Il drammaturgo e scrittore francese Pierre Corneille è stato uno dei maggiori esponenti del XVII secolo francese. L’inizio della sua carriera fu marcato dall’esclusivo impegno per la “commedia eroica”, ma il cambiamento del teatro rilanciò il genere tragico. Il Cid (1637) è la tragicommedia che consacrò Corneille come maggior poeta di teatro.
La storia si svolge a Siviglia e vede come protagonisti Rodrigue, eroe in erba, e Chimène, la donna che ama e che lo ricambia. Tutto inizia con i loro rispettivi padri che, essendo figure molto importanti nel regno, si contendono la carica di governeur du prince. Ad ottenerla sarà Don Diègue, padre di Rodrigue. Per questo motivo, l’avversario Don Gomez inizia ad aggredirlo verbalmente per poi dargli uno schiaffo.
Questo gesto per Don Diègue rappresenta un disonore inaccettabile e chiede quindi al figlio di difendere l’onore della famiglia. Rodrigue si ritrova a dover sfidare a duello il padre della sua amata, finendo per ucciderlo. In questo momento avviene la rottura della tragicommedia, rappresentata anche dall’impossibilità del matrimonio tra i due amanti. Chimène con enorme dolore chiede vendetta al Re, ma durante la notte i Mori attaccano la Castiglia e Rodrigue riesce a metterli in fuga diventando così un eroe.
Chimène non si arrende e propone al Re un duello giudiziario per Rodrigue contro un suo pretendente. Chi vincerà avrà come premio la sua mano. Nelle ultime scene si scopre che Rodrigue decide di risparmiare il suo avversario e quindi l’opera si conclude con uno scioglimento nuziale che tuttavia non vediamo in scena per ragioni di verosimiglianza.
I due temi principali dell’opera sono l’amore e la politica, che intrecciati creano il nœud: l’ostacolo della tragicommedia. Per quanto riguarda la tematica politica, si tratta del conflitto fra due concezioni di potere, ossia i reali e l’alta nobiltà. Quest’ultima infatti vuole conquistare una sua propria autonomia che fino ad adesso aveva mostrato con i duelli illegali.
Una delle scene più rappresentative è la settima del primo atto dove troviamo il monologo deliberativo di Rodrigue. In questa dimensione lirica, scopriamo il suo dilemma forte e straziante: se egli non vendica l’onore del padre, perderà l’amore di Chimène, perché non c’è amore senza stima; se vendica il suo onore e lo uccide, Chimène non sposerà mai l’assassino di suo padre.
Tutto questo viene riportato in uno schema rimico e metrico che si ripete per ogni strofa in modo uguale. Chimène vive un dilemma simile a quello del suo amato, poiché nonostante lei sia ancora innamorata di lui, deve salvare il suo proprio onore chiedendo la sua morte.
La prima rappresentazione del Cid ebbe un esito trionfale, ma tuttavia iniziò subito una celebre querelle. Corneille non rispettò a pieno le unità aristoteliche e fu proprio questo il punto a cui in molti si appoggiarono per attaccarlo. Nel teatro classico queste tre regole erano molto importanti e riguardavano tre unità: tempo (i fatti dell’opera devono svolgersi in 24 ore), luogo (l’opera deve svolgersi in un solo luogo) e azione (deve esserci una sola trama, senza storie secondarie).
Andando nel dettaglio del Cid, notiamo come la narrazione sia abbastanza inverosimile poiché è troppo per svolgersi in sole 24 ore. Nonostante l’opera si svolgi a Siviglia, in realtà l’unità di luogo non è rispettata perché ci sono più ambientazioni e stanze. Inoltre, la presenza di trame secondarie è futile ed intacca l’unità di azione. Inoltre, l’autore venne accusato anche di plagio ed inverosimiglianza, perché non è per nulla verosimile che una fanciulla sposi l’assassino di suo padre.
di Iolanda Caserta