Mario Perrone racconta la sua passione per il calcio
Sui campi irregolari di provincia, dove all’erbetta un po’ troppo cresciuta seguono zolle di nuda terra, sogni e desideri corrono veloci tenendo accese le speranze di tanti piccoli campioni.
“Mamma dillo tu alla maestra, da grande io farò il calciatore”, quanti ragazzi hanno abbandonato, in un primo e soleggiato pomeriggio, la propria stanza di casa, con i libri ingenuamente aperti sulla scrivania e pazientemente in attesa di esser letti, per rincorrere i propri sogni, le proprie gioie e i propri divertimenti, tutti celati e raccolti dentro un pallone.
Anche i grandi campioni sono partiti dal basso, da zero, come qualsiasi altro bambino. Ma a differenza di chiunque, i campioni si sono distinti, si sono sopraelevati perché hanno osato, senza aver paura di fallire.
Dai campi di provincia di Castel Morrone, Mario Perrone, non ha mai avuto paura di osare, mostrandosi per questo ardito. Per Mario rincorrere il pallone è sempre stato più che un gioco: quella sfera che vede fuggire davanti a sé rappresenta per lui il mondo. Mondo che Mario ha deciso di raggiungere a qualsiasi costo. Qualsiasi.
I sogni lui li ha alimentati, fin da quando era piccolo. Nato il 6 febbraio 2003 e proveniente dal piccolo paese casertano di Castel Morrone, Mario ha sempre sudato e faticato sui campi da calcio più piccoli per vedersi progredire pian piano, a poco a poco, fino a raggiungere i campi della massima serie a cui un calciatore italiano può ambire: la Serie A.
Negli anni casertani il giovane Mario è cresciuto tanto, distinguendosi per possanza fisica, disciplina sportiva, rapidità e potenza di tiro. Tutte caratteristiche che lui ha messo ben in mostra nelle partite di campionato e ha esaltato nel modo giusto sottoponendosi a stancanti e faticosi allenamenti. Fino a quando, nel 2018 il giovane riceve le meritate attenzioni da parte di club professionisti, e approda così alla Salernitana.
La Salernitana per lui è diventata una seconda casa, ma, negli anni trascorsi in questa società, ha dovuto lottare per conquistarsi un suo posto fra le tante giovani promesse. Sempre disponibile alle chiamate del mister, Mario non si è mai lasciato cogliere impreparato, e ogni occasione è stata da lui considerata unica e fondamentale, così sfruttata per mettere in mostra le sue qualità sprizzanti a causa di un’ambizione onnivora. Così, il giovane ragazzo ha accompagnato le fortune del suo club, passando dalla Serie B alla Serie A. Pochi giorni fa la chiamata che realizza i suoi sogni: arriva la prima convocazione per una partita della massima serie calcistica italiana.
Mario, vorrei che ci parlassi della tua passione per il calcio.
«Il calcio è sempre stata la mia passione fin da piccolo. Ho cominciato a giocare all’età di 6 anni nella scuola calcio del mio paese, e da lì non ho mai più smesso. Dopo tanti sacrifici e tanti allenamenti, nell’estate del 2018 sono stato chiamato dal club della Salernitana per uno stage. Ero entusiasta: il calcio era il mio sogno e in quel momento mi stavo avvicinando ad un club di grande prestigio. Non so ben dire quale sia stata l’emozione, so solo che da quel momento è iniziata la mia avventura in granata».
Raccontami del momento in cui hai ricevuto la prima chiamata di convocazione per una partita di Serie A.
«Ero nello spogliatoio, avevamo appena finito di fare allenamento quando è entrato il direttore per dirmi che il giorno dopo sarei dovuto partire con la prima squadra… inizialmente ero confuso, credevo di non aver capito cosa mi stesse dicendo. È stata un’emozione unica, un sogno».
Sei il primo giovane del tuo paese che raggiunge un traguardo così alto e importante nel mondo del calcio. La comunità di Castel Morrone ti ha mostrato grande affetto e grande sostegno per questa prima apparizione. Come commenti tutto ciò?
«Ho ricevuto tantissimi messaggi di congratulazioni da parte dei miei compaesani e dal sindaco, mi hanno mostrato grande affetto e vicinanza, e di questo ne sono molto fiero».
Mario, chi sono i giocatori a cui ti ispiri e quali sono gli idoli calcistici che ammiri da sempre?
«Io sono un difensore e quindi guardo ai grandi di questo reparto. Attualmente mi ispiro a Koulibaly del Napoli, ma il mio idolo di sempre è Fabio Cannavaro. Un campione eterno».
La prima convocazione coincide con la prima partita della società targata Iervolino e con la prima vittoria della squadra nel girone di ritorno. Quali sono le sensazioni?
«Mi fa molto piacere che siamo riusciti a vincere. Sulla panchina c’era grande entusiasmo e serenità anche da parte del mister che percepiva aria di vittoria. Devo dire che dopo tutte le difficoltà e il cambio di società partire subito con un successo dà molto morale e dà anche una grande carica alla squadra per affrontare al meglio il girone di ritorno».
Credete nella salvezza? il Presidente Iervolino ha twittato dicendo “nulla è impossibile, il cuore è già oltre l’ostacolo. Andiamo avanti con fiducia”, come commenti il suo messaggio?
«Assolutamente sì, c’è ancora metà campionato da giocare e sicuramente la squadra ci crederà fino in fondo».