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DAD: scelta responsabile o ennesima sconfitta?

Redazione Informare 31/01/2022
Updated 2022/01/31 at 4:55 PM
13 Minuti per la lettura

Passato il Santo, passata la festa: tornare a scuola con le criticità legate ai contagi da Covid dilagati durante le festività natalizie è diventato un tema scottante tra le tavole imbandite. Il 6 gennaio 2022 erano 219.441 le persone positive al Covid-19 in Italia e, di lì a poco, milioni di ragazzi sarebbero tornati tra i banchi di scuola. Lo scenario campano è stato terreno di dibattito tra opinioni schierate a favore del rientro in presenza ed ordinanze atte a garantire il proseguo in DAD. Si è assistito ad una totale rottura tra Stato, Regioni e Comuni creando ulteriore confusione tra la popolazione. Tra concordanze e opinioni discordanti, la Regione Campania, e le città di Aversa e Giugliano abbracciate da essa, hanno dato luce a varie prospettive.

L’assessore con delega alla scuola a Giugliano in Campania, Tonia Limatola ha spiegato: «Con il sindaco Pirozzi abbiamo incontrato i dirigenti scolastici e ascoltato con attenzione le loro perplessità. I dati che ci hanno fornito sulle quarantene del personale, in particolare, ci ha fatto capire che se fossimo partiti subito in presenza non avremmo comunque potuto garantire il diritto allo studio. Il risultato sarebbe stato: aule vuote e impossibilità di fare lezione. Con la DAD, invece, siamo stati sicuri che le lezioni si sarebbero svolte».

La scelta di portare tutti i ragazzi nuovamente in aula a partire da questa settimana è stata, in un certo qual modo, ‘obbligata’ oppure si è notata un’importante diminuzione nei contagi nella fascia d’età scolastica?

«La scelta è stata sofferta, più che altro. A distanza di una settimana, i dati che ci hanno fornito i presidi ci hanno confortato sulla sospensione delle lezioni in presenza, ma continuano a preoccupare la grossa percentuale di assenti ingiustificati nella scuola di infanzia e primaria. Secondo i dirigenti scolastici, le assenze sarebbero conseguenza del clima di preoccupazione per l’aumento dei contagi, fenomeno che non riguarda solo Giugliano, ma anche della esigenza di tutelare le persone fragili in famiglia evitando i contagi attraverso i bimbi. In più, resta complicato con una sola persona addetta all’Ufficio Covid scuola dell’Asl Napoli 2 nord gestire una platea di 20 mila persone, tra studenti, lavoratori e famiglie. Abbiamo sollecitato il potenziamento dell’ufficio più volte perché le scuole avessero il sostegno tempestivo e necessario sui protocolli da seguire».

L’amministrazione comunale della città ritiene di stabilire nuovamente la didattica a distanza nel prossimo futuro? e nel caso, sarebbe possibile prevedere per il contenimento dei contagi, una turnazione tra didattica a distanza e didattica in presenza?

«I dirigenti scolastici sono molto aperti e disponibili al confronto su eventuali attività necessarie per contenere il contagio, intanto ce la stanno veramente mettendo tutta per tutelare la salute degli alunni. Si sono subito attivati per la riduzione dell’orario scolastico e lo sfalsamento degli orari per evitare gli assembramenti all’ingresso e in uscita».

Oltre quelle tradizionali, ci sono misure di sicurezza che l’amministrazione potrebbe adottare per il contenimento dei contagi all’interno delle strutture scolastiche? Es. Purificatori d’aria.

«Il contenimento dei contagi sta diventando un banco di prova per le scuole e gli enti locali che si ritrovano nell’impossibilità di assumere decisioni che non vadano in contrasto con la normativa nazionale. Per aver sospeso la didattica in presenza il sindaco Pirozzi è stato denunciato dal Codacons. La Regione è risultata soccombente davanti al Tar. Insomma, questo periodo è molto delicato, si devono valutare tanti elementi: si rischia di discriminare gli studenti, si spezza l’unitarietà della classe e si sovraccaricano di lavoro dirigenti e segreterie.

L’ideale sarebbe attivare la didattica mista, con una parte in presenza e una parte a casa, ma le infrastrutture locali non sempre consentono di raggiungere tutti gli studenti che, per un motivo o per un altro, sono costretti a casa. Né tutte le famiglie sono sempre attrezzate.

L’acquisto di purificatori è stato già fatto in alcune scuole utilizzando i fondi appositamente stanziati dal Ministero, si sta valutando di attivarsi per ottenere altre risorse. Intanto, le numerose assenze di personale a causa del contagio e l’alta diffusività della variante omicron dovrebbero essere oggetto di discussione attenta a livello nazionale senza lasciare le amministrazioni locali da sole al centro del dibattito tra il NO e il Sì alla DAD».

Di altro avviso è stato Giovanni Innocenti, assessore con delega alla scuola ad Aversa, comune che non ha adottato la DaD al rientro dalle festività natalizie.

«La scelta dell’Amministrazione non è stata quella di lasciare aperte le scuole, ma di rispettare la pronuncia del TAR riguardo l’ordinanza regionale. Per quanto attiene l’opportunità di aprire, o meglio, non aprire le scuole, l’Amministrazione sposa in pieno quello che è il pensiero del Governatore De Luca e condivide tutte le sue argomentazioni. L’Amministrazione non poteva fare un’ordinanza alla luce del provvedimento del TAR, soprattutto perché i parametri dei contagi della nostra città sono inferiori rispetto a quelli che mediamente ha la regione. Per di più la Campania in generale ha un indice di contagiosità che non ha reso necessaria la chiusura delle scuole.

Inoltre, il Governo ha stabilito quali sono le modalità per poter ricorrere alla Dad, le ha normate e disciplinate, quindi noi non possiamo fare altro, per una gerarchia delle fonti, che attenerci alle direttive del Governo nazionale. Poi, se dice che sarebbe stato meglio avere le scuole chiuse ancora per tre settimane e proseguire con la campagna vaccinale affinché si potesse contenere ancora di più il contagio, per far sì che la popolazione scolastica fosse il più vaccinata possibile, io sono d’accordo con le posizioni del Governatore De Luca. Ma sicuramente non spetta al Sindaco e all’amministrazione dopo il provvedimento del TAR, poter chiudere le scuole. Infatti, l’Anci ha invitato tutti i comuni che hanno fatto ordinanze restrittive ad annullarle per non incorrere in eventuali contenziosi. Inoltre, anche altre associazioni hanno diffidato i comuni che avevano adottato ordinanze restrittive rispetto a quelle del Governo».

A dare una visione d’insieme della Regione Campania è l’assessore alla Scuola, alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili Lucia Fortini che spiega:

«I protocolli presenti all’interno delle scuole sono adeguati, a patto che però alle scuole venga fornito tutto il supporto necessario, come ad esempio la scarsa reperibilità delle mascherine FFP2, anche perché la norma la si scrive dopodiché bisogna poter agire, e dunque le mascherine debbono essere fornite dal ministero. Dunque, il ministero, che giustamente ha pieno potere in merito all’istruzione deve assumersi oneri ed onori delle questioni.

Inoltre, va dato risalto ad un’altra cosa, ovverosia, che 25mila studenti, con età fino agli 11 anni, che sono quelli che stiamo cercando di vaccinare, sono positivi, e dunque questo è un dato di fatto. Dunque, nonostante si dica che il 90% o il 100% dei ragazzi va a scuola, dati alla mano ce n’è uno inconfutabile, ovvero che 25mila bambini sono positivi. In virtù di ciò, possiamo immaginare che ve ne siano altri 50mila positivi, anche e soprattutto perché i bimbi sono fortunatamente asintomatici.

Questa era la linea del presidente De Luca, ovvero nel riaprire le scuole, hai una quantità di studenti che si riversano nelle scuole, e che, probabilmente positivi, non a causa della scuola, hai un proliferarsi del virus in relazione al numero importante di studenti presenti negli istituti, e dunque il tutto diventa pericoloso, diventa pericoloso perché comunque ci si rapporta con ragazzi che hanno fino ai 13 anni di età, e dunque per quanto ligi alle regole, possano magari contravvenire ad una di queste.

I dati sono reali, siamo arrivati anche al 20% dei contagi, e dunque se hai un milione di studenti in Campania, e questi nemmeno sanno di essere positivi, si può presupporre che una buona parte di questi siano positivi.

Accolgo costantemente le lamentele dei dirigenti che ormai si sentono abbandonati dallo stato, abbandonati perché dopo due anni è diventato estremamente difficoltoso seguire il tracciamento, dare risposte alle famiglie, favorire la DAD a chi è positivo.

La preoccupazione, inoltre, di dirigenti e docenti è molto semplice, partendo dal fatto che sono i più vaccinati di Italia, e dunque questo fa capire il senso del dovere che hanno avuto, anche e soprattutto in Campania, vi è una reale paura alla base del rapporto de visu poiché i dirigenti, i docenti, possono avere qualche patologia, possono avere un’età non proprio giovanissima, e dunque il tutto va a minare la salute di questi».

Crede che il governo centrale abbia dato il giusto peso al propagarsi del contagio all’interno delle scuole?

«Non è facilissimo fornire una risposta del genere, per il semplice fatto che la risposta possa subire una strumentalizzazione. Credo semplicemente che in situazioni del genere si parli di priorità, ed in virtù di queste priorità si tenta di mantenere un equilibrio tra una serie di questioni.

In virtù della scuola noi spesso abbiamo raffrontato, in Campania, il diritto all’istruzione con il diritto alla salute, ed abbiamo cercato di equilibrare questi due equilibri.

Non preferisco la didattica a distanza, ma, nonostante le critiche mosse a questa, è stato l’unico strumento affinché non si isolassero i ragazzi durante il periodo pandemico.

In linea generale il governo poteva fare di più, assolutamente sì, ma non mi riferisco solo a questo governo, ma in virtù anche delle tante risorse spese e soprattutto avute, come ad esempio i banchi con le rotelle. Credo che i fondi a disposizione potessero essere usati in maniera più elastica.

Ad oggi si parla di riciclo dell’aria, ma è una soluzione problematica, poiché in inverno, facendo freddo, i ragazzi, le docenti, sono costretti a fare lezione incappucciati; dunque, era possibile dare un maggiore supporto alle scuole. In merito ai protocolli Covid invece da seguire nelle scuole, questi potevano essere alleggeriti affinché le ASL, le scuole, non andassero in affanno, anche perché il tutto cambia in maniera repentina, una volta al mese, ad esempio, andando poi a cambiare da livello a livello, ad esempio per le medie vige un criterio, per le superiori un altro, è così via. Non mi sento di criticare il governo perché in virtù delle scelte prese probabilmente ritenevano che queste fossero quelle maggiormente opportune.

Però, in virtù delle varie ordinanze emanate dalla regione, mi sento di asserire che non vengono emanate ordinanze contro qualcuno o qualcosa ma perché vengono valutate le varie variabili, questioni presenti, rispetto ad un territorio e si opera in maniera coerente».

di Luca Spezzaferri, Valeria Cardillo, Giusy Luminoso e Dylan Ragosta

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