È l’emotività che fa il vero attore ma è la riconoscenza che fa grande l’uomo. Servillo ringrazia Napoli e i napoletani
Grande bellezza. Immensa, straordinaria, ad honorem. La dizione e la retorica del Maestro Toni Servillo incanta il Maschio Angioino nel giorno del suo conferimento della cittadinanza onoraria di Napoli. Talentuoso, mondiale, da Oscar. È l’emotività che fa il vero attore ma è la riconoscenza che fa grande l’uomo. Servillo ringrazia Napoli e i napoletani, il nutrimento suo e di tutti quelli che sono e restano per sempre attaccati a questa terra con la testa e con il cuore. Napoli è contraddizione ma riesce a sfamare le esigenze emozionali d’ogni suo cittadino. Ciò si evince anche dalle parole del Sindaco Luigi de Magistris che si rivolge al Maestro, pregandogli di «raccontare, come fai attraverso il teatro, Napoli nella sua complessità, nella sua profondità, fuori da quei cliché pizza, mandolino o solo superficie», di «esserci sempre vicino, con uno spirito libero e costruttivo, di pungolarci sempre, di spronare, di non farci mai addormentare, di farci pensare che possiamo sempre emanciparci se riscopriamo un senso di orgoglio e appartenenza alla nostra comunità», di «aiutarci in quel conflitto che noi spesso abbiamo, tra la frustrazione e l’umiliazione, tra l’orgoglio e la passione, di far crescere sempre di più la bilancia verso l’orgoglio di essere partenopei, napoletani».
Napoli è eterna, immortale. Servillo è emozionato, felice. Non intende lasciare questo territorio e lancia un messaggio ai giovani che hanno voglia di avventurarsi nel suo mestiere: «Voglio parlarvi dell’avventura di un cuore. Io ho cominciato a frequentare questa città quando ero un ragazzino, in un’età in cui l’anima fa un grande sforzo per realizzare un destino individuale. L’affermazione dello stesso è forse la cosa che ci produce la più profonda sofferenza nell’età adolescenziale. Questa sofferenza – continua Servillo – genera una mancanza che ho riempito con due cose, che alla ne sono uguali: il teatro e Napoli. In quel momento ho capito quanto sia importante l’empatia perché empatia significa riconoscersi nell’altro e questa è la base profonda, morale di qualsiasi atteggiamento sano, forte, teatrale. Ed io mi sono riconosciuto in Napoli e nel teatro». Insomma, Toni Servillo rappresenta il simbolo dello sviluppo e della speranza di una città che ha avviato il suo processo di crescita già da tempo e, come il Sindaco De Magistris racconta a noi di Informare, «la rinascita è già ripartita. Lui ci dà una grandissima forza e fa comprendere che la strada che abbiamo preso è quella giusta. Quindi, oggi abbiamo una marcia in più con questa cittadinanza onoraria».
Lo stesso Servillo ci conferma quanto di buono si stia già facendo in e per questa città: «Noi lavoriamo da molto tempo e raccogliamo quello che abbiamo seminato. Rinascere o nascere sono slogan un po’ ambigui ed ognuno ha l’occasione di dimostrare il proprio valore». Tanto onore.
Dopo l’Oscar, si sarà sicuramente parlato di Napoli in America ma cosa gli americani dicono di questa città: terra dei fuochi o, metaforicamente, terra del sole, intendendo le grandi bellezze che Napoli possiede e conserva? Il Sindaco ci risponde così: «Napoli è contrasto, complessità; è sia miseria che nobiltà, è terra dei fuochi e terra d’ammore, passione, energia, ma noi stiamo cercando di far prevalere il sole, le cose positive, le grandi bellezze perché con la bellezza si salverà Napoli».
Il teatro appartiene alla storia e alla cultura di questa città. È una tradizione artistica che vanta personaggi mascherati come Pulcinella no alla straordinaria personalità di Totò, passando dai sacrifici e dalla poetica teatralità di Eduardo De Filippo no ad arrivare, oggi, alle grandi capacità interpretative di Toni Servillo. La città s’inorgoglisce. Il maestro Servillo rispecchia se stesso in quel mondo teatrale della drammaturgia proprio attraverso i classici come Eduardo e Viviani, poi nei contemporanei come Giuseppe Montesano, Maurizio Di Giovanni, Enzo Moscato e Mimmo Borrelli. Con una composizione poetica, Servillo incanta il pubblico del Maschio Angioino con dei pezzi di poesia di Moscato e Borrelli. Lo ascoltano tutti in silenzio mentre il Maestro decanta questa lingua di terra per i sogni che essa nasconde e le contraddizioni che presenta. Il lato oscuro e quello ammirevole. In fondo, Napoli è così: è una carta sporca ma allo stesso tempo è di mille culure.
Tratto da Informare n° 133 Maggio 2014