Approfondimento tecnico con intervista alla dott.ssa Paola Dama
Abbiamo intervistato la dott.ssa Paola Dama, dottore di ricerca in oncologia molecolare e farmacologia all’University of Chicago, fondatrice ed ideatrice del progetto Task Force Pandora, che ha raggruppato dal 2013 professionisti da ogni parte di Italia e dall’estero, al fine di raccogliere i dati e le informazioni riguardanti la questione della cosiddetta Terra dei Fuochi. La Task Force si è occupata dall’inizio del sequestro dei pozzi e dei terreni di Caivano, ma è stata oscurata dalla maggior parte dei mezzi di informazione. Abbiamo ritenuto opportuno dare il dovuto spazio ad un approfondimento tecnico “dovuto” a chi ha dall’inizio esposto delle tesi scientifiche che condividiamo.

“Oggi, finalmente, a distanza di tre anni possiamo asserire con determinazione che fu proprio l’assenza di norme nazionali per i terreni e acque ad uso irriguo, nonché la mancata pubblicazione dei valori di fondo naturale delle stesse matrici ambientali da parte della Regione Campania a determinare il sequestro giudiziario da parte della Procura dei pozzi ed i relativi terreni a Caivano nel 2013.
Il provvedimento della Procura, infatti, fu preso, come altri analoghi, sulla base di risultati analitici parametrati alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) definiti dalla tab. II, allegato V, titolo V, parte IV del Dlgs 152/06 (Testo Unico dell’ambiente). Su questa spinosa questione si era espressa anche la Cassazione che, in prima sezione penale, con sentenza 45001/14 del 19/09/2014 sentenziava che dal semplice superamento, nelle acque di irrigazione, delle CSC della 152/06, non può desumersi alcun “avvelenamento” dei vegetali con esse irrigati. Con provvedimento n. 147/15 R.I.M.C. del 16/02/15, Tribunale di Napoli – Riesame dei provvedimenti della libertà personale e dei sequestri, XII sez. penale, si dispose, infine, la restituzione del pozzo e dei 4 ettari di terreni ad esso asserviti al produttore agricolo Vincenzo Capasso.
Il decreto di dissequestro del 2 Novembre del 2016 firmato dal PM Ilaria Rivellese dispone che:
- Non sono da caratterizzare i siti le cui concentrazioni emerse dalle analisi eseguite ai sensi del D.Lgs.152/06, relativamente ai parametri fluoruri, manganese, arsenico, ferro e solfati sono tali da rientrare nei valori di fondo individuati negli studi prodotti dalla comunità scientifica
- Sono da caratterizzare ai sensi dell’art. 242 commi 3 e 7 del D.Lgs 152/06 i siti le cui concentrazioni emerse dalle analisi eseguite ai sensi del D.Lgs.152/06, relativamente ai parametri: ∑DD’s (DDT e suoi metaboliti) Diclorometano (composto di chiara origine antropica per il quale non viene definito il limite di legge, anche se il D.Lgs.152/06 precisa che per le sostanze non esplicitamente elencate nella tabella i valori di concentrazione limite accettabili sono ricavati adottando quelli indicati per la sostanza tossicologicamente più affine), Triclorometano, Tetracloroetilene, di chiara origine antropica e PCDD/PCDF (Diossine e Furani)
Il rammarico è che, pur mancando in Campania (come si legge nel decreto) il regolamento, previsto dall’articolo 241 del D.Lgs.n. 152/2006 su cui noi della Task Force Pandora abbiamo lavorato ad una proposta di legge con l’On. Gianpiero Zinzi della III Commissione Speciale Terra dei Fuochi, bisogna tener presente che alcuni valori di fondo, almeno dei terreni dell’intera Terra dei fuochi, siano stati definiti sin dal febbraio del 2014 proprio dal Gruppo di Lavoro costituito ai sensi della Direttiva interministeriale di cui fa parte anche la Direzione Tecnica di ARPAC.
Non si fa menzione, inoltre, da parte della Procura in questo dispositivo di dissequestro di altre indagini pure eseguite, soprattutto quelle predisposte sin dal 2013 sui vegetali ad uso alimentare campionati nei terreni sottoposti a sequestro e tutte conformi ai requisiti di legge per la salubrità alimentare, tanto che laddove le analisi giunsero per tempo i vegetali stessi furono dissequestrati e commercializzati su dispositivo di quella stessa procura. Si legge, infatti, chiaramente nel decreto quanto segue:
“I fondi ed i pozzi, siti nel Comune di Caivano, sono attualmente sottoposti a sequestro preventivo, con autorizzazione alla prosecuzione della coltivazione sotto il controllo della P.G. e dell’ASL”
Ancora una volta ribadiamo quanto sia importante focalizzarsi sulle vere emergenze della Regione Campania, quale il fenomeno dei roghi di rifiuti in maniera precisa e competente e non perdere tempo prezioso nella risoluzione di problemi scaturiti da orde di testimonial ed attivisti a seguito.”
di Angelo Morlando