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Ciao Diego: un bambino che sogna

Redazione Informare 02/12/2020
Updated 2020/12/02 at 1:07 PM
6 Minuti per la lettura

Caro Diego, non sai cosa hai combinato.

Di personaggi così iconici nel mondo dello sport c’è ne sono stati veramente pochi.
Allora non sorprendiamoci se l’immagine di Maradona in questo periodo sarà quella più vista, più richiesta, più pubblicata.
La grandezza del Pibe de Oro rimarrà quella di entrare nelle case di ognuno di noi, come uno di famiglia. Oltre ogni confine, tutti sanno chi è Diego Armando Maradona. In Siria, terra povera, dove una piccola palla può far felice numerosissimi bambini Diego viene raffigurato come un’icona.
L’artista Aziz Asmar ci regala un’immagine mozzafiato. Lo raffigura con la sua Diez albiceleste, regalando un’emozione unica a chiunque possa vederla.
Se vi domandate perché raffigurato proprio lì in una casa abbandonata, in una terra ad oggi scena di episodi crudeli, allora dovreste capire fino in fondo cosa è stato Diego Armando Maradona.
Maradona è stato questo, il simbolo di povertà diventata grandezza.
Da Villa Fiorita a Buenos Aires, passando per Napoli, per la Siria, Diego rimarrà nel cuore di ogni bambino che sogna di giocare a calcio.
Quando l’Argentinos Junior pensò di far fare un provino a quel piccolo ragazzo riccio, la famiglia Maradona non aveva nemmeno i soldi per il biglietto del pullman. Ma forse a volte dovremmo credere nel destino, perché la storia da quel lontano giorno del 1970 è cambiata.

“Y todo el pueblo cantó:
Maradó, Maradó”

Due righe di una canzone scritta semplicemente in suo onore. Due righe che raccontano Maradona in tutto e per tutto. Come ha unito lui più popoli, nessuno mai.
L’Argentina e Napoli hanno subito, forse, la perdita del loro più grande simbolo di riscatto sociale.
“Intitoliamogli lo stadio” il primo grande urlo che si è sentito nella città partenopea. Perché la gente vuole dimostrare eterna gratitudine a chi si è sempre schierato dalla sua parte. Perché Maradona non va letto e studiato come sportivo, va interpretato come uomo e come persona in cui identificarsi.
Se i bambini ancora oggi giocando con gli amichetti urlano “Maradona” quando segnano, allora non si può che chiudere gli occhi per un attimo e lasciarsi andare a delle lacrime vere.
A Napoli, con la vittoria degli scudetti, Diego ha rappresentato la voglia di una città intera di urlare al mondo che sud e nord alla fine non sono così differenti.
Napoli come Torino e Milano, Napoli vittoriosa, e chi l’avrebbe mai detto prima di quel benedetto 5 luglio 1984. Nelle vie della città partenopea il dieci argentino è in ogni piccolo vicolo dove un ragazzo calcia un pallone.
L’immagine simbolo situata ai Quartieri Spagnoli è semplicemente la risposta del perché Diego sarà sempre Diego. Raffigurato in Siria come una speranza, a Napoli come un esempio, in Argentina come un vero e proprio Dio, quanti possono vantare tutto questo?
Maradona è stato colui che nella stessa partita è riuscito a segnare il goal più bello della storia del calcio e il più romanticamente discusso. Quella mano, quella maledetta mano, quante foto, rappresentazioni sono state fatte. La mano de Dios, perché per gli argentini quel giorno fu una vendetta contro quella tanta odiata Inghilterra. Il suo bacio alla coppa del mondo rimarrà impresso nelle generazioni future.
Eccola qui un’altra immagine esclusiva di Diego. Dall’Argentina fino al Giappone, non esiste nessun sportivo che non sappia raffigurare quel gol ai mondiali del 1986. Dopo Diego, sono scesi in campo numerosi campioni, ma nessuno mai riuscirà a portare 70mila persone alla propria presentazione. A Napoli bastò vederlo imbeccare le scale del suo tempio per innamorarsi. “Ciao Napoli”, qualche palleggio e la gente era già ai suoi piedi.
Se Napoli oggi ha una credibilità calcistica lo deve solo al suo piede sinistro.
Provateci voi a venire dal niente, a venire da un altro posto del mondo e diventare simbolo di una città intera.
Ho visto Maradona si canta a Napoli, la versione umana più vicina che ci possa essere ad un supereroe.
“Sai cosa significa andare a Torino e farne 6 all’avvocato Agnelli?”. Questo era Maradona, capo popolo, voglia di rivalsa sociale e culturale.
Il Robin Hood argentino, il personaggio più emblematico e rappresentato nella storia di tutti gli sport.

E allora grazie Diego, se sei arrivato fino in Siria, nella terra di nessuno un motivo ci sarà.
Grazie Diego, perché i tifosi napoletani non ti dimenticheranno mai. Napule è mille culure cantava Pino Daniele, e Maradona è sicuramente stato quello più bello da disegnare sui muri di tutte le città.

di Alessandro Robustelli

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE N°212
DICEMBRE 2020

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