Giovedì 16 Marzo, al Liceo Federico Quercia di Marcianise, c’è stato un incontro con i ragazzi che ha avuto come tema l’importanza delle lingue classiche: latino e greco. Quest’incontro fortemente voluto dal Dirigente scolastico Diamante Marotta, è stato un inevitabile successo ed ha coinvolto, fra risate e dibattiti, i giovani del liceo classico e li ha spinti a non abbattersi di fronte all’eventuale scelta di frequentare, in futuro, facoltà universitarie scientifiche.
Il liceo deve aiutare a scavare dentro se stessi, al fine di potersi dare una “forma” e poter poi compiere una scelta. Le discipline che stiamo studiando, devono portare a farci scegliere chi vogliamo essere in futuro e cosa vogliamo fare.
Tutto ciò è avvenuto grazie all’intervento del Professore Giuseppe Pasquale, professore, ormai in pensione, di malattie infettive presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, e del Dottore Nicola Coppola, vincitore del concorso e prossimo candidato alla sopra citata cattedra, che con esempi e ragionamenti brillanti hanno discusso con i giovani.
“Nulla è stato inventato da noi, tutto quello che oggi esiste, volendo esagerare, è stato ideato già dai Greci o dai Latini!”, questo ci sentiamo spesso ripetere, ma è la pura realtà.
Anche la loro lingua serpeggia tra la nostra quotidianità, quindi non possiamo definirle “lingue morte”.
Il Prof. Pasquale ha voluto in particolar modo sottolineare la figura di Aristotele poiché si può definire colui che per primo formò un’enciclopedia di saperi. La sua figura, per secoli, ha suscitato una sudditanza psicologica, tant’è che la famosa frase “Ipse dixit” era la chiave per risolvere i problemi e dopo di questa non poteva esserci ombra di dubbio alcuna.
Un collegamento fondamentale fra mondo classico e mondo scientifico, la medicina soprattutto, si viene a creare nel momento in cui noi pensiamo al giuramento di Ippocrate. Già nell’antichità, o per ironizzare solo nell’antichità, la carriera medica era sancita da vincoli, rispetto per pazienti, per colleghi e professionalità.
Per passare ad altri aspetti culturali tramandati dalla classicità, si basti pensare alla grandezza politica dei romani. I romani furono capaci di “assorbire” tutte le culture delle civiltà sottomesse, ma “l’ingegno romano fu capace di pareggiare di conti con i greci” in campo di invenzioni e culturalmente. Dunque, se cogliamo tutti gli aspetti di ciò che studiamo, abbiamo le porte aperte ovunque, dato che, i latini e i greci, sono stati gli inventori di tutto ciò che oggi studiamo, del nostro essere e del nostro sapere. Per concludere si è letto un frammento dell’articolo del giornalista Giuseppe Montesano sul Mattino :”Il latino? Un classico più moderno che mai.” Ed è giusto concludere così, per spiegare una volta e per tutte che, se noi siamo così, è grazie al nostro passato.
Di Flavia Trombetta