Dopo due anni d’amministrazione guidata dal sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo abbiamo deciso di fargli un’intervista, ad ampio raggio, che pubblichiamo integralmente e in esclusiva su informareonline.com.
Inizio con una domanda che molti cittadini mi rivolgono, e pari pari la rigiro al sindaco: perché sulla TIA i cittadini dovranno pagare la differenziata quando invece non viene fatta a regime e non raggiunge i limiti imposti per legge?
“La differenziata, intesa come nuovo piano implementato da questa amministrazione dal settembre 2014, ha avuto buonissimi risultati. La media del 2015 si attesta intorno al 31-32% con picchi anche del 37% per alcuni mesi, segnatamente Novembre 2015 (dati sui quali rilevo delle discordanze, ma essendo ancora non ufficiali, mi dichiarano essere attendibili ndr) . Ricordo che siamo partiti dal 8%. Il risultato, in termini assoluti, è tra i più alti di Italia, tant’è che il sottoscritto è stato premiato da Legambiente a Casale Monferrato (premio “Luisa Minazzi”). Pur tuttavia il paese continua ad essere sporco. Aumento della differenziata non significa automaticamente avere il paese pulito, in quanto questo dipende soprattutto dal grado di “civiltà” della cittadinanza, ovvero di alcuni gruppi di cittadini che potrebbero continuare a sversare abusivamente per strada ogni sorta di rifiuti, anche in corrispondenza di un netto miglioramento della raccolta differenziata. E’ un problema di sorveglianza del territorio ed anche di repressione degli abusi, che può essere risolto attraverso adeguati sistemi di video sorveglianza nonché dall’intensificazione dell’azione di controllo da parte della Polizia Municipale e delle altre forze di polizia. E’ anche, e soprattutto, un problema di cultura ambientale rispetto al quale è indispensabile un’azione sinergica fra le forze attive del territorio, con la scuola che deve assolvere ad un ruolo da protagonista”.
Ripeto, perché non vengono defalcati alla SENESI le penalità per il mancato raggiungimento del 65% come prevede la legge?
Per il mancato raggiungimento delle soglie di raccolta differenziata previste dalla legge non è stato possibile effettuare alcun addebito alla Senesi in quanto nel contratto di servizio, e nel relativo capitolato di appalto, non è stato previsto questo obbligo in capo al soggetto gestore. In pratica, il contratto, risalente al 2010, ovvero ad altre Amministrazioni, attribuisce alla Senesi degli obblighi “di mezzi” e non “di risultato”. Rispetto agli obblighi di mezzi, ovvero al numero ed alle tipologie di automezzi ed attrezzature ed al numero ed alle qualifiche del personale dipendente, possiamo dire che sono stati assolti da parte di Senesi, per cui il Comune è altrettanto obbligato a corrispondere per intero quanto dovuto, dietro presentazione di regolari fatture mensili. Si tratta di introdurre l’obbligo di portare la differenziata al 65% nel nuovo capitolato di appalto, e quindi nel successivo contratto di servizio col gestore che dovrà subentrare a seguito di scadenza del vigente contratto. Solo allora si potrà “sanzionare” l’eventuale mancato raggiungimento dell’obiettivo.
Perché il Comune consente alla Senesi la gestione dell’isola ecologica e non lo fa direttamente ?
Il ristoro dei materiali da parte dei vari Consorzi ad oggi è poca roba, riusciamo tuttavia a compensare le perdite delle frazioni estranee presenti nei materiali. A breve stiamo regolamentando l’intero ciclo integrato dei rifiuti per singoli settori e rinnovando le convenzioni, a ribasso, con i vari Consorzi di filiera.
Perché ad oggi il Gioli, come annunciato in campagna elettorale, denunciando con video e altro la legalità dello stesso, tuttora risulta ancora aperto, ora è tutto regolare?
Il Giolì, e il CONAD nello specifico, ha le licenze amministrative, avute in virtù dell’approvazione del SIAD da parte del Consiglio Comunale nel dicembre 2009 – quando ero già dimesso – e del relativo parere di conformità della Regione Campania. La politica di allora, infatti, mise la “pezza” per trasformare quello che in origine doveva essere una galleria di esercizi di vicinato a prevalenza di uffici in un vero e proprio centro commerciale. Adesso è in amministrazione giudiziaria, ovvero gestito dal Tribunale a mezzo curatore e il suo evidente “fiasco” commerciale dimostra in maniera evidente che le mie perplessità sulla sua apertura, a prescindere dal fatto che odorava di camorra, erano fondate e non pretestuose. Aspetto a breve un riscontro da parte del curatore per capire lo stato giuridico e amministrativo della struttura.

Sei stato nominato presidente del CDA della Inco.Farma S.p.A (Farmacie comunali). Cosa pensi di fare per ripristinare le troppe incongruenze esistenti in questo consorzio e se per il nostro territorio ci saranno dei benefici reali, visto che come dichiarato in passato su queste pagine, dall’assessore al bilancio Giuseppe Scialla, di quel 25% spettante al comune non si è mai visto un centesimo e nemmeno servizi sociali a beneficio della cittadinanza?
Dal Luglio 2015 sono Presidente del CDA della Inco.Farma S.p.A, società mista che gestisce 21 farmacie tra Napoli, Caserta ed Avellino. Il Consorzio CISS, tra cui partecipa il Comune di Castel Volturno, è tra i più virtuosi in Italia nel settore, con redditività e fatturato medio di gran lungo superiore agli altri consorzi che gestiscono farmacie comunali. Non ci sono, pertanto, alcune incongruenze, anzi va evidenziato che i comuni facenti parte del C.I.SS. hanno realizzato la ‘realtà Inco.farma’ con l’impiego di soli € 1.000,00 versati al momento della costituzione del consorzio (o in occasione della loro adesione), consentendo in tal modo al C.I.SS., a fronte di un investimento decisamente irrisorio, di percepire il 25% degli utili riportati dall’Inco.Farma S.p.A., oltre a quanto ulteriormente percepito dal C.I.SS., a titolo di canone fisso, per ogni farmacia regolarmente attivata. I capitali necessari all’allestimento ed all’attivazione delle singole sedi farmaceutiche, inoltre, sono stati anticipati, al momento della costituzione dell’Inco.Farma S.p.A., dal socio privato della stessa (Soc.I.Gess. spa) che si è dunque fatto carico di tutti i costi legati alle start-up delle singole unità. Diversamente, i comuni facenti parte di altre realtà consortili hanno dovuto conferire, in favore dei consorzi di cui fanno parte, somme ben più elevate (centinaia di migliaia di euro cadauno), ricevendo in cambio utili di gestione irrisori o addirittura perdite (che sono stati costretti a ripianare). Gli utili della Inco.Farma vengono poi “trasferiti” ai comuni come servizi aggiuntivi gratuiti ai cittadini. Per molti cittadini, tuttavia, la farmacia comunale non è diversa da quella privata per cui è necessario uno sforzo in più del Consorzio CISS per offrire servizi specializzati e socialmente impattanti. Sto lavorando per offrire un servizio di consegna gratuita dei medicinali e alcune prestazioni sanitarie ai cittadini disabili e in difficoltà economiche.
Scusami sindaco, ma questa risposta è troppo politichese, ti chiedo di essere più preciso, so di ricorsi fatti a questa società, che fornisce in monopolio i farmaci a tutte le farmacie consorziate, che di pubblico c’è poco e di privato tantissimo, ti prego di essere più preciso, anche comprendendo il tuo ruolo in questo momento.
Sulla INCOFARMA, ribadisco che sull’attività del Consorzio CISS vanno riviste alcune criticità perchè ad oggi alcuni servizi resi dalla farmacia non sono così visibili tali da differenziarla dalle private. Sto lavorando, come sindaco, per implementare nuovi servizi “pubblici” per la farmacia, come ad esempio il trasporto gratuito di medicinali a presone bisognose e allettate ed iniziative nelle scuole. Tra un mese c’è il rinnovo degli organi del CISS e quella sarà l’occasione per discutere il tutto ma non è facile raccordare 24 sindaci, anzi spesso non riusciamo nemmeno a vederci nelle convocazioni delle assemblee.
In qualità di Presidente della INCOFARMA posso solo dire che il modello di gestione è virtuoso e quindi non ho fatto altro che continuare sull’operato della vecchia amministrazione.
Le criticità rilevate all’epoca, quindi, erano e sono politiche, legate al fatto che i vari sindaci colleghi non hanno la mia stessa sensibilità, ma è chiaro che la mia deriva dal fatto di avere una carica nella società INCOFARMA. Se non avessi questo incarico magari sarei anche io distratto da altre emergenze, anche in virtù del fatto che le farmacia non danno alcun problemi al comune.
I ricorsi continuano a piovere sulla società ma sia al TAR che al CdS abbiamo sempre avuto ragione.
Il PUC che state presentando sul territorio è solo a titolo informativo, oppure è basato su atti documentali concreti e basi analitiche di studio del territorio che dovranno ancora essere realizzate. Ci sono dei costi presunti finali e dei tempi tecnici certi per il completamento, visto che ogni amministrazione passata non è mai andata oltre la solita promessa e spendendo soldi della collettività inutilmente?
La redazione del PUC sta nella fase iniziale della partecipazione, così come prevede la legge. Abbiamo incontrato i cittadini nelle diverse zone, abbiamo sentiti le realtà imprenditoriali, le associazioni, i professionisti e tutti gli enti sovra comunali che dovranno esprimere un parere sulla proposta di PUC. Abbiamo bandito un concorso di idee per le scuole, affinché i bambini partecipino alla creazione del logo e ad esprimersi su come immaginano la loro città. Abbiamo creato un sito (www.puccastelvolturno.it) in cui è possibile interfacciarsi con i tecnici redattori e consultare l’avanzamento del PUC in ogni sua fase, nonché presentare osservazioni, suggerimenti e compilare questionari. I costi, necessari, sono stati previsti in un apposito Bilancio, 200 mila euro circa, ma per adesso abbiamo impegnato solo 40mila euro per la convenzione con l’Università di Salerno che ha avuto l’incarico di accompagnarci fino alla sua approvazione, con la consulenza scientifica del Professore Gerundo e il Coordinamento Tecnico dell’arch. Izzo. Contestualmente, convinti che il PUC non può certo cambiare nell’immediato il territorio, ma pone solo delle regole, abbiamo selezionato con un bando pubblico dei tecnici per realizzare progetti puntuali da utilizzare nell’immediato sui fondi regionali della programmazione europea 2014-2020. Negli anni addietro la criticità maggiore non è stata la difficoltà di accedere ai finanziamenti ma l’assenza, appunto, di progetti esecutivi già cantierabili. Capisco lo scetticismo dei cittadini per l’ennesimo tentativo sul PUC, ma questa volta c’è una importante novità che fa ben sperare: la redazione è stata affidata ad un ente pubblico come l’Università, non quindi un tecnico privato come quello del 2010 che ha prodotto un vero e proprio aborto e si è prestato agli interessi di privati e di speculatori edilizi. Con la partecipazione continua in ogni fase, inoltre, non sarà un documento “calato dall’alto” ma generato appunto dal “basso”, dagli stessi cittadini. Gli indirizzi generali, infine, già recepiti da tutti sono: edificabilità zero, recupero d patrimonio edilizio esistente, valorizzazione delle risorse naturali, tutela del suolo agricolo e incentivi alle fonti rinnovabili. Requisiti che ne garantiscono l’approvazione.
Per l’assurda gabella del Consorzio di bonifica che i nostri cittadini sono costretti a pagare, cosa è stato fatto verso la regione e quali atti o progettualità sono riscontrabili…. lo stesso dicasi per la bonifica della SOGERI e la Griglia sui Regi Lagni. Qual è lo stato dell’arte, quali risposte sono state date in concreto?
La domanda dovrebbe, appunto, essere fatta alla Regione Campania. Su questo tema, come sulla griglia dei Regi Lagni, sulle bonifiche e in generale sulla questione ambientale abbiamo convocato diversi tavoli alla Regione e alla Prefettura. Il comune non ha competenze e risorse. La Regione, come ha detto l’assessore Bonavitacola recentemente nella nostra sala consiliare, sta chiudendo la questione delle ecoballe. Poi si dedicherà all’intera questione delle bonifiche, dando priorità al litorale Domitio. Siamo fiduciosi nell’impegno preso fin dalla campagna elettorale dal Presidente De Luca che in termini di concretezza non ha rivali.
Risulta dalla notizie in rete che ha ricevuto un altro avviso di garanzia, visto che serve per garantirla, puoi darci qualche spiegazione e se lo ritieni opportuno.
Per un Sindaco di frontiera è quasi naturale avere più avvisi di garanzia, lo sapevo ancora prima di candidarmi. Solo chi galleggia sui problemi non viene colpito da un provvedimento giudiziario. Nel contesto di Castel Volturno poi, che è una realtà ovviamente molto attenzionata, risulta inevitabile, anche perché è facile fare errori nelle emergenze e nelle urgenze quotidiane che ti impongono provvedimenti e comportamenti senza una doverosa e oculata riflessione . La buona fede e l’onestà che mi contraddistinguono mi fanno stare sereno e confido totalmente nella magistratura. Nello specifico, poiché sono ancora in corso le indagini e c’è il segreto istruttorio, non posso dire altro se non che trattasi di un presunto reato in cui manca il dolo, pertanto sono certo di una archiviazione come quella sulla questione delle guardie eco zoofile in cui la responsabilità personale dell’operato delle stesse non può ovviamente estendersi all’amministrazione!
Risulta a vero che il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis quando lo chiami telefonicamente nemmeno ti risponde?
Sì, il presidentissimo sarà sicuramente più impegnato di me o semplicemente non vuole avere a che fare con uno juventino! A parte gli scherzi il mio contatto con il Calcio Napoli è Alessandro Formisano, persona davvero squisita. Recentemente ho chiesto, tramite lui, un incontro con De Laurentiis per discutere del futuro del calcio Napoli a Castel Volturno anche in virtù della proposta di PUC e della possibilità di prevedere una vasta area sportiva che potrebbe appunto interessare il Presidente. Aspetto.
Per questa estate esiste già una programmazione, ed in modo particolare per la cura delle spiagge libere e dell’ambiente in generale?
In estate a causa della triplicazione della popolazione e con essa i rifiuti depositati a tutte le ore e in ogni luogo, con lo svuotamento delle case chiuse, ogni programmazione va in crisi. Con la riorganizzazione dell’ufficio e l’impiego di 64 lavoratoti in mobilità pagati con i voucher, spero di superare i soliti problemi, sebbene derivabili sempre dall’’inciviltà del cittadino medio che se ne frega del decoro del posto in cui lui stesso vive. Sulle spiagge stiamo lavorando con le associazioni di categoria per offrire un’estate almeno decorosa.
Dopo i primi due anni da sindaco, puoi tracciare un piccolo bilancio di cosa è stato fatto e cosa è stato preparato per futuro?
Il bilancio non è molto positivo. Non sono contento, potevamo e dovevamo fare di più. Non dico in termini di servizi erogati e opere pubbliche realizzate perché senza soldi e senza fondi regionali non potevano inventarceli, ma in termini di comunicazione, partecipazione e stimolo per la creazione di una vera e propria coscienza civile. Resto ancorato all’idea che prima di riqualificare un territorio occorre riqualificare i cittadini. Oggi il problema più grande di Castel Volturno è l’assenza di amore per il territorio di tanti, troppi cittadini che lo vivono come fosse una pattumiera. La responsabilità è tutta mia che in questi venti mesi sono rimasto imbrigliato nelle carte e nelle emergenze. Chiuso nel palazzo e poco presente tra le persone, non ho fatto percepire all’esterno che la musica è cambiata Di sicuro l’hanno capito i dipendenti che hanno assistito alla purificazione degli uffici da ogni condizionamento, ma quello che succede al comune, seppur fondamentale per porre le basi di un cambiamento, non viene percepito all’esterno. Il rimpasto di giunta, i nuovi fondi regionali che ci consentiranno di mettere qualche “pietra” sul territorio, il progetto Bandiera Blu che partirà tra breve, le telecamere del progetto “terra dei fuochi”, tre nuovi funzionari, daranno un nuovo entusiasmo e i cittadini inizieranno a vedere qualche cambiamento. Due anni sembrano tanti ma amministrativamente sono pochissimi, un nulla. Basta pensare che De Luca per cambiare il volto di Salerno – che non aveva sicuramente i problemi di Castel Volturno, su tutti il dissesto – ha impiegato quattro mandati e venti anni per ottenere i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Alla fine dei cinque anni i cittadini mi valuteranno e faranno un bilancio finale. Vedremo. Intanto faccio il mio meglio senza risparmio di forze ed energie fisiche e mentali.
Ringrazio il sindaco per la disponibilità dimostrata, e senza mai sottrarsi a qualsiasi domanda, noi riportiamo fatti e notizie, ai lettori il giudizio e le valutazioni di merito.
Certamente amministrare Castel Volturno non è facile e le emergenze sono quotidiane, lui stesso con grande onestà intellettuale ha affermato che si sarebbe dovuto fare di più, il tempo necessario per l’apprendistato è trascorso, la città adesso attende i risultati. Buon lavoro
Tommaso Morlando