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Emergenza climatica: tre regioni italiane nella top 10 europea

Sara Marseglia 22/02/2023
Updated 2023/02/22 at 11:15 AM
4 Minuti per la lettura

Un’agenzia specializzata in analisi del cambiamento climatico, la Xdi (The Cross Dependency Initiative), ha da poco stilato una ricerca che evidenzia i rischi ambientali in circa 2600 territori del mondo al 2050, in cui tre regioni italiane si sono particolarmente “distinte”. Stando al report, “l’analisi del rischio climatico interno lordo si concentra sull’entità del valore del capitale a rischio a causa di condizioni meteorologiche estreme”. Il che significa che la ricerca valuta l’entità del rischio in base a due variabili: la probabilità che si verifichino degli eventi climatici estremi e il valore del capitale messo a rischio da quest’ultimo in una zona.

La top 10 in Europa: ci sono tre regioni italiane

L’80% dei primi cinquanta stati si trova in Cina, India e Stati Uniti (che rappresentano alcuni dei territori più inquinati al mondo ma anche più industrializzati). Qui di seguito, invece, è riportata la classifica dei dieci territori più a rischio d’Europa:

  1. Bassa Sassonia (Germania)
  2. Fiandre (Belgio)
  3. Krasnodar (Russia)
  4. Veneto
  5. Lombardia
  6. Alta Francia (Francia)
  7. Stavropol’ (Russia)
  8. Emilia-Romagna
  9. Baviera (Germania)
  10. Rostov (Russia)

L’Italia, nonostante la modesta estensione territoriale, conta ben tre regioni in questa classifica. Tra gli eventi meteorologici estremi che potrebbero colpire queste regioni ci sono:  inondazioni (fluviali e costiere), caldo estremoincendi boschivicongelamentomovimenti del suolo legati alla siccità e vento forte. Non è un caso, infatti, che solo negli ultimi due anni si siano verificati nelle suddette regioni eventi di questo tipo. Nell’agosto 2020 un violento nubifragio ha colpito il Veneto, in particolare la città di Verona. Ancora, nel luglio 2022 c’è stata l’esondazione dal torrente Re a Niardo, in Lombardia. Infine nello stesso anno ad agosto, in Emilia-Romagna ci sono state delle alluvioni così forti da far precipitare una gru su delle abitazioni nel ferrarese. Dunque, si è menzionato un esempio recente per regione, ma si potrebbe continuare ancora a lungo. Molto è dovuto all’eccessiva edificazione di queste zone che diminuisce drasticamente la capacità di assorbimento del suolo, diventando più soggette a frane e alluvioni.

I danni all’economia e alle persone

L’emergenza climatica di origine antropica sta creando un duplice problema legato all’acqua: se da un lato si parla delle già citate precipitazioni anomale, dall’altro, invece, il problema più grave è la siccità, non solo nelle tre regioni italiane più a rischio. In Italia il danno è particolarmente grave, come quanto riportato dalla Coldiretti. Nel 2022 all’agricoltura sono stati stimati danni per circa 6 miliardi di euro. La prospettiva per il 2023 non appare particolarmente migliore: già a febbraio è stato stimato che, rispetto alla media stagionale, ci saranno almeno 50 giorni di pioggia in meno per garantire il minimo livello di sostentamento.

Le soluzioni al problema: è ancora possibile?

Di fronte a un problema di natura antropica, non si può che ricorrere a soluzioni messe in atto dall’uomo. Tutto però sta nella velocità di risposta ai danni e gli esperti non fanno che concordare sul fatto che ancora oggi si sta agendo troppo lentamente. Il report della Xdi ha proprio l’obiettivo di sottolineare alle istituzioni i problemi di natura economica a cui alcuni territori stanno andando incontro, che sono stimati attorno a dei valori insostenibili anche per gli stati più ricchi. A questo proposito interviene Ecco, think tank italiano per l’ambiente, affermando che il “costo dell’inazione è di gran lunga più alto di quello che si dovrebbe sostenere per mettere in campo efficaci azioni di mitigazione e adattamento”.

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