Una tre giorni tutta da vivere quella della 5ˆ edizione della Caserta Tattoo Convention. Dal 15 al 17 Ottobre, sono stati più di 250 stand e tatuatori i protagonisti assoluti della convention dedicata agli appassionati del tatuaggio. Una convention che ha registrato un grande successo, dopo un 2020 caratterizzato dallo stop della pandemia.
Il racconto della 5ˆ edizione della Caserta Tattoo Convention
Vi dirò la verità. Ho 26 anni e non ho ancora un tatuaggio. Non che sia un passaggio inevitabile, ma forse perché non ho ancora maturato quella spontaneità, quel desiderio di farmi un tatuaggio. Il tatuaggio, per quanto mi riguarda, deve comparire sull’epidermide quando hai qualcosa da dire. E quel messaggio, sotto forma di tattoo, devi essere pronto a tenertelo addosso per lungo, lunghissimo tempo.
Una convention a tutti gli effetti, dove i visitatori oltre a potersi tatuare e osservare da vicino le tecniche del tatuaggio, hanno potuto assistere a spettacoli, contest, musica live su una superficie di 7000 mq che è quella del Polo Fieristico di San Marco Evangelista in provincia di Caserta. Con molta curiosità, attratto dalle opere d’arte che ad ogni passo vedevo realizzare sulla pelle dei clienti accorsi alla fiera, mi sono reso conto che la pratica del tatuaggio riserva molteplici stili, colori e particolari disegni. Gli stand proponevano diversi stili di disegno, che vanno dai più tradizionali in bianco e nero fino a quelli colorati e in chiave manga.
Grazie alla redazione Informare, mi sono recato in Viale delle Industrie, al Polo Fieristico di San Marco Evangelista in provincia di Caserta, dove la quinta edizione della Caserta Tattoo Convention ha registrato un grande successo. Intrattenendomi con l’organizzatore, Federico Pilerci, vengo a sapere che quest’anno la fiera accoglie più di 250 stand con tatuatori, artisti del disegno e anche rappresentanti del noto Bepathenol, fondamentale per la cura della pelle dopo un tatuaggio. Una grande ripartenza dopo un 2020 in cui la fiera purtroppo non è stata allestita a causa delle chiusure imposte con l’avanzare della pandemia.
di Gianrenzo Orbassano