Conversazione con la Dott.ssa Francesca Romana Fragale, leader del Movimento dell’Effettismo (Corrente di pittura contemporanea)
Roma. L’incontro con la Dott.ssa Francesca Romana Fragale ha rappresentato sicuramente un’occasione per parlare della storia, dei trascorsi, del futuro del Movimento e per immergersi nell’affascinante mondo degli Effettisti.
Prima di lasciarvi nella lettura delle conversazione avuta con la rappresentante del Movimento è utile descrivere questa nuova interpretazione dell’Arte. In effetti l’Effettismo è una corrente pittorica eclettica, ogni pittore può scegliere tra astratto, figurativo, informale, materico. La pittura viene intesa e definita come segno, disegno e colore su un supporto come da tradizione delle Accademie. Dai tempi del movimento pittorico della ‘Transavanguardia’, fondata negli anni ‘70 da Achille Bonito Oliva per la prima volta una corrente pittorica deve fare i conti con l’uso del computer: secondo l’ideologia a fondamento dell’Effettismo certo può essere considerata arte, ma non ‘pittura’ quando l’utilizzo del computer o dei proiettori dimidino la purezza del moto creativo.
In questo senso abbiamo, in un percorso condiviso, affrontato alcune sfumature di questa corrente di pittura eclettica.
Qual è stata la scintilla che ha fatto nascere questo Movimento Artistico?
«La Corrente è nata in reazione a tipologie di arte che non appartengono alla tradizione italiana, all’esterofilia tout court, all’Arte che arreda, alle opere in serie. E’ sorta a tutela dell’arte italiana, come reazione alla crisi economica, sociale e di valori e per consentire all’osservatore di distogliere la sua attenzione dalle contingenti problematiche quotidiane guardando un’opera pittorica con valenza impattante, che lo rapisca o lo induca a una riflessione. Il suo fondamento scientifico si rinviene emblematicamente nel saggio ‘L’Uomo neuronale’ del Prof. Jean Pierre Changeux dell’Istituto Pasteur di Parigi, che ha trattato il rapporto tra il cervello umano e l’arte, anticipando la scoperta dei neuroni specchio umano. “Il dipinto, con i suoi “effetti” creati dal tocco dell’artista, è chiamato a generare empatia e stupore, qualcosa di speciale nell’animo. Noi ci riconosciamo nelle ricerche del prof. di neuroscienze Jean Pierre Changeux, che ha studiato la relazione tra arte e cervello umano. L’opera deve colpire entrambi gli emisferi del cervello: il destro, ossia l’emozione, quanto il sinistro, ossia la ragione».
Cos’è il movimento dell’Effettismo? E perché’ questo nome?
«L’Effettismo è una corrente di pittura contemporanea fondata da Franco Fragale che ne ha pubblicato le linee guida nel suo il ‘Manuale di Pittura’, (Guido Scialpi Editore, 2012) giunto alla seconda edizione.
Pittore, ingegnere e scrittore romano deceduto nel 2014, intendeva l’arte pittorica come un rapporto empatico tra l’autore e l’osservatore. Dal suo punto di osservazione, il pittore deve indurre il fruitore a un moto di stupore emotivo, essere un bravo disegnatore, conoscere la tecnica e rispettare i dettami della tradizione, ma nel solco dell’innovazione. L’Effettista deve apportare all’opera qualcosa di nuovo, o nella resa tecnica o nella intuizione di un soggetto inedito. L’Effettista non copia mai, ambisce all’originalità dello stile o del soggetto, accoglie i dettami delle Accademie ma punta all’innovazione. Ora ho io l’onere di rappresentare, come figlia e allieva questa corrente che è riconosciuta anche dall’Accademia Internazionale d’Arte Moderna».
Quali sono le idee/proposte/che vorreste comunicare e trasmettere con il vostro manifesto e il vostro stare insieme?
«L’Effettismo è una controrivoluzione nel mondo dell’arte ed è l’unica corrente Moderna o Contemporanea che non sia partita da un accordo sulla tecnica o sul soggetto. Per esempio, gli “Impressionisti” e i “Macchiaioli” o i “Divisionisti” si accordarono sulla tecnica. I “Futuristi” sul dinamismo, sul movimento e così via. Gli Effettisti hanno firmato un Manifesto sull’Etica dell’Arte, aborrendo il plagio, l’uso smodato del computer, la riconoscibilità imposta dal mercato, lo scimmiottare l’arte americana, i critici d’arte prezzolati, le gallerie snaturate. Il Manifesto della corrente dell’Effettismo è stato presentato e firmato il 20 novembre 2019, nel corso del vernissage della prima mostra del Movimento che si è tenuta a Roma presso la sede espositiva della Cappella Orsini (Via di Grottapinta 21). “Noi Effettisti non intendiamo organizzarci per diventare simili, vogliamo la libertà espressiva. Figurativo o informale o astratto sono possibili modalità̀ per esprimere un pensiero” (cit. dal Manifesto dell’Effettismo, link: https://aiam.it/il-manifesto-delleffettismo/)».
Ed allora, cosa vuol dire essere Effettista? L’Effettista è una persona dal vissuto complesso, con esperienze peculiari, che possa, padroneggiate le tecniche pittoriche, utilizzare gli strumenti per raccontare storie inedite. Senza giri di parole: occorre tornare ai dettami delle Accademie, al ruolo del disegno, al cavalletto, al rispetto delle tradizioni.
L’Effettista non ha limiti neanche per l’utilizzo di tecniche moderne, come il dripping, l’accumulo, lo spruzzo, il materico: sin dagli anni 70, oltre ai colori ad olio vengono utilizzati validi colori acrilici o alchilici, oli a diluizione con acqua, consentendo al pittore tecniche anche miste fortemente innovative, sempre nel rispetto della migliore tradizione pittorica.
Tra i principali effettisti troviamo: Francesca Romana Fragale, Claudio Morleni, José Dalì, Daniela di Bitonto, Mario Bresciano, Emanuela Corbellini, Vito Fulgione, Mario Nicosia, Andrea Festa, Ivan Vicari, Elisa Camilli, Elvira Sirio, Vittoria Baldieri, Patrizio de Magistris e Mattia Fiore che è stato designato Delegato della Regione Campania.
Tutti coloro che ne fanno parte ritengono che un modo per arginare la fase di crisi possa essere anche la valorizzazione dell’arte italiana contemporanea. Sotto un duplice profilo: sia per rilanciare l’arte contemporanea al pari della lirica e della moda come eccellenza all’estero, sia per consentire all’osservatore di distogliere la sua attenzione dalle contingenti problematiche quotidiane guardando un’opera pittorica con valenza impattante, che lo rapisca o lo induca a una riflessione. Tutto ciò che mai come in questo momento sarebbe davvero utile per arricchire il cuore e l’anima dell’interno mondo.
di Antonio Di Lauro