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Castel Volturno colorata dall’arte di Mattia Montone

Redazione Informare 06/01/2021
Updated 2021/01/06 at 12:48 PM
4 Minuti per la lettura

«Arte, che bella parola. È un qualcosa di unico, di sperimentale, che ci porta ad avere passione e amore. L’arte è capace di colorare anche i momenti più bui, di farti guarire da ogni paura. Ti dà la possibilità di creare e di donare».
Queste sono solo alcune delle parole che Mattia Montone, artista emergente, nutre nei confronti dell’arte e che ha scelto di condividere con noi. Nasce a Castel Volturno, nel 1996, dove frequenta l’istituto d’arte.

Decide di continuare il suo percorso artistico ed espressivo in seguito alla collaborazione con “Re d’Italia Art”, una società internazionale di editoria e collezionismo d’arte. In questo contesto, Mattia ha la possibilità di realizzare le sue prime vere opere e formare il suo stile, lasciandosi influenzare da diverse correnti artistico-pittoriche, come l’Arte informale e l’Astrattismo; la sua figura di riferimento sarà il visionario e rivoluzionario Jackson Pollok, uno dei massimi esponenti dell’espressionismo astratto. Dal grande maestro, apprende e condivide il concetto del “dipingere come azione di autoscoperta”, perché ogni buon artista dipinge ciò che è.

Le tele di Mattia sono caratterizzate da tecniche pittoriche miste, in cui il colore viene fatto gocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato, invece che applicato con precisione; lui ama lasciarsi trasportare dall’istinto e dalla fantasia, infatti a tali tecniche aggiunge l’uso delle mani e dei bastoncini di legno. Proprio grazie a questo flusso istintivo, i suoi lavori sono in grado di regalare emozioni che vanno al di là della tela.

Mattia, cosa rappresenta la tua arte?

«Libertà. Nelle mie opere prevale la libera espressione, per me è importante distinguermi e non seguire un protocollo costituito da vincoli e muri, perché l’arte non ha limiti. Essa va vissuta e sperimentata in modo naturale e spontaneo, non deve essere giudicata ma solo compresa intimamente».

Come nasce questa passione?

«Nasce come esigenza comunicativa. Il mio obiettivo è stato fin da sempre quello di creare delle composizioni che rappresentassero il mio mondo interiore, che raccontassero delle mie sofferenze e le mie gioie. Ho sempre ritenuto che l’arte sia un mezzo potentissimo in grado di arrivare nei luoghi più profondi dell’anima, ed è proprio per questo che sento di avere una grande responsabilità».

Hai partecipato a qualche mostra in particolare?

«Sì, grazie alla mia società “Re d’Italia Art”, ho avuto la possibilità di partecipare a varie mostre anche a livello internazionale. L’ultima è stata “La Biennale” di Venezia, dove ho avuto il piacere di conoscere il professor Vittorio Sgarbi. Sono stato anche a New York per la “Artexpo”, a Miami per la “Art basel” e a Dubai per la “World Art Dubai”. Prossimamente le mie opere saranno esposte a Parigi al “Carrousel du Louvre”».

Parlami del tuo legame con Castel Volturno.

«Oltre ad essere il luogo in cui vivo, è anche la mia fonte d’ispirazione. Molte volte mi capita di prendere tutto l’occorrente e andare a dipingere in riva al mare oppure tra il verde della pineta, è così che mi sento davvero libero. Produrre arte, non può che arricchire ancor di più questo territorio già pieno zeppo di risorse e bellezza. Sono felice di rappresentare e far conoscere, attraverso questa mia passione, la mia città. Castel Volturno, per me, è come un bellissimo quadro che merita di essere esposto e ammirato».

di Marika Fazzari

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE N° 213 GENNAIO 2021

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