Castel Volturno, l’associazione ARCA denuncia l’amministrazione di mala gestione

Redazione Informare 24/01/2018
Updated 2018/01/24 at 7:36 PM
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La politica senza poteri. Ordinaria malagestione dei beni confiscati sul territorio di Castel Volturno

 

Presso la nostra redazione, la presidente dell’associazione Arca, sig.ra Elena Pera, ci ha esposto una seria denuncia pubblica, che tratta il delicato problema dei beni sequestrati alla camorra. La stessa viene fatta attraverso i nostri mezzi di comunicazione e  ci è stata rilasciata ampia e completa documentazione che prova in modo inconfutabile quanto andiamo a descrivere.

L’Arca è una delle associazioni storiche di Castel Volturno: una di quelle poche, in prima linea, che da sempre ha testimoniato legalità a difesa del territorio, attraverso la formazione di giovani e minori. Per il grande impegno profuso verso il territorio, sarebbe logico aspettarsi un aiuto dalle istituzioni. Non a Castel Volturno.

Risale all’ex consigliere Alessandro Buffardi la creazione di un registro dei beni confiscati alla camorra, oltre cento sul nostro territorio ed in continuo aumento. Il nostro comune ha un deficit di personale, è risaputo, ma con un’originale visione prospettica e realistica viene chiesto l’aiuto delle associazioni in questo settore, fino ad arrivare ad un tavolo di concertazione deliberato dalla giunta comunale .Tenendo presente il contingente numero di beni sequestrati, è ovvio che il mancato recupero e, soprattutto, l’assenza di assegnazione comporti la creazione di veri e propri macigni, il cui peso graverebbe sull’ente e sull’economia generale del territorio. Conseguenza ultima è il degrado.

Al tavolo di concertazione la comunicazione era semplice: “tutti i soggetti iscritti alla short list insieme all’assessore alle politiche sociali e al patrimonio dottoressa Rosalba Scafuro, hanno deliberato come modalità di presentazione la trasmissione “a mano oppure a mezzo pec”, si legge dalla documentazione . Tutto chiaro, “normale”, finchè non giunge l’avviso riguardante l’esclusione di quattro domande (sulle undici entrate nella short list) per consegna effettuata in “plico non conforme”. Evidentemente il responsabile di settore, l’architetto Fiorillo, che ne ha piena facoltà per ruolo, smentendo sindaco e assessore, ha deciso diversamente da quanto stabilito inizialmente. I plichi e le documentazioni inerenti ai progetti sui beni confiscati dovevano essere consegnate in cera lacca come i plichi di gara. In questo modo sono state penalizzate le associazioni e, di conseguenza, tutto un settore. E’ evidente la necessità di avvalersi di competenze di merito, non certo di burocrati.
Il disappunto, la delusione e la protesta pubblica dell’associazione Arca nascono dal “peccato originale” di quest’amministrazione: la mancanza di consapevolezza, incompetenza e autorevolezza del ruolo degli amministratori e dello stesso sindaco Russo, spesso in totale contrasto alle scelte di merito e di metodo dei funzionari. L’inutile burocrazia creata da questi è figlia dell’incompetenza e delle fobie da mediocri che danneggiano, innanzitutto, il futuro del nostro territorio. Le delibere, i verbali e le volontà dichiarate vengono contraddette dai fatti, stracolmi di deficit e disinteresse. Evidenziata, in modo oggettivo, è stata la mancanza dell’assessore Rosalba Scafuro, scavalcata e male informata riguardo i fatti? “Nonostante questo quadro così desolante in cui emerge chiaramente l’incompetenza e l’arroganza della macchina amministrativa, la politica non “agisce” ratificando un’atavica assenza di poteri” afferma l’associazione Arca, di fronte alla vanificazione degli sforzi per il recupero sociale della nostra zona.
E’ reale la mancanza di collegamento nella rete istituzionale, affiancata da poca coerenza nelle indicazioni generali che dovrebbero essere omogenee e condivise, al fine di evitare il cancro peggiore di ogni amministrazione: la burocrazia. I cittadini e le associazioni chiedono la massima trasparenza nell’assegnazione di lavori, gare ed altro, e maggiore elasticità nell’apparato amministrativo. In un territorio come il nostro, l’associazionismo (quando è strutturato positivamente) rappresenta il punto di forza di una società civile che, da sola, cerca di lavorare alle fondamenta della cultura e della legalità.

La burocrazia lasciamola negli uffici.

di Tommaso Morlando

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