Con l’inverno alle porte si pensa già a prendere le misure per tutelarsi dal freddo. Fra la popolazione molti sono coloro che valutano un’alternativa più economica del gas per riscaldarsi.
Queste alternative si identificano con i metodi di riscaldamento più anziani: vecchia stufa o camino a legna.
Tuttavia, la crisi energetica sempre aver offuscato o comunque fatto dimenticare un’altra importante crisi che logora la vita sul pianeta, quella climatica.
Per scaldarsi con la legna bisogna seguire precise regole. Altrimenti si rischiano multe fino a 5mila euro. Molte regioni italiane, ben prima che si parlasse di crisi energetica, hanno fissato dei paletti all’utilizzo di stufe e camini a biomassa. Con l’obiettivo di contrastare l’inquinamento atmosferico. La norma riguarda gli impianti con potenza al focolare fino a 10kW.
Prima fra tutte la Lombardia che punisce l’utilizzo di impianti di riscaldamento basati sulla combustione di biomassa non a norma con sanzioni che vanno dai 500 euro fino ai 5mila euro.
Anche Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana seguono la stessa disciplina. In Lombardia il divieto è in vigore dal 1° gennaio del 2020 e riguarda l’installazione di generatori di calore alimentati a biomassa legnosa (stufe e camini) con emissioni superiori a quelle consentite e l’utilizzo di generatori di calore domestici con 0, 1 o 2 stelle. La norma pone l’obbligo dell’utilizzo di generatori di calore che abbiano almeno 4 stelle.
Per le stufe a pellet di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW è obbligatorio utilizzare materiale da ardere conforme alla classe A1 della norma “Uni en iso 17225-2”. La certificazione deve essere effettuata da parte di un Organismo accreditato. E, nel caso di un controllo, dovrà essere esibita la documentazione pertinente da parte dell’utilizzatore.