IL VIAGGIO VERSO ATENE
Il mio viaggio in Grecia nasce da una semplice telefonata: “Antonio dei giovani hanno strutturato un progetto meraviglioso per San Leucio, che ne dici di partire alla volta di Atene per raccontarlo con il Magazine?”. Già la proposta è allettante, tutto assume più valore se a farla è la Professoressa Jolanda Capriglione, con la quale c’è un grande legame per la nostra missione editoriale. Da giornalista ho pensato di sentirmi fuori posto ed effettivamente era vero, perché il viaggio ad Atene per raccontare il progetto dei ragazzi del Liceo Artistico di San Leucio non doveva essere vissuto da “professionista”, ma da giovane. È stato entusiasmante vedere studenti all’opera per dare valore ad un sito UNESCO a pochi passi dalle loro case, catturando l’attenzione e l’ammirazione di partner europei molto autorevoli da Grecia, Spagna e Cipro. In tanti parlano di una generazione superficiale, disinteressata…il racconto di questa progettazione europea vuole dimostrare di quanto, con ampio spazio, i giovani siano capaci di essere narratori di storie per leggere meglio le ricchezze che ci circondano e che, ahimè, le generazioni passate non hanno opportunamente curato. La palla spetta a noi.
di Antonio Casaccio
Oggi, forse più che in passato, ci rendiamo conto di vivere in un nuovo Medio-evo: un’età di mezzo che riguarda tutte le culture del nostro pianeta, in transizione verso un adattamento al cambiamento globale dei linguaggi e dei metodi narrativi, degli strumenti di comunicazione, dei sistemi di relazione sociali e culturali. Oggi, come nei secoli XI e XII, abbiamo bisogno di nuovi trobador e nuove trobairitz che sappiano prendere dal patrimonio “classico”, di ieri e di oggi, e raccontarlo nelle nuove lingue “volgari”, ibride e digitali che ci attendono domani.
Il Club per l’Unesco di Caserta, per la sua specifica vocazione di favorire il dialogo sul futuro del patrimonio culturale del nostro territorio, con responsabilità, ha sentito forte l’esigenza di avviare un percorso innovativo finalizzato a raccontare un bene centrale nella storia della cultura e della società civile di Terra di Lavoro: il Belvedere Reale di San Leucio che, con la sua iniziale sperimentazione sociale ed industriale, ha rappresentato un modello di costruzione di nuove forme di cittadinanza in tutta Europa. Una realtà ideale per lanciare un progetto europeo per valorizzare questo patrimonio non solo di bellezza e cultura, ma anche di storie di vita, di mutamento e di resilienza nel corso dei secoli, condiviso con molti altri siti riconosciuti Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Coinvolgendo partners spagnoli, greci e ciprioti ci si è, così, interrogati su come fosse possibile dire qualcosa di nuovo su storie antiche. Soprattutto come fosse possibile trasmettere le eredità narrative conservate presso le generazioni più adulte ai più giovani e come da questi ultimi potesse nascere un nuovo stile per raccontare i beni culturali, comprensibile agli adulti e consegnabile alle generazioni future. Intorno alla sfida di questo scambio intergenerazionale è nato il progetto “Scenario”. Infatti, mentre le generazioni più giovani, native digitali, hanno padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione, più lento e complesso è il trasferimento di contenuti dalle generazioni più adulte. Anzi, il rischio è l’oblio di storie e racconti che non sempre riescono a trovare spazio adeguato nelle nuove tecnologie: difficoltà di trasmissione verso i giovani e, per questi, di ascolto di ciò che proviene dagli adulti.
La sfida del digi-tale (dove l’inglese tale sta per racconto) raccoglie l’eredità dell’arte antica di raccontar storie e la combina con lo sviluppo tecnologico; mette insieme i depositari dei racconti, spesso orali, e i possessori delle competenze informatiche; condivide e sperimenta, in modo collaborativo, la creazione di una narrazione immersiva del patrimonio culturale di un territorio e la distribuisce a livello globale grazie alla potenza della rete. Certamente ci è capitato di entrare in un museo o in una mostra e dover indossare un visore 3D o veder scorrere immagini su uno schermo anziché percorrere sale e corridoi ricchi di quadri o statue o reperti di varia fattura.
Se appare, oramai, un’esperienza quasi scontata, in realtà molto è ancora da sperimentare e da inventare in considerazione dell’incessante evoluzione tecnologica e del crescente impatto sul nostro stile di vita. I siti Unesco possono, in questa prospettiva, essere non soltanto luoghi di conservazione delle memorie, ma anche spazi di sperimentazioni di nuovi metodi di valorizzazione, laboratori di educazione permanente, spazi di cittadinanza e progettazione civica. Progettazione che non può prescindere dalla collaborazione tra generazioni.
A Caserta, il Progetto “Scenario” ha visto gli studenti del Liceo Artistico di San Leucio impegnati nella creazione di story-telling sul Belvedere Reale. Una sfida importante, condivisa con i partner europei, che permesso di costruire un’emozionante narrazione del nostro patrimonio culturale.
Ogni narrazione, infatti, al di là dello strumento con cui la si racconta, deve mettere in gioco le emozioni. Un gioco in cui si mescolano il sentire emozioni nuove e l’immaginare emozioni antiche. Emozioni che permettono alla fredda tecnologia digitale di divenire un sogno avvolgente capace di portare chi ascolta a vivere un’esperienza suggestiva e inaspettata. Emozioni di un racconto che viene da lontano nel tempo, che supera il filtro dell’arida digitalizzazione per arrivare a scuotere la fantasia e la storia. Vedremo, allora, volare una farfalla blu tra le mura di San Leucio e gli antichi telai, per mostrarci i particolari di un grande quadro di vita quotidiana. E saranno la tristezza e la nostalgia di una giovane donna che entra nella filanda per il suo ultimo giorno di lavoro prima della chiusura della produzione serica nel 1910 a farci sentire il ritmo dei telai di un tempo.
Ancora, la stessa storia sarà raccontata attraverso la presenza fantasmatica di Re Ferdinando, percepita dal custode di San Leucio, come nume tutelare di un luogo, ma anche di un grande progetto che ha attraversato e continuerà ad attraversare la storia. Memorie ed emozioni che i giovani di San Leucio ci consegnano con innovative tecniche digitali di narrazione e che saranno portate ad ottobre prossimo in Spagna. Saranno assemblate a narrazioni di altri luoghi d’Europa per essere nuovamente vissute, insieme, come filo di seta che tiene insieme il passato e il presente. Un filo di seta di San Leucio.
di Gian Maria Piccinelli, (Università della Campania. Ordinario di Diritto privato comparato. Presidente onorario del Club per l’Unesco. Caserta)
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°233 – SETTEMBRE 2022