È possibile trasformare il fashion system in un’industria completamente zero-waste?
Uno studio dimostra che l’industria della moda può essere etica e sostenibile sposando la filosofia zero-waste, ovvero senza scarti, che consente di ridurre o evitare gli sprechi…
Ma è possibile vivere in un mondo in cui l’industria della moda sia completamente zero-waste? O si tratta solo di una visione utopica?
Che la moda inquini, e non poco, lo sappiamo bene.
Ma cosa stiamo facendo di concreto? Abbiamo trovato qualche soluzione? Purtroppo, finché ci sarà spreco, ci sarà inquinamento e fino a quando le aziende continueranno a produrre scarti di lavorazione, ci sarà impatto ambientale.
Così come ce ne sarà finché i consumatori continueranno ad acquistare con poca consapevolezza, accumulando vestiti messi che finiranno poi per essere cestinati. Tutto a scapito del Pianeta.
E quindi qual è la direzione da prendere?
C’è chi cerca alternative naturali per i tessuti (come la fibra tessile di latte scaduto, ad esempio), c’è chi propone collezioni moda che non producano più scarti…concezione secondo cui nasce appunto la produzione zero-waste. Ma c’è anche chi predilige l’upcycling impiegando quindi il riuso di vecchi tessuti o capi già esistenti.
Le soluzioni, pertanto, restano molteplici. La start-up di Shelly Xu, ad esempio, punta sulla capacità di eliminare quante più cuciture ed assemblaggi possibili così da realizzare un capo sartoriale a partire da un tessuto unico che non verrà tagliato in mille parti e si propone quindi di agire in prevenzione evitando al massimo ogni singolo centimetro di stoffa sprecata.
Il problema principale, quindi, è che sia i consumatori sia i produttori devono avere un ruolo attivo, ponendosi e ponendo domande sui processi produttivi, valutando le conseguenze delle proprie azioni e proponendo soluzioni o cercando alternative dove l’attuale sistema moda causa problemi. Come consumatori, quello che possiamo fare è iniziare a volerne sapere di più su come e dove viene prodotto quello che compriamo.
Non serve modificare drasticamente le proprie abitudini d’acquisto ma semplicemente compiere con consapevolezza le piccole scelte quotidiane.