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Draghi: maggioranza al Senato con 262 sì, oggi si vota alla Camera

Pasquale Di Sauro 18/02/2021
Updated 2021/02/18 at 1:35 PM
5 Minuti per la lettura

Da Palazzo Madama nella tarda serata di ieri, Mario Draghi incassa 262 voti a favore. Il nuovo premier ringrazia e promette di ricambiare la stima coi fatti: “Impegno per inserire l’ambiente nella Costituzione, il mondo della cultura va sostenuto e occorre investire nel turismo, quei soldi tornano indietro”.

La votazione 

I senatori del sì sono 262, i voti contrari 40 mentre 2 sono gli astenuti, il governo Draghi così incassa la prima fiducia al Senato. Nonostante l’ampia maggioranza, di ben 101 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta fissata a 161, l’ex numero uno della Bce e governatore della Banca d’Italia non è riuscito a battere il primato raggiunto da Mario Monti nel 2011 con 281 voti a favore: 19 in più di quelli ottenuti nella serata di ieri. 

La replica di Draghi e gli obiettivi da raggiungere

“Questo governo conferma l’impegno di andare nella direzione dell’inserimento nella Costituzione dei concetti di ambiente e sviluppo sostenibile su cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge. Confermo che il Parlamento sarà informato in modo adeguato e tempestivo sul complessivo programma e sulle politiche specifiche di intervento. Dallo sviluppo sostenibile al rischio di perdere il patrimonio della cultura. Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati, ma serve fare molto di più. Il ritorno alla normalità deve riguardare anche la cultura. È imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese“.

Vicino al record Monti

Il premier ha poi continuato il suo discorso spiegando che al G7 si lavorerà intensamente sul tema cultura mentre resta al centro del programma il terzo settore e in particolare il turismo:“Alcune imprese rischiano di non riaprire dopo la pandemia, ma non è questo il caso del turismo. Occorre investire in questo settore, quei soldi tornano indietro”. Dopo il discorso, l’emiciclo applaude in risposta alle parole di Draghi che ringrazia e promette di rispondere coi fatti e i risultati del governo da lui presieduto. 

Uno storico debutto per il neo presidente del Consiglio, ieri sera un discorso pragmatico e un “grido di guerra alla pandemia” hanno fissato le sfide del governo Draghi, tra le quali in cima alla lista c’è la ricostruzione del Paese: “Come nel dopoguerra”. Spiega il premier. Dalla Lega al Pd, il governo dell’ex numero uno della Bce ha ottenuto un’ampia maggioranza con 262 voti a favore. Senza ignorare però i dissidenti del M5s, i 19 contrari di FdI e il no annunciato di una parte di Sinistra italiana, che ha fatto scendere il consenso del governo sotto l’asticella di 281 senatori e 556 deputati, record del governo Monti.

M5s, 15 senatori votano no e vengono espulsi 
Sono almeno 15 i senatori M5s che hanno votato no alla fiducia al governo Draghi. Verranno espulsi da Movimento, ad annunciarlo ufficialmente è stato il capo politico Vito Crimi con un post su Facebook, rivolto a chi ieri sera ha deciso di votare contro il nuovo esecutivo e di fatto andando contro l’indicazione degli iscritti. Ma la decisione è destinata a provocare un terremoto, soprattutto in vista del voto a Montecitorio. Secondo il regolamento del Senato, che prevede 10 senatori per la costituzione del gruppo parlamentare, i dissidenti grillini hanno raggiunto il numero per crearne uno. Devono però risolvere il problema del collegamento col simbolo elettorale. Sono risultati assenti alla votazione inoltre Garutti, Nocerino, Vanin, Auddino, Botto e Dessì. Nel Misto hanno votato contro Fattori, Giarrusso, Nugnes, Ciampolillo, Martelli. Mentre Drago si è astenuta. Fra i contrari, si contano anche 19 parlamentari di Fratelli d’Italia, tutti i componenti del gruppo a Palazzo Madama, come annunciato. Oggi atteso il voto di fiducia alla Camera dei Deputati.

Di Pasquale Di Sauro

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