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«Così si torna indietro»: intervista all’ex sindaco Mario Luise

Antonio Casaccio 07/02/2020
Updated 2020/02/07 at 3:19 PM
6 Minuti per la lettura

Mario Luise, ex sindaco di Castel Volturno negli anni ’70 e nuovamente nei ’90, è di certo una voce autorevole sul territorio.

Una posizione acquisita grazie alla sua immensa esperienza alla guida dell’amministrazione castellana, attraverso la messa in pratica della cura e la salvaguardia per il “bene comune”. È stata proprio questa sua dedizione e vocazione ad annoverarlo, per molti, come uno dei migliori sindaci della storia del comune di Castel Volturno. Luise oggi si è dato alla produzione letteraria, senza però mai trascurare una coscienza politica fatta di ideali e di proposte concrete per il bene del suo territorio.

Mario, sei un volto storico della sinistra castellana. Nell’ultima tornata elettorale, quest’ultima, è stata però spazzata via dai consensi, non riuscendo ad arrivare nemmeno al ballottaggio: come te lo spieghi?

«La sinistra non si vede. Castel Volturno è un territorio storicamente di Destra, è stato sempre difficile per la sinistra conquistare l’amministrazione di questo comune. Bisogna dire però che la sinistra a Castel Volturno ha ottenuto dei grandi risultati e, perciò, mi auguro che tale patrimonio non venga disperso. Bisogna tornare a battere sui temi dell’ambiente, dell’ordine pubblico, stando vicino ai cittadini, agli ultimi, senza assumere atteggiamenti elitari. Proprio con gli ultimi, la passata amministrazione, ha avuto problemi.
La mano del comune non è stata efficace in tante iniziative che potevano essere promosse per non perdere il contatto con la base, con i più diseredati. E anche con gli imprenditori e con i vari settori produttivi e commerciali che costituiscono l’economia sulla quale puntare. Si poteva fare di più. Poi, speravo davvero che la passata amministrazione riuscisse ad approvare il PUC. Sinceramente non mi spiego perché non ci si sia arrivati. Ma credo, ad onta di tutti i rilievi mossi, che una speranza per Castel Volturno provenga comunque sempre e solo dalla sinistra. Nella scorsa tornata elettorale le forze di sinistra hanno perso le elezioni, e non sono arrivate nemmeno al ballottaggio, ma erano le migliori rispetto alle altre proposte politiche, e questo bisogna dirlo».

Qual è la situazione adesso e quali sono i deficit?

«Adesso non c’è niente. Castel Volturno è emblematica come “caso italiano”. In questo territorio, paradossalmente, bisognerebbe rilanciarsi, andare avanti, ma attraverso il recupero di quello che si è perso. Tuttavia questa è la dannazione dell’Italia intera: così non si fa altro che andare indietro verso il degrado e perdere tempo.
Ad esempio, mi chiedo: ma è mai possibile che l’utilizzazione del fiume Volturno sia stata abbandonata? L’amministrazione Russo si è giustamente impegnata nella programmazione sui tempi lunghi. Ma, in base alla mia esperienza questo non basta, perché non bisogna mai tralasciare di fare anche le piccole cose “giorno per giorno”. Insomma, sforzarsi di fare comunque il possibile nell’attesa dei grandi progetti. E c’è tanto da fare! Vedi cosa è successo col castello, col Borgo, con i parchi in pineta, con i Variconi. Tutte cose che non esigono grande impegno, almeno per la manutenzione».

Durante gli anni passati abbiamo visto anche delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto dei dipendenti del comune. Cosa bisogna fare per arginare fenomeni corruttivi all’interno degli uffici?

«Ho sempre il timore di peccare di presunzione, ma alcune cose vanno dette. Il dipendente comunale ha bisogno di una buona amministrazione, che sia autorevole, competente e moralmente ineccepibile. Non basta marcare una presenza; il dipendente deve capire che c’è un ordine, un controllo e un’etica nella gestione. Ultimamente mi ha scritto un ex dipendente che ha lavorato durante la mia amministrazione: “Ricordi quanto si lavorava?
Mi ha detto. Il consiglio comunale almeno una volta al mese, riunioni di giunta due volte a settimana, si lavorava moltissimo … ma con grande soddisfazione”. Ecco, il dipendente dev’essere spronato e gratificato perché il suo lavoro sia mutato in un’azione concreta, in un’iniziativa a beneficio della cittadinanza. Altrimenti si va alla totale deriva».

Passiamo ora alla tua produzione letteraria: quali sono le novità?

«Ho da poco pubblicato un volume con Elvira Del Monaco, una brava scrittrice. Il libro si intitola “Da qui al futuro”, una sorta di antologia, alla quale hanno collaborato diversi amici e scrittori che vivono sul territorio. All’interno vi è un quadro della nostra realtà attuale con una prospettiva per il futuro: io mi sono occupato in modo particolare di quest’ultima parte, del futuro. All’interno del libro ha un rilevo importante il valore della multiculturalità presente a Castel Volturno, intesa, appunto, come risorsa e non come ostacolo».

di Antonio Casaccio

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE N°202 – FEBBRAIO 2020

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