Siamo franchi: Dark (Netflix, 2017-presente) è una serie che merita ampiamente il suo nome.
Non solo di cose dark ne succedono a iosa (brutali, tragiche, paurose, c’è n’è per tutti) ma non esiste un singolo legame positivo tra gli abitanti della cittadina di Winden, ambientazione della serie.
Tutti hanno i propri segreti, sordidi e meschini o banali e imbarazzanti che siano. E pur di mantenerli nessuno riesce a comunicare in maniera efficace, rimanendo chiusi nella propria bolla di dolore. E poi arrivano i viaggi nel tempo.
Ragazzi spariscono, spediti indietro nel tempo da una grotta misteriosa, e il castello di carte che è Winden pian piano crolla, in una rendition forse ancora più malsana e perversa di Twin Peaks, ma totalmente mancante di quel bizzarro ma affascinante senso dell’umorismo che caratterizza il capolavoro definitivo di David Lynch e Mark Frost.
Miti vengono sfatati, certezze distrutte, stereotipi decostruiti. Il poliziotto cowboy pronto a tutto fa le tutte scelte sbagliate, il giovane eroe è un disastro che rischia anche troppo spesso di impazzire, genitori amorevoli rivelano passati mostruosi, e capire chi tradisce chi con chi in Dark è quasi più complicato di capire la stessa cosa quando si parla del Parlamento italiano. Guarda caso, anche in Dark sono ben pochi i personaggi positivi, e anche in Dark questi hanno un impatto limitato sulla trama sovrastante.
E forse è proprio questo il punto della prima stagione di Dark.
Tra tutti i drammi interpersonali iperrealistici, la cosa che tiene lo spettatore incollato allo schermo contro l’apatia indotta dai disastri psicologici su due gambe che sono i personaggi della serie (tutti, nessuno escluso, e chi non lo è comunque presto lo diventa) sono proprio i viaggi nel tempo. All’inizio fonte principale dell’orrore della serie (e chi non sarebbe terrorizzato dal scoprire se stessi o i propri cari intrappolati in un’era diversa senza alcuna possibilità di ritorno), i viaggi del tempo diventano forse la parte più affascinante della serie, man mano che la mitologia, la filosofia e la scienza della cosa vengono esplorate.
Il fatto è che i personaggi di Dark che ne vengono in contatto non sanno starne alla larga, e tutti tentano di cambiare il tempo per ottenere una realtà migliore di quella che hanno vissuto. Nel farlo creano paradossi e avverano le stesse profezie che stavano cercando di sfatare, certo, ma è proprio questa la parte epica e al contempo tragica della storia. Piccoli uomini che tentano di sfidare il destino, fallendo eppure continuando senza arrendersi mai.
Certo, almeno ci fosse anche un po’ di humor in mezzo a tutto quanto… ma dicono che la seconda stagione sia più allegra. Speriamo.
di Lorenzo La Bella