Ogni volta che ripenso a Cuba, la nostalgia mi sovrasta. L’ultima volta che ci sono stata avevo appena 10 anni, che per quanto sia un’età in cui sei piuttosto sviluppato, i ricordi che riesci a conservare rimangono sempre troppo sfocati. Fortunatamente non così sfocati da impedirmi di ricordare l’amore infinito e grande che ho sempre provato per quest’isola. Cuba è sempre stata la mia seconda casa, una parte di me avuta per “diritto di nascita” grazie a mia madre.
Sono nata in Italia, precisamente nella provincia di Napoli, dove vivo ancora oggi, padre italiano e madre cubana. Penso che nascere dalla fusione di due culture sia una di quelle fortune che possono farti solo bene nella vita. Nascere e crescere con la consapevolezza che c’è un mondo infinito al di fuori del nostro, fatto da diverse lingue, diverse tradizioni e diversi modi di fare. In questo caso però, se c’è una cosa che ho sempre amato di Cuba e Napoli, è che sono due luoghi che hanno lo stesso cuore.
Quell’aria familiare di casa che ti fa sentire al sicuro, quel non avere nulla delle persone e camminare sempre col sorriso stampato in faccia, l’essere meno fortunati e non farsi frenare da questo nell’essere generosi con gli altri. La musica, il cibo, la gente che urla, la danza, i colori nei mercati e tutta quella gioia che ha il sapore di vita. Questo è Cuba per me, ma solo per me, perchè nella realtà, molto spesso, la gente meno fortunata rimane tale.
Cuba e la sua storia
Cuba viene soprannominata per il suo meraviglioso paesaggio naturale la Perla delle Antille, precisamente nel tardo XVIII secolo. Situata nelle Indie Occidentali, Cuba viene scoperta e così nominata da Cristoforo Colombo, sarà prima di dominazione spagnola ed in seguito, nel 1898, di dominazione americana. Fino al 1958, Cuba è governata da presidenti che avranno l’appoggio del governo americano e viene costruita la base militare americana di Guantanamo. Tra le pressioni e le regole imposte dagli americani, Cuba rimane per lo più un paese sottosviluppato vittima di analfabetismo, fame e malattie.
Nasce in seguito (1925) il primo Partito Comunista, seguito da scioperi e manifestazioni di massa, fino ad arrivare al 1940, sale al potere il dittatore Fulgencio Batista, appoggiato dal governo americano. Batista sarà poi causa della sospensione delle garanzie costituzionali e della permissione di una serie di esecuzioni di massa. Saranno “ribelli” come Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara che nel 1956, durante la settimana di Natale a Santa Clara, ad avere la meglio sulla dittatura che vedrà Batista fuggire dallo stato.
Nel 1959 comincia la storia di Cuba Libre (Rivoluzione Cubana), un periodo di intenso sviluppo sociale, economico e medico per portare Cuba ad una situazione di benessere e progresso costante. Nel 1962 il sogno però si interrompe con il primo blocco economico (formalmente ancora attivo) attraverso il quale Cuba rimarrà, ancora ad oggi, un’isola impossibilitata a svilupparsi.
Tra musica e tradizioni
A tutti è capitato almeno una volta nella vita di ascoltare canzoni come “La vida es un Carnaval” di Celia Cruz o anche di ballare al ritmo dei “Buena Vista Social Club“. Insomma, Cuba è un porto di musica, canti e balli, ma molti semplicemente, non ne conoscono la provenienza. Dopo la Rivoluzione Cubana del ’59, è Don Fernando Ortiz a fondare il movimento Afro Cubano a Cuba, che inizia uno studio accurato delle origini e delle caratteristiche dei balli cubani, passando alle radici dei balli africani.
Tra i balli popolari più comuni a livello globale che possiamo menzionare vi sono il Mambo ed il Cha Cha Cha ad esempio, inizialmente considerati troppo volgari e scandalosi, ma che ad oggi sono presenti in tutte le sale da ballo internazionali. C’è anche la Rumba afro/cubana, un ballo che trova le sue radici nella fusione tra Africa e Spagna. Insomma, Cuba tra danza e canto, è uno dei nidi musicali più movimentati al mondo, meta di molti turisti proprio per questo suo animo festivo.
Proprio per questo suo animo gioioso, Cuba è ricca di tradizioni e feste che vengono sempre caratterizzate dalla vita di questo popolo. Tra queste è sicuramente importante ricordare la Festa di San Giovanni Battista a Camaguey, dove la città si trasforma in un vero e proprio carnevale. La ricorrenza cade il 23 ed il 24 giugno, ma la festa si prolunga fino al 29 giugno; dal 1725 la festa di San Juan è parte integrante della storia e del folklore di Cuba.
Cuba, la isla de mi corazón
Purtroppo sono più di 10 anni che manco dalla mia seconda casa, Cuba ad oggi è molto cambiata da come la ricordavo. Come dicevo all’inizio, la fame rimane ancora un problema importante e sempre più logorante, a Cuba e molte cose sono cambiate. Forse quella grande voglia di vivere e festeggiare non è più viva come una volta e credo mi farebbe male ritornarci e vederla vuota: vittima di una storia fatta da dittatori e blocchi economici che non le hanno mai permesso di brillare come doveva.
Io di Cuba ricordo gli odori, ricordo quando scendevo in strada scalza con mio cugino ed i suoi amici e tornavamo a casa uno più sporco dell’altro. Ricordo quando giocavamo a biglie, e anche il padre di mia madre, mio nonno Carlos, era un baritono, colui che mi ha trasmesso la passione per la musica e l’arte, gliene sarò per sempre grata. Ricordo tia Tata (zia Tata), credo avesse 90 anni da tutta la vita, ma era la persona più energica che avessi mai conosciuto, Cuba non ti fa invecchiare, meglio di una crema anti-age.
Ricordi il mercato dove bevevo il mio succo di mango, che buono era quel mango, la mia abuelita (nonna) che mi portava a passeggiare tra le strade della Habana Vieja, un’aria così bella e libera io non l’ho mai respirata. Cuba, amore mio, un gioiello così bello che hanno dovuto farti del male per non farti brillare troppo, ma nonostante tutto, conservo dei dolci ricordi e terrò sempre a mente le parole di Celia “no hay que llorar, que la vida es un carnaval“.