detto ciò, considerando l’enorme quantitativo di gas stimato dal sito (226 miliardi di metri cubi di gas) e tenendo bene in considerazione che il passaggio ad un modello energetico mondiale quanto più sostenibile possibile non potrà mai prescindere dall’utilizzo, almeno in parte e almeno per i prossimi decenni, del gas naturale, lo sfruttamento di Evans Shoal e altri simili potranno essere occasione utile per alleggerire i rapporti di forza globali?

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