Che venti di guerra soffiassero nel vecchio continente non è una sorpresa. Negli ultimi mesi sono aumentate le tensioni tra Russia e Ucraina, rendendo giorno dopo giorno sempre più concreta la possibilità di un conflitto militare tra i due paesi.
Fino a ieri era solo un’ipotesi, perché la storia non si può prevedere: bussa gentilmente alla porta o la sfonda lasciandoci di sorpresa. È accaduto nel Febbraio 2020 con la pandemia; accade oggi, due anni dopo, con l’invasione russa del territorio ucraino. La guerra alle porte dell’Europa.
La dichiarazione di guerra del Presidente Putin
Nella notte il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha dichiarato guerra all’Ucraina. Durante il discorso alla nazione ha dichiarato: «Nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e a terribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore. Coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo, senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico». Il discorso di stanotte del presidente russo, però, potrebbe risalire a tre giorni fa: analizzando i metadati del video si nota infatti la data risalente al 21 Febbraio. La scelta di lanciare l’offensiva, quindi, sarebbe stata presa già da diverso tempo.
Nella serata di ieri la Russia ha chiuso lo spazio aereo civile lungo l’intero confine ucraino. Nella notte del 24 Febbraio, attorno alle 4 (Fuso Orario Europa Centrale) diverse città dell’Ucraina sono state bombardate nei loro punti nevralgici, in particolar modo gli aeroporti. Colpita Kiev – la capitale del paese – e ancora Kharkiv, Mariupol, Odessa. Nella mappa, elaborata da CNN, i luoghi colpiti. In rosso i territori già occupati dalla forze armate russe negli scorsi anni, Donbass e Crimea.
Nell’ultima ora il Ministero della difesa russo ha dichiarato di aver neutralizzato le difese aeree ucraine. Nello stesso momento, dalla Bielorussia diversi carri armati russi hanno passato il confine nord muovendosi sul suolo ucraino. Ad est del Paese più di 105mila persone sono state evacuate dalla regione del Donbass e spostate verso la Russia.
Mentre le notizie di un’incursione a Odessa – nel sud – non sono confermate, nella notte così come negli scorsi giorni è mancata connessione internet, lasciando presagire ad un attacco hacker contro gli ucraini, magari volto a destabilizzare le comunicazioni. «Non vi è alcuna minaccia per la popolazione civile ucraina» ha assicurato il ministero della Difesa russo.
Approvata la legge marziale in Ucraina
Nei bombardamenti di questa notte, secondo fonti interne all’esercito ucraino sono morti centinaia di soldati ucraini. Le forze armate del paese hanno annunciato che sono pronte ad accettare tutti coloro che vogliono unirsi alla difesa dell’Ucraina. In mattinata, invece, il parlamento di Kiev ha approvato la legge marziale.

«Il mondo deve agire immediatamente. È in gioco il futuro dell’Europa e del mondo” ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, alla luce dell’invasione russa, facendo delle richieste alla comunità internazionale. “Uno, sanzioni devastanti sulla Russia adesso, incluso lo Swift. Due, isolare completamente la Russia con tutti i mezzi, in tutti i formati. Tre, armi ed equipaggiamenti per l’Ucraina. Quattro, assistenza finanziaria. Cinque, assistenza umanitaria».
Il servizio di frontiera dello stato ucraino ha confermato di star sparando «contro il nemico, a seconda della situazione al confine». Aperti i rifugi antiaerei per la popolazione ucraina.
La condanna di Stati Uniti e Unione Europea
In una nota rilasciata nella notte dalla Casa Bianca, il presidente statunitense Joe Biden ha condannato l’invasione della Russia. «Gli Stati Uniti ed i suoi alleati risponderanno in modo unito e deciso. Il mondo riterrà la Russia responsabile per la morte e la distruzione che porterà questo attacco». Rivolgendo poi «le preghiere al coraggioso popolo ucraino».
«Condanniamo con la massima fermezza l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina» hanno dichiarato in una nota congiunta la Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Con le sue azioni militari non provocate e ingiustificate, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale e minando la sicurezza e la stabilità europea e globale. Deploriamo la perdita di vite umane e la sofferenza umana». Arriva unanime la condanna delle potenze occidentali, restano in silenzio i paesi allineati alla Russia.
Le prime conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina
Mentre il mondo osserva imperterrito ciò che accade nell’Est Europa, la borsa di Mosca e il rublo crollano. In rosso anche le borse estere, tra cui quella italiana.
Già nelle scorse settimane è salito per tutti il prezzo di grano e altre materie prime. «A preoccupare – sottolineava pochi giorni fa la Coldiretti in un comunicato – è il fatto che il conflitto possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali».

Ma il pericolo è anche quello di una crisi energetica. Non bastava quella sanitaria. L’Europa dipende molto dal gas russo: circa il 40% di quello utilizzato nel continente è fornito dal Cremlino. Si teme che questo, a causa del conflitto, possa ridurre le forniture e aumentare i prezzi, facendo schizzare ancora più il valore del metano, che nell’ultimo anno si è già moltiplicato per 6 a causa della pandemia.
Mentre la situazione cambia di ora in ora, non sappiamo dove si spingerà il conflitto. Sappiamo, invece, a cosa porta la guerra: morte e distruzione su entrambi i fronti, dolore per tutti i popoli.