Il partito repubblicano di José Antonio Kast ha ottenuto alle elezioni di domenica 7 maggio il 35,48% dei voti. Da quando il Cile è tornato ad essere una democrazia, nel 1990, queste sono le prime elezioni con voto obbligatorio. I 10 milioni di abitanti sono stati chiamati ad eleggere 50 consiglieri sui 100 che formeranno la Costituente. Di seguito i risultati.
La destra al potere: chi sono i partiti
Kast, ex candidato alle elezioni, ha ottenuto il 35% delle preferenze dei cileni, distanziandosi di parecchi punti da tutti gli altri partiti. Segue la coalizione di centro-destra Chile Seguro con il 21,1%. L’insieme dei voti dei due partiti implica che su 50 seggi in palio 33 sono stati vinti da partiti di destra. Ciò ha rappresentato una grande sconfitta per l’attuale presidente del paese, Gabriel Boric, esponente del partito di sinistra Convergecia Social. A detta di Kast la sconfitta del suo avversario è stata dovuta all’incapacità di fronteggiare la crisi della sicurezza, migratoria, economica e sociale.
Tuttavia, rimane un certo grado di preoccupazione per la situazione cilena. Kast, infatti, è il nipote di un noto nazista che aveva cercato asilo in Sud America, oltre ad essere un convinto e dichiarato ammiratore di Pinochet. Il carattere controverso di questo personaggio ha fatto preoccupare gli osservatori circa la buona riuscita del processo costituente. Le rassicurazioni, però, sono arrivate dallo stesso partito di Kast e, in particolare, dal suo esponente più votato, Luis Silva: «Non boicotteremo il processo costituente, i cileni hanno la nostra parola, ma non rinunceremo ai nostri principi; apporteremo moderazione a un processo che non abbiamo mai voluto».
Quali altri dati si possono ricavare dalle elezioni in Cile?
Queste sono le seconde elezioni per cui il Cile usa la formula del voto obbligatorio, dopo il referendum di settembre scorso che ha votato per cambiare la costituzione. Su 15 milioni di aventi diritto al voto, 12,5 si sono presentati alle urne, 600.000 cittadini in meno all’ultima volta. Ma il dato preoccupata è sicuramente quello legate alle schede nulle e a quelle lasciate in bianco.
Le prime sono passate da 200mila a oltre 2 milioni (rappresentando il 17% dei voti totali); le seconde, invece, da 565mila rispetto a 77mila di settembre. Per quanto riguarda Gabriel Boric, il suo partito ha ottenuto il 28,4% dei voti: ciò equivale a 17 seggi, che non sono necessari a porre un veto sulle decisioni prese dai partiti avversari. Non resta che vedere che direzione prenderà la Costituente e se porterà a dei cambiamenti delle preferenze del paese per le prossime elezioni presidenziali.