Una delle questioni che ci riguarda più da vicino oggi può essere associata alla sostenibilità. Gli Stati, le aziende ed i singoli cittadini hanno iniziato a capire che il nostro pianeta sta correndo un grosso rischio e che c’è da migliorare il nostro modo di concepire la sostenibilità. Ovviamente una grossa parte del lavoro è affidato alle aziende e uno sguardo particolare è puntato sulla moda, dove il fast fashion è diventato un trend molto pericoloso grazie ai suoi prezzi bassi e alla varietà di prodotto che offre al pubblico. È proprio su questa scia di sostenibilità che un gruppo giovane e dinamico ha dato vita ad un progetto sostenibile e che ha messo in discussione il nostro modo di pensare la moda ed il nostro armadio. Stiamo parlando di Drip, una start app formata da ragazzi campani che hanno voluto rivoluzionare un settore. Drip infatti stravolge le nostre concezioni e ci pone sul piatto la possibilità non di comperare ma di affittare i nostri capi d’abbigliamento mensilmente. Per capirne di più abbiamo intervistato alcuni membri dello staff di Drip.
Augusto D’Auria, il CEO di Drip, ci ha introdotto al perché hanno riscosso così tanto successo e qual è il loro modello di mercato: «in Drip abbiamo fatto uno studio molto approfondito su quelli che sono i bisogni della nuova generazione, sia della generazione Z che di millennials, e siamo arrivati alla conclusione tramite dei dati che circa il 46% di queste persone sente in media i bisogno di acquistare nuovi capi d’abbigliamento ogni mese. A questo va aggiunto che tutti gli intervistati non indossano questi capi d’abbigliamento con frequenza considerevole e quindi anche il dispendio economico diventa sprecato. Da qui abbiamo pensato che la strada necessaria è più semplice fosse appunto quella di dare un nuovo modello di mercato che tendesse ad un minore spreco, una maggiore sostenibilità e anche una sostenibilità economica maggiore. In Drip la sostenibilità è uno degli elementi chiave visto e considerando che il settore dell’abbigliamento è il terzo settore più inquinante al mondo in questo momento».
Secondo gli studi della start-app, entro il 2030 il noleggio riuscirà ad imporsi potentemente sul mercato del fashion con una crescita annua anno per anno del 12%, e una conseguente diminuzione nella compravendita. È proprio la sicurezza di questo nuovo mercato che ha indotto Augusto, gli altri 3 fondatori e tanti altri ragazzi ad unirsi a questo progetto, lasciandosi alle spalle i precedenti progetti a cui lavoravano. Quella che può essere una rivoluzione per loro è progresso, proprio come l’idea dei colossi di oggi come Uber, Enjoy e Netflix dove il fulcro non è la proprietà ma il godimento di un bene.
Gaetano di Dio, uno dei founder, brand manager e direttore creativo, ci ha illustrato poi quelli che sono gli ultimi progetti a cui Drip ha lavorato. Nonostante la crescita positiva e l’appartenenza di moltissimi dello staff, uno dei temi toccati è stato quello del territorio. Infatti, non poche sono le difficoltà che ogni giorno il nostro territorio pone a nuove realtà innovative, e a cui loro con l’esperienza accumulata cercano ogni giorno di far fronte. Trovare persone che capiscano la visione innovativa di questo tipo di start app e mettano a disposizione i giusti mezzi è molto difficile nel nostro territorio, dove a volte bisogna invece divincolarsi da chi ne vuole trarre solo profitto. La persona giusta è spesso qualcuno che sia un motore, e che apporto cambiamenti positivi anche sul lungo termine. Ma non tutto è tetro. Molti imprenditori del territorio infatti sono entrati in contatto con loro, giovani come Salvatore Sinigallia di Blowhammer, e tanti altri del territorio campano che stanno pian piano creando una rete di giovani imprenditori locali.
Augusto e Gaetano chiosano poi con uno sguardo sul futuro: «Nonostante le cose vadano a gonfie vele siamo consapevoli che abbiamo molto su cui lavorare e riflettere. Puntiamo ad ingrandirci anche grazie all’aiuto di investitori, così da riuscire a raggiungere i nostri prossimi obiettivi: diventare top of mind sia in Italia ( dove forse già lo siamo) sia in Europa e quello di ampliare tantissimo il laboratorio di Next. Next infatti può dare una finestra sul futuro sia ai nostri clienti, che avranno sempre capi all’ultima moda, sia ai giovani designer che potranno interfacciarsi con migliaia di utenti avendo sempre un posto dove sperimentare sul progresso».