“…E SE NON FOSSE UN SOGNO?”
questo il progetto teatrale presentato da Avolio Service Point e Synfonica records.
Il 28 Febbraio 2020, appena dieci giorni prima dell’evento che ha segnato la storia mondiale (ovvero la pandemia), ad un passo della chiusura temporanea dei teatri, Genny Avolio debutta con lo spettacolo “…E se non fosse un sogno?”
questo il progetto teatrale presentato da Avolio Service Point e Synfonica records.Uno squarcio di realtà questa commedia. Nulla di più vero per chi sposta lo sguardo puntando all’arte; un’agonia, una sofferenza per gli artisti che sognano la giusta riconoscenza. Dietro uno spettacolo non ci sono solo sorrisi; c’è sacrificio, tempo libero spazzato via dalle prove, c’è dedizione, studio e tantissima voglia di urlare al mondo quanto l’arte sia pregna di cultura e di equilibrio.Nella vesti di spazzino troviamo il co-protagonista Domenico Palmigiano al suo primo debutto teatrale il quale si è espresso in merito ai suoi sogni e ai suoi timori.
Solo due anni dopo, il 26 Marzo, al Teatro Vittorio Alfieri di Marano, la commedia musicale riprende vita sul palcoscenico con 14 artisti gli artisti impiegati tra cantanti, attori, ballerine e musicisti.
Il cast è formato dagli attori: Genny Avolio (cantante/attore) Domenico Palmigiano, Maria Rosaria Trinchillo, Roberta Cardone e Rosa Sequino; il corpo di ballo: Fiorella Russo (ballerina/cantante), Sara Iazzetta, Sara Vessicchio, Giovanna Morrone e Ilaria Cecere; l’orchestra: Mario Simeoli (piano e tastiere), Giuseppe Landieri (batteria), Giovanni Lanzuise (basso) e Raffaele Iovine (chitarre).
La trama racconta di un giovane cantante che eredita, dal padre defunto, il posto di portierato in un palazzo del centro di Napoli (condizione che lo salva da uno stato di disoccupazione). Grazie ad un lavoro stabile può finalmente permettersi il matrimonio e quindi una famiglia. Purtroppo però il portiere sente la mancanza della sua realizzazione come aspirante cantante; cominciano così gli alterchi con la moglie, la quale lamenta il fatto che Napoli tenda a non valorizzare gli artisti pertanto non andrebbe a garantire una vita economicamente dignitosa. Grazie ad un amico di vecchia data, il portiere riesce a sognare lo spettacolo che ha sempre desiderato e mai realizzato. Questo sogno, però, è talmente predominante che condiziona la solita realtà del protagonista.
Uno squarcio di realtà questa commedia. Nulla di più vero per chi sposta lo sguardo puntando all’arte; un’agonia, una sofferenza per gli artisti che sognano la giusta riconoscenza. Dietro uno spettacolo non ci sono solo sorrisi; c’è sacrificio, tempo libero spazzato via dalle prove, c’è dedizione, studio e tantissima voglia di urlare al mondo quanto l’arte sia pregna di cultura e di equilibrio.
«Ancora una volta scelgo un genere di spettacolo che abbraccia canto, danza e recitazione, sicuramente elemento innovativo è la presenza di una piccola orchestra che ho sempre sognato avere nei miei spettacoli. Protagonista in assoluto è la canzone classica napoletana, con qualche inserto della musica napoletana più vicina ai nostri tempi. Lo spettacolo è un invito a non abbandonare mai i propri sogni e le proprie passioni, perché sono la cura per vivere una vita migliore.
Purtroppo non sempre riusciamo a realizzare i nostri sogni perché, il più delle volte, siamo ostacolati dalla solita routine. A pagarne le conseguenze, spesso, sono proprio i ragazzi che amano l’arte, che amano fare della propria vita uno spettacolo, un dipinto o qualsiasi cosa che riprende la parola “arte” e questo accade soprattutto in Italia, mi dispiace dirlo l’Italia è un paese dove di arte ne ha da vendere ma che non è in grado di farne un mestiere, proprio perché non viene riconosciuto come in altri paesi, quindi gli aspiranti artisti non devono fare altro che sognare e faticare per avere un attimo di gloria. Lo spettacolo insegna, nonostante gli ostacoli che incontriamo durante il nostro percorso chiamato “vita”, che nessuno può distruggere quel piccolo bambino sognatore che è in noi… ragion per cui basta crederci!», questa la dichiarazione di Genny Avolio.
Nella vesti di spazzino troviamo il co-protagonista Domenico Palmigiano al suo primo debutto teatrale il quale si è espresso in merito ai suoi sogni e ai suoi timori.
«Un’emozione grandissima, la mia. Ho accettato, con grande entusiasmo, la proposta di entrare a far parte del cast perché il palco mi ha sempre fornito la giusta dose e carica di adrenalina. Per qualche anno ho indossato divisa di animatore. Con “Bimbus animazione” ho avuto l’opportunità di immergermi nell’euforia del pubblico. Le strutture balneari, i palchi concessi dai comuni che ci hanno ospitato sono stati un’ottima palestra per la timidezza nonché il modo più leggero per accumulare esperienza.
Una volta letta la trama ed avuto tra le mani il mio primo copione ho sentito ancora più mia questa commedia. Sento di essere un po’ l’aspirante cantante ed un po’ la moglie. Come loro combatto con “l’io interiore”. Sogno una carriera dedita al teatro (motivo per il quale farò confluire le mie energie in uno studio proficuo) ma nel contempo faccio a pugni con la realtà napoletana o ancor peggio italiana. Il teatro soffre ancora ma io – spero – qualcosa possa cambiare».
In Italia abbiamo il privilegio di poterci fregiare di artisti ben consolidati e di artisti emergenti con una verve decisamente di spicco. Non ci resta che incrociare le dita a favore dell’arte ed augurare alla compagnia di “…E se non fosse un sogno?” uno strepitoso successo.