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Comunali Napoli. «Un sindaco presente per questa città»: intervista ad Alessandra Clemente

Redazione Informare 08/09/2021
Updated 2021/09/08 at 4:14 PM
9 Minuti per la lettura

Alessandra Clemente, già assessore dall’anno 2013, è una delle candidate sindaco al Comune di Napoli. Con idee forti e uno sguardo avanti nel futuro e prospero per la città, la Clemente presenta il suo programma elettorale, analizzando le criticità di Napoli e le risorse che ha da offrire. 

Perché la scelta di candidarti? Cosa ti ha spinto a lanciare questa candidatura? 

«Ho sempre portato avanti la scelta con molta determinazione, non ho mai tentennato. Mi spingono soprattutto i miei valori: forti e che hanno caratterizzato il mio impegno. Il pensiero è diventato più concreto e mi sono sentita pronta, grazie alla gavetta amministrativa fatta in questi anni: inizialmente con la delega ai giovani e poi deleghe alla polizia locale e al patrimonio. Quindi, da un punto di vista personale e politico sono i miei valori che mi spingono a questa candidatura e lo fanno in modo trainante. Le mie paure si sono sciolte man mano grazie all’esperienza di otto anni ed alla conoscenza della macchina amministrativa, delle potenzialità della città e delle criticità che ci sono. Oggi il nostro programma elettorale è presentare ai napoletani le proposte per risolvere in modo credibile quei problemi e farli diventare dei progetti e quindi dei prossimi anni di lavoro insieme».  

Come ti approcceresti, se fossi sindaco, ad un miglioramento di un Comune che vive un dissesto finanziario importante? 

«Rivendico di rappresentare una generazione che si nutre profondamente di una nuova consapevolezza della cultura e della sostenibilità sia rispetto alla spesa pubblica che rispetto alle tematiche ambientali. Siamo una generazione che ha sulle spalle un grosso debito perché negli anni ‘80/’90 mancava la cultura di una sostenibilità della spesa pubblica. E questo anche sulle tematiche ambientali: pensiamo all’Ilva di Bagnoli, i territori inquinati di via Argine, il nostro litorale Domizio. I bilanci e l’ambiente sono stati trattati come dei pozzi senza fondo. Gli elettori e i nostri concittadini devono essere consapevoli che ci sono coalizioni che affermano di voler amministrare i fondi del PNR, mentre invece ci sono coalizioni, come la nostra, che vogliono amministrare una città. Recuperare questi fondi ed amministrarli per non aggravare, nel 2048, la situazione con un ulteriore debito, ma dare alle generazioni future una stabilità ed un miglioramento sempre in crescita. E questa è la strada maestra che mi vede candidata come sindaco».  

Quali sono i punti chiave del tuo programma elettorale? 

«Le mie priorità sono la rete e, con il tema dell’ambiente, anche la qualità della vita quindi restituire il mare ai quartieri della città in chiave di uno sviluppo economico. Voglio potenziare fortemente la pulizia della città perché su questo percepisco personalmente delle criticità. Il piano dei trasporti, perché deve diventare una città europea potenziando il piano attraverso il tram del mare, ma anche attraverso il potenziamento dei nostri treni metro e dei tempi di attesa, con la consapevolezza che dobbiamo liberare la città dall’auto privata. Dobbiamo fortificare il trasporto pubblico, ma anche avvalerci dei forti alleati che abbiamo nella città come il trasporto scolastico ed i tassisti. Anche attraverso la sosta pubblica che deve essere accessibile e non onerosa come quella che c’è attualmente in città e che pregiudica molte cose. Oltre ciò, la creazione di grandi hub di interscambio alle porte della città che liberino e permettano alla città di respirare economicamente anche attraverso delle grandi aree pedonali. E diventi così Napoli un punto di riferimento per tutti. Inoltre, un forte impegno per le donne e per i giovani. Che sia Napoli una città dei diritti perché spesso, donne e giovani, sono l’avanguardia della negazione di molti diritti sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista dell’inclusione. Una città più giusta che possa fare della buona amministrazione». 

Come hai pensato di poter intervenire sulla disoccupazione giovanile che ha tassi elevati rispetto alle altre città? 

«Attraverso l’utilizzo del patrimonio immobiliare dedicato alle case dell’artigianato e dei mestieri. Abbiamo delle tradizioni fortissime legate al Made in Italy, ma soprattutto al Made in Naples che hanno un posizionamento unico nel mondo: dalla sartoria, all’artigianato, all’arte della pizza. E coinvolgere dei ragazzi con la loro arte in questo. Il pensiero che, dei maestri artigiani di adesso, possano diventare degli insegnanti per i giovani e trasmettergli il loro mestiere e la loro arte. Ripartire dalla ricchezza che già c’è. Far rivivere il centro storico di ogni quartiere della città attraverso il “fare” per il bene comune e rivalorizzare i luoghi dimenticati come l’area Nord di Napoli».  

L’impatto della criminalità organizzata nella manovalanza giovanile, soprattutto a Napoli Nord: come affrontare questa problematica? 

«I nostri valori si fondano su questo: non far sospettare neanche per un secondo al cittadino che una porzione dei nostri fondi può finire nelle mani sbagliate. Noi siamo un’amministrazione che ha gestito i grandi finanziamenti delle Universiadi e delle metropolitane e a via Marina quando c’è stato il sentore di infiltrazioni tramite prestanomi, noi siamo stati l’amministrazione che ha rescisso i contratti; questo ha portato ad un allungamento dei tempi e sicuramente un disagio, ma siamo certi che quella spesa pubblica non è andata nelle mani sbagliate, nelle mani di chi calpesta il nostro futuro. Io, inoltre, porto anche un forte ricordo ed è questo il mio obiettivo: fare memoria nel presente delle ingiustizie del passato. Io in prima persona ricordo mia madre, Silvia Ruotolo, e con lei tutte le vittime innocenti di camorra. Un progetto di presente che non deve più accadere ad altri, e non è retorica». 

Qual è il tuo rapporto con gli enti del terzo settore? E quale apporto chiedi? 

«Sono ricchezza e luce quotidiana, senza dubbio, soprattutto in determinati quartieri. Non chiedo il loro apporto, sono io che sento quanto loro siano il mio punto di riferimento e debbano continuare ad esserlo nei prossimi anni insieme. Dobbiamo co-progettare insieme nei quartieri perché loro ci sono sempre stati anche quando il Comune di Napoli non riusciva a pagarli. Loro sono realtà che hanno sempre dato impegno politico nei quartieri e non hanno mai preso dalla politica. Sono la forza di questa città che deve essere accompagnata nel modo più forte e credibile ad un progetto, che le spetta, di grande crescita e sviluppo». 

Rispetto agli altri candidati, cos’ha il tuo programma di diverso e, soprattutto, quali criticità hai analizzato nei programmi di Manfredi e Maresca? 

«Credibilità: io parlo ciò che vivo perché ho vissuto, in questi anni, la città. Dall’altra, critico fortemente la coalizione che sostiene Manfredi: persone unite per un’idea di potere e non per un programma di cose da fare. Persone unite a tutti i costi per amministrare i fondi del PNR, come dichiarano anche loro. Dall’altro lato, per Maresca, credo che un sindaco debba fare ciò che dice e debba essere coerente. Ha dichiarato, inizialmente, di essere una lista civica e poi ha portato il carroccio della Lega. Credo che tutti questi siano i grandi elementi di debolezza di queste proposte politiche: sono elementi di distanza dalle persone. Invece la coerenza, ma anche l’entusiasmo che c’è in chi ha aderito alla mia candidatura saranno non soltanto l’arma vincente, ma soprattutto una delle pagine più belle che vivrà Napoli. Un sindaco presente per questa città». 

di Redazione Informare

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N°221 – SETTEMBRE 2021

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